[ diffondiamo gli interventi dell’associazione Obiettori nonviolenti sulla parata militare del 2 giugno 2007 a Roma ]
L’associazione, per voce del suo presidente Massimo Paolicelli, osserva che la enorme parata militare che ha segnato la festa della Repubblica, “è lontana dai valori fondanti della Costituzione, ma vicina alla politica militarista del governo Prodi”. “La parata militare è la normale prosecuzione dell’attività del primo
anno di governo dell’Unione, che su questi temi ha completamente
tradito i suoi elettori. Infatti il governo ha aumentato le spese militari dell’11,3% rispetto allo scorso anno, raggiungendo i 21 miliardi di euro. Soldi, oltretutto, spesi male, perchè mentre il 65% viene usato per garantire ai vertici militari 190.000 uomini, questi non sono poi in grado di inviare nelle missioni più di 10.000 militari.
“Mentre si investono ingenti cifre in inutili sistemi d’arma mancano poi i fondi per acquistare il carburante per farli funzionare. È il caso dell’aereo Jsf, un velivolo d’attacco con capacità di trasporto di ordigni
nucleari, che contrasta con la nostra Costituzione e che nessun
è in grado di dire quanto costerà.
“Sempre questo governo ha deciso di confermare l’ampliamento della base militare di Vicenza, di rimanere nella guerra in corso in Afghanistan e di rovinare l’unica iniziativa positiva, cioè il ritiro dall’Iraq, con l’utilizzo di ‘mercenari’ per scortare le azioni civili. Si deve a questo governo la firma di un memorandum di accordo quadro, tenuto nascosto, per fare entrare il nostro paese sotto l’ombrello dello scudo antimissile Usa,
progetto che ci sta riportando in un clima da guerra fredda con
la Russia”.
Parata militare? No, grazie!
Il 2 giugno non è la festa delle Forze Armate, ma è la Festa di una Repubblica fondata sul lavoro. E’ quindi inaccettabile, vergognoso ed anacronistico farla coincidere con una giornata dedicata all’esaltazione dello strumento militare. Riteniamo che nel terzo millennio siano ben altri i valori da esaltare e mostrare con orgoglio quando si tratti di celebrare la propria identità di Paese democratico: non la propria potenza militare, bensì l’impegno ad adoperarsi per la crescita sociale e culturale della nazione, per i diritti umani e per combattere le ingiustizie e gli squilibri che segnano la nostra società e il nostro pianeta. Anziché mostrare muscoli e far sfilare persone in divisa, il 2 giugno si dovrebbero festeggiare e ringraziare coloro che sono impegnati a vario titolo a far crescere in Italia i valori della pace, della giustizia sociale e della solidarietà; coloro che lavorano per alimentare lo sviluppo culturale, intellettivo, sociale, educativo e scientifico della nazione. Come cittadini nonviolenti non possiamo riconoscerci in una sfilata militare e tantomeno possiamo approvarla se questa celebra la nostra Repubblica, soprattutto in un momento storico in cui il pianeta ha ripetutamente assistito a quale sia l’unico vero volto della macchina militare: quello di portare morte, terrore e distruzione. Fa infatti davvero ribrezzo l’idea di veder sfilare nella nostra città contingenti di armi e uomini in divisa, mentre abbiamo negli occhi la aberrante “guerra preventiva” di Bush che – con la vergognosa approvazione del nostro Paese – ha raso al suolo città e villaggi e causato migliaia di vittime civili in Iraq, drammatico bis di quanto avvenuto l’anno precedente in Afghanistan. Inoltre: quanto costa al contribuente questo mega-spot delle Forze Armate? Intanto i pensionati italiani attendono ancora il promesso aumento delle pensioni e l’istruzione, la sanità, la salvaguardia dell’ambiente e i servizi sociali non subiscono che tagli.
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Lettera aperta al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
L’associazione Obiettori nonviolenti chiede di “sospendere la parata militare prevista per il 2 giugno prossimo permettendo un risparmio di una decina di milioni di euro”.
Si definisce “paradossale” la situazione in cui versano le Forze Armate italiane, “a causa di un ambizioso modello voluto negli anni passati, attuato senza considerare tutte le conseguenze ad esso legate, principalmente per i costi spropositati che ne sarebbero derivati”.
Prosegue Massimo Paolicelli, presidente dell’associazione:
“Il primo paradosso è quello di aver voluto uno strumento militare volontario con 190.000 uomini, metà dei quali graduati, non riuscendo poi ad inviare più di 10.000 uomini nelle missioni all’estero, attuale obiettivo principale delle nostre Forze Armate, spesso poi, con scarsa formazione ed attrezzatura. Questo perché speso il 65% per il personale ed il 20% per l’investimento, all’esercizio resta solo il 15% del Bilancio della Funzione Difesa.
“Altro paradosso è quello della scelta dei sistemi d’arma. Ci soffermiamo, per fare un esempio, sull’ultimo arrivato, ma il principio vale per tutti i sistemi d’arma, dove ad una logica di utilità e funzionalità, sembrano spesso prevalere altri interessi. Il caso del JSF è emblematico. Si parla sempre di interessi europei e poi si aderisce ad un progetto che ha come capofila gli Stati Uniti, che non hanno mai nascosto che questo progetto è anche in funzione anti-europea.
Nella scorsa finanziaria si è approvato un bilancio della Difesa di oltre 21 miliardi, con un incremento dell’11,3% rispetto all’anno precedente, eppure è costante il pianto dei Generali italiani che lamentano una situazione al limite della bancarotta, con divise rattoppate e cannibalismo di pezzi di ricambio dei mezzi. Viene da chiedersi: come vengono usati i soldi dei contribuenti?
Per questo le chiediamo due cose: La prima è quella di sospendere la parata militare prevista per il 2 giugno prossimo permettendo un risparmio di una decina di milioni di euro, magari in alternativa con le massime cariche dello Stato La invitiamo a far visita ad una caserma e ad un centro dove si svolge il servizio civile volontario”.
La seconda richiesta è che Lei chieda al Parlamento, inviando un messaggio, una ampia e partecipata discussione (coinvolgendo anche i diretti interessati) sulla politica estera del nostro paese, sulle necessità che ne derivano e sulle risposte da dare, sia sul piano militare che civile. Questo sarebbe veramente un bel modo di festeggiare la nostra Repubblica fondata sul lavoro e che ripudia la guerra”.