Nonluoghi Archivio Patto per Roma democratica e solidale

Patto per Roma democratica e solidale

Nei mass media italiani prende corpo una campagna sulla “sicurezza” e sullo “straniero” che non ha avuto eguali negli anni scorsi.
Il 1° giugno, un gruppo di associazioni (tra cui Action Migranti e Arci) ha denunciato, con un sit-in davanti alla redazione del giornale, le modalità con le quali Repubblica affronta questa tematica e in generale la questione dei migranti e dei diseredati, a cominciare dagli abitanti dei campi nomadi che il Comune di Roma intende trasferire oltre il raccordo anulare.
Dal sito di Radio Radicale si può ascoltare la interessante cronaca della manifestazione, mentre di seguito riportiamo le informazioni diffuse dal settimanale Carta e il testo del Patto per Roma democratica e solidale che sarà illustrato in una conferenza stampa, lunedì 11 giugno 2007, alle 12., nella sala stampa dei gruppi consiliari del Comune di Roma, in via delle Vergini 18, terzo piano. [ da www.carta.org ]

Questa mattina decine di migranti e attivisti della rete antirazzista romana hanno occupato simbolicamente la redazione della Repubblica, “per denunciare – spiegano – la campagna di odio e di paura che anche un mezzo di informazione di ispirazione liberale e progressista sta contribuendo ad alimentare nella città di Roma, e in tutto il Paese, attraverso l’Etnicizzazione di ogni fatto di cronaca ed il lancio di continui allarmi che distorcono la realtà”.
“Non si tratta del razzismo scontato della destra ma di quello subdolo e insinuante proveniente da sinistra, che in nome della cultura del consenso, rinuncia al dovere di garantire una corretta informazione – prosegue il comunicato – Politica e informazione risultano complici, se non protagonisti, di un arretramento etnico e culturale e creano nell’immaginario della gente comune una visione dell’immigrato come criminale e causa principale dell’insicurezza sociale, dimenticando come, troppo spesso, siano invece oggetto di sopprusi e truffe (la più recente quella della convenzione stipulata da Poste Italiane per le pratiche del rinnovo dei permessi di soggiorno”. Gli antirazzisti chiedono di “annullare immediatamente il Patto per Roma sicura siglato il 18 maggio a Roma (Vedi allegato) e rilanciano un Patto per una città democratica e solidale”.
Di seguito, il testo integrale del documento che hanno diffuso.

Patto per Roma democratica e solidale

Il 18 di maggio il prefetto di Roma, Achille Serra, il sindaco della capitale, Veltroni, i presidenti della Provincia Gasbarra e della Regione, Marrazzo, hanno siglato un accordo con il ministro dell’interno Giuliano Amato, definito “Patto per Roma sicura”. Analoghe iniziative, sono già state prese a Milano e a Torino e ben presto saranno estese a numerose aree del Paese.
Secondo questo patto, per rendere Roma sicura, basterebbe “bonificarla”dalle baraccopoli, dai campi rom, ma soprattutto da donne e bambini, insomma che, invece di ricevere accoglienza, sono segregati, discriminati e di conseguenza percepiti come minaccia. Si tratta spesso di persone a cui vanno riconosciuti i diritti di cittadinanza anche perché già cittadini europei o nati in Italia. La soluzione individuata consiste nella realizzazione di 4 campi attrezzati di grandi dimensioni, ubicati al di fuori della cinta del Raccordo Anulare, in cui concentrare almeno 6000 persone. Costo dell’operazione per 3 anni, almeno 15 milioni di euro. Questi campi, impropriamente definiti “Villaggi della solidarietà” avranno vigilanza esterna – la città ha ottenuto più agenti per far fronte a questa “emergenza” – e tanto i 23 campi regolarmente presenti a Roma, quanto le circa 30 baraccopoli abusive, verranno sgomberate.
L’operazione, che, secondo quanto dichiarato dal Prefetto, sarà portata a termine entro un anno, verrà diretta da un nucleo di 4 delegati: del sindaco, della questura, della prefettura e dei carabinieri.
Riteniamo questo patto, siglato senza contraenti sociali, un grave attacco alla democrazia della città, un progetto che delinea vere e proprie forme di moderno apartheid e ci impegniamo ad impedirne la realizzazione, in quanto ci vede coinvolti tutte e tutti.
Riteniamo che affinché possa ripristinarsi un dialogo credibile con le istituzioni, debba essere immediatamente e pubblicamente sospesa l’attuazione del piano e che in contemporanea debbano cessare gli sgomberi forzati, spesso condotti con arroganza e sadismo, dei tanti nuclei familiari ancora costretti in condizioni di degrado.
I poteri straordinari di cui sindaco e prefetto ma anche ministro degli Interni, e presidenti di Regione e Provincia, sono dotati, potrebbero essere indirizzati per definire altre soluzioni.
Ma sappiamo che dietro alle deportazioni dei rom, alle espulsioni coatte, alle condizioni di clandestinità e di sfruttamento a cui sono costretti tanti uomini e donne migranti e che a volte costringono anche ad occupare nicchie di economia illegale, non c’è solo la carenza di un inserimento abitativo né tantomeno un presunto legame con sicurezza e legalità.
A Roma, come nel resto del paese si respira da troppo tempo un aria di xenofobia diffusa. Un Testo Unico di cui la Bossi Fini è ancora parte integrante, governa la vita di 3 milioni di persone e i segnali di cambiamento che si auspicavano tardano a realizzarsi.
C’è un ddl del governo, che avrà un iter lungo e difficile, che contiene elementi di discontinuità con il passato ma che deve essere migliorato.
C’è una irricevibile “carta dei valori” con cui il ministero dell’interno pretende di bypassare la Costituzione, realizzando un sistema assimilazionista che individua come avversario principale da “italianizzare” gli uomini e le donne di religione musulmana.
C’è – unico paese d’Europa – la convinzione che rom e sinti debbano vivere per forza in campi e villaggi, circondati dal muro invisibile dell’indifferenza e del disprezzo con buona pace dell’inclusione sociale.
Ma c’è soprattutto una campagna di odio e di paura, alimentata anche da mezzi di informazione di ispirazione liberale e progressista, come “Repubblica”, che etnicizzano ogni fatto di cronaca, che lanciano continui allarmi, distorcendo la realtà.
Non si tratta del razzismo scontato della destra, ma di quello più subdolo e insinuante proveniente da un area sedicente riformista, che in nome della cattura del consenso rinuncia ad uno dei suoi doveri storici: suggerire e praticare politiche che favoriscano l’uguaglianza e la convivenza di gruppi di popolazione, stili di vita, religioni differenti.
Politica e informazione sembrano – fatte le dovute eccezioni – risultare succubi, complici se non protagonisti di questo arretramento etico e culturale. Raramente si dà invece rilievo alle vite spezzate nei cantieri dove spesso vige il caporalato, delle condizioni di neoschiavismo imposte in agricoltura come nelle case dove a centinaia di migliaia di donne lavorano senza pausa nell’assistenza ad anziani e bambini, fornendo supplenza ad uno stato sociale in via di progressivo smantellamento. E già si è dimenticata l’ennesima ultima truffa architettata affidando ad un azienda privatizzata, Poste Italiane, le pratiche per il rinnovo dei permessi di soggiorno.
Pratiche che costano al netto 72 euro per persona e che, invece di velocizzare la concessione dell’agognato rinnovo, giacciono ferme da mesi, bloccando la vita delle persone in attesa. È dovere delle istituzioni rescindere la convenzione con Poste Italiane, risarcendo quel 94% di migranti che hanno le pratiche bloccate da mesi. Su questi e su tanti altri temi invitiamo le forze sane del paese, le associazioni antirazziste e di immigrati, le realtà autenticamente democratiche, le forze sociali e politiche disposte a mettere ai primi posti della nostra agenda politica le battaglie antirazziste, a lanciare un patto vero, per una città democratica e solidale.
Ci mobiliteremo, in molte piazze e in molte città, lo faremo con chi riterrà opportuno schierarsi dalla parte delle donne e degli uomini migranti.
E a chi invoca legalità e della sicurezza va risposto con nettezza che per i cittadini e le cittadine migranti oggi ci sono solo doveri e abusi e pochi diritti.
Una società che si costruisca su diritti e rispetto per tutti e per tutte è l’unico antidoto all’egemonia della paura, che nella storia ha già prodotto deviazioni che sono state causa di tanti, troppi lutti.

Action Migranti Roma; Arci Roma; Attac; Campo per la Pace Ebraico; PRC Roma; Riva Sinistra; Associazione Dhumcatu, Rdb/Cub; Annamaria Rivera (Docente Università Bari) Maurizia Russo Spena (Ricercatrice), Giorgio Cremaschi (Segreteria nazionale Fiom), Sveva aertter (Ufficio Migranti Fiom) Fabrizio Burattini (Segreteria Cgil Roma Sud).

nonluoghi

nonluoghi

Questo sito nacque alla fine del 1999 con l'obiettivo di offrire un contributo alla riflessione sulla crisi della democrazia rappresentativa e sul ruolo dei mass media nei processi di emancipazione culturale, economica e sociale. Per alcuni anni Nonluoghi è stato anche una piccola casa editrice sulla cui attività, conclusasi nel 2006, si trovano informazioni e materiali in queste pagine Web.

More Posts

ARTICOLI CORRELATI