Nonluoghi Archivio Sequestro di Indymedia, protesta il sindacato giornalisti

Sequestro di Indymedia, protesta il sindacato giornalisti

Da oggi il sito di Indymedia Italia è sotto sequestro giudiziario in seguito a un’iniziativa della Procura di Roma sollecitata da un’informativa della Digos.
All’origine, la pubblicazione nel sito di un messaggio contenente immagini e frasi irriguardose nei riguardi di Papa Benedetto XVI: l’accusa è di vilipendio della religione cattolica e della figura del pontefice e si riferirebbe in particolare alla frase “papa nazista” e a un fotomontaggio che ritrae Ratzinger in divisa nazista.
E se il ministro Gianni Alemanno (An) si congratula con i giudici, il segretario del sindacato giornalisti (Fnsi) Paolo Serventi Longhi comprensibilmente difende la libertà di opinione e di satira. “La decisione del Gip della Procura della Repubblica di Roma di sequestrare il sito di Indymedia per vilipendio alla religione rappresenta un inaccettabile attacco alla libertà di critica e di satira”, afferma Serventi Longhi.
Il quale prosegue: “Si può non condividere la pubblicazione di un fotomontaggio ironico, peraltro non prodotto dalla redazione ma inviato con un messaggio anonimo, raffigurante il Pontefice in divisa nazista. Indymedia infatti diffonde senza alcun intervento qualunque tipo di mail, realizzando con ciò la propria linea editoriale, per la quale già in passato ha subito interventi repressivi. In ogni caso non condivido affatto il contenuto del messaggio, anzi lo trovo un grave errore storico, ma la libertà di espressione non può essere messa in discussione.
Una magistratura inquirente che continua a perseguire reati di opinione reca un danno oggettivo alla credibilità stessa dell’istituzione. In ogni caso, la decisione di sopprimere un organo di informazione appare assolutamente sproporzionata. Sono convinto che il mondo della comunicazione, anche i giornalisti e gli organi di stampa più sensibili ai valori religiosi, non possano condividere un provvedimento così gravemente lesivo della libertà di espressione. Mi auguro che la magistratura inquirente e giudicante intervenga al più presto per revocare il provvedimento”.

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Questo sito nacque alla fine del 1999 con l'obiettivo di offrire un contributo alla riflessione sulla crisi della democrazia rappresentativa e sul ruolo dei mass media nei processi di emancipazione culturale, economica e sociale. Per alcuni anni Nonluoghi è stato anche una piccola casa editrice sulla cui attività, conclusasi nel 2006, si trovano informazioni e materiali in queste pagine Web.

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