Nonluoghi Archivio Liberate Giuliana Sgrena!

Liberate Giuliana Sgrena!

[segue] Per la Comunità siriana italiana: “Giuliana libera subito”

Un appello ai sequestratori di Giuliana affinché venga rilasciata immediatamente viene dall’Associazione della Comunità Araba Siriana in Italia che chiede di restituirla “all’affetto dei suoi cari e alla sua valorosa e leale attività professionale”. Per mano del suo presidente Nabil Al Mureden, la comunità siriana esprime la propria solidarietà a Giuliana Sgrena, ai suoi cari e “a tutta la categoria di giornalisti che, come Giuliana, si battono per la pace , contro le guerre ed i suoi orrori, contro le discriminazioni dei popoli, sempre impegnati nella trasmissione all’opinione pubblica di informazioni leali e trasparenti”. L’appello dell’Unesco per Giuliana

“Ancora una volta, devo ricordare con vigore che in Iraq, come altrove, la democrazia non può prosperare senza libertà di stampa e senza libertà di movimento per i giornalisti”. Il Direttore generale dell’Unesco, Koichiro Matsuura, ha lanciato un appello per la liberazione di Giuliana Sgrena “Giuliana Sgrena è stata rapita, mentre svolgeva il proprio lavoro malgrado i rischi che tutti conoscono”, Matsuura. “Giuliana Sgrena, così come la giornalista francese Florence Aubenas e il suo interprete iracheno Hussein Hanoun al-Saadi, dati per scomparsi dal 5 gennaio, devono essere liberati – ha detto – I giornalisti non devono essere dei bersagli, sono dei civili che svolgono un compito riconosciuto dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo che iscrive la libertà di espressione tra i diritti fondamentali dell’uomo. Tutto deve essere fatto per ridurre l’insicurezza nella quale lavorano i professionisti dei media iracheni o stranieri che si occupano dell’attualità dell’Iraq”. L’Unesco è la sola agenzia delle Nazioni Unite alla quale è attribuito il mandato di difendere la libertà di espressione e di stampa.

09/02/2005

L’appello del “capo” del campo davanti a cui è stata rapita

Sul numero dell’Espresso in edicola venerdì sarà possibile leggere l’appello che Sheik Hussein Al Zobej ha lanciato per la liberazione di Giuliana: «Liberatela in nome della verità». Il religioso sunnita dirige il campo profughi all’interno dell’Università di Baghdad. Al Zobej ha incontrato Giuliana poco prima del sequestro: «In nome di Dio, faccio appello perchè vengano liberati coloro che vengono per aiutarci. In particolare chiedo ai rapitori di liberare Giuliana, che ha promesso di aiutarci. Perchè Giuliana ha gioito con i nostri bambini e ha pianto con noi. Perchè Giuliana non è venuta per cospirare contro di noi nè per uccidere, ma per riferire la verità. Perchè l’Islam, fin dal tempo del nostro profeta Muhammad, vieta di uccidere chi porta messaggi e notizie, buone o cattive, giuste o sbagliate: come ieri i messaggeri, così oggi i giornalisti, che tra mille difficoltà vengono per far conoscere al mondo la verità su di noi».

09/02/2005

Appello dell’Unione democratica dei marocchini in Toscana

L’Unione democratica dei marocchini in toscana esprime con tanta amarezza il suo dolore in seguito al rapimento della giornalista Giuliana Sgrena corrispondente de il manifesto e condivide questo immenso dolore con tutti i suoi familiari, amici e colleghi. Davanti a questo episodio L’unione democratica dei marocchini in toscana lancia un appello a tutti in Iraq e in tutto il mondo chiedendo di collaborare per la liberazione immediata dell’amica del popolo iracheno, l’amica dei popoli oppressi in tutto il mondo, l’amica dei lavoratori: Giuliana Sgrena. Con questo appello UDMT vuole trasmettere il seguente messaggio alla società civile irachena con i tutti suoi rappresentanti laici e religiosi: La giornalista rapita ha sempre sostenuto i movimenti per la pace a livello internazionale, e ha sempre lavorato per la causa irachena.

09/02/2005

Appeal of the Muslim women association in Italy

The assassins that were about to kill the Envoy of Allah restrained from violating women and postponed their homicidal project. They were polytheistic unreligious people, worshippers of demons and moved by a deep-rooted hate against the Prophet and the blessed message which He was bearing. Yet they had a sense of honor and the dignity of the combatent. Today we assist to the overturning of what was then a rule, afterwards solidified in fourteen centuries of Islam, the absolute respect of women, as well as of children, of the elders and of all the non belligerants. Even if it was only for this, we Muslim women of Italy, comrades of the streets with Giuliana, we ask, more, we demand her liberation. No consideration on the role of the occupier that the Italian government, with abuse of power and deceit, imposed on a country whose high majority abhored the war, can be invoked to justify her kidnapping and the segregation of Giuliana. Even if she is not a follower of Islam, her reading of our religion has always been led by a great correctness which testified her willingness to understand and witness with sensiblity and intellectual honesty. Her opposition to the war and the occupation appears from any line of her articles and is also thanks to her and her newspaper if a non-embedded information keeps circulating and keeps alive a critical conscience in our country. For all these reasons, of content and substsance, moral and political, we ask loudly that Giuliana Sgrena may return to freedom and continue her precious work “.

08/02/2005

La proposta delle donne in nero

La Rete internazionale delle Donne in nero propone di organizzare sit-in in diverse città del mondo venerdì dalle 18 alle 19,30 per “chiedere l’immediata liberazione della giornalista e pacifista Giuliana Sgrena, nostra amica, una donna coraggiosa che da molti anni attraversa confini, per raccontare l’orrore quotidiano e la violenza della guerra. In Iraq, in Palestina, in Algeria in Afghanistan è sempre stata i nostri occhi, la nostra voce, e ­credendo nella necessità della verità ­ è stata la testimone dell’ingiustizia, di guerre e occupazioni. Noi chiediamo che la liberino. Lei è un’amica della pace, del popolo iracheno, e un’amica delle vittime della violenza in tutto il mondo. Giuliana è una di noi”. Le Donne in Nero di Roma aderiscono a questo appello e faranno un sit-in venerdì dalle 18 alle 19,30 presso largo Goldoni. In quell’occasioen chiederanno la liberazione di Giuliana e Florence Aubenas, inviata di Liberation scomparsa a Baghdad il 5 gennaio.

08/02/2005

La mozione del X Municipio di Roma

Il Consiglio romano del X municipio ha approvato una mozione in cui condanna il rapimento delle giornaliste Giuliana Sgrena e Florence Aubenas “entrambe inviate dai loro quotidiani per esercitare quel diritto-dovere che è l’informazione dalle aree di crisi” e per chiederne la liberazione. Il X municpio “ribadendo la sua vocazione pacifista” oltre ad esprimere solidarietà ai famigliari delle due giornaliste e alle redazioni per cui lavorano “s’impegna a dar vita a tutte le iniziative possibili per liberare le due giornaliste”. Per cominciare due mandati investono il presidente, Sandro Medici:organizzare al più presto un “incontro di pace” e denominare l’area verde antistante la sede municipale “Giardino della pace”.

08/02/2005

L’appello delle donne democratiche algerine

“Abbiamo bisogno della libertà di Giuliana per continuare a sostenere il popolo iracheno” si conclude così l’appello delle donne del Rassemblement Algérien des Femmes Démocrates che sta circolando nelle associazioni di donne di tutto il Maghreb.

08/02/2005

L’appello dei giornalisti palestinesi

Dalla sede libanese l’Unione generale degli scrittori e dei giornalisti palestinesi ha inviato un lungo comunicato epr chiedere la liberazione di Giuliana, che definiscono “amica della Palestina e degli arabi”. “Il nostro popolo resistente – dice il comunicato – ha bisogno di una campagna di solidarietà più ampia e internazionale, appoggiata da tutte le persone libere che si oppongono alla politica colonialista americana e alla politica della globalizzazione selvaggia, che minaccia il mondo intero di sfruttamento e di oppressione”. I giornalisti palestinesi ricordano in particolare di Giuliana e del manifesto “l’appoggio di Giuluana Sgrena e dei suoi compagni per la nostra lotta negli anniversari dei massacri di Sabra e Chatila a Beirut. Il popolo arabo e le sue cause nazionali e comunitarie hanno bisogno di Giuliana Sgrena e delle persone come lei, in un mondo che è sotto l’ombra della sovranità dei mezzi americani che complottano e hanno l’egemonia su tutti i media audiovisivi e scritti. Libertà a Giuliana Sgrena”.

08/02/2005

Gli immigrati italiani: liberate Giuliana e Florence

Il Comitato Immigrati in Italia (CII), sdegnato per il sequestro di Giuliana Sgrena in Iraq avvenuto lo scorso venerdì 4 gennaio esprime piena solidarietà alla giornalista italiana e alla sua famiglia. Sostiene inoltre l’adesione e il sostegno alla lotta che i colleghi del suo giornale, il manifesto, stano portando avanti per suo imminente ritorno sana e salva. Un sostegno e un’adesione che si sommano alla società civile italiana che mai ha accettato l’invasione colonialista di uno stato che ha provocato, e provoca ancora, migliaia di vittime innocenti in nome, ora, di una presunta “democratizzazione” degli iracheni. Proprio gli iracheni, il popolo iracheno vittima, sanno molto bene che Giuliana è una loro amica che si è battuta sempre per la verità e la giustizia, denunciando al mondo la loro umiliazione. Così com’è per gli iracheni un’amica, Giuliana Sgrena lo è anche per noi del Comitato Immigrati in Italia: un’amica, una di noi (proprio molti di noi siamo stati costretti a emigrare ad ogni costo vittime di guerre e fame). Infine il CII rinforza la speranza di poter abbracciarla presto, assieme alla giornalista Florence Aubenas, corrispondente del quotidiano Liberation della Francia sequestrata un mese fa sempre in Iraq, impegnata anche lei come Giuliana per riportare luce e verità nel buio imposto agli iracheni. Per il diritto di essere informati, e soprattutto per il diritto universale alla vita, il CII reclama con quest’appello l’immediata e improrogabile libertà alle due rare penne che scrivono dalla parte dei senza voce: Giuliana Sgrena e Florence Aubenas.

08/02/2005

Moschea Al Huda di Roma: liberate Giuliana Sgrena

La Moschea Al Huda di Roma, che si trova nel quartiere di Centocelle ed è uno dei principali punti di riferimento spirituali dei musulmani romani, ha inviato ieri il seguente comunicato, che è stato letto dalla Tv araba Al Jazeera: ” L’associazione culturale islamica in Italia Moschea Al Huda di Roma esprime la propria preoccupazione per il destino della giornalista italiana Giuliana Sgrena. Di lei e del suo giornale sono noti l’impegno e la tenace difesa della causa dei musulmani in Iraq e in Palestina, l’opposizione alla guerra in Iraq e in Afghanistan, la continua promozione dei diritti dei musulmani in Europa e in Italia. Giuliana Sgrena con il suo lavoro, è da sempre impegnata a far conoscere il vero volto della guerra e rappresenta una risorsa preziosa per il popolo iracheno. A nome della Moschea Al Huda di Roma e dei musulmani in Italia lanciamo quindi un appello urgente ai suoi rapitori, per richiamarli ai principi dell’Islam contrari all’aggressione degli innocenti, e per chiedergli di considerare l’interesse del popolo iracheno, rispettando e riconoscendo lo sforzo di quelli che lottano al suo fianco. Chiediamo il rilascio immediato e senza condizioni di Giuliana Sgrena”.

08/02/2005

Appello Università di Bagdad in arabo

جامعة بغداد تنظم صفوفها

08/02/2005

Comunicato ‘Donne Musulmane in Italia’ in arabo

بيان من نساء ايطاليا المسلمات

08/02/2005

Appello Viale Jenner e Appello Ucoii in arabo

بيان من جامع شارع يانير

08/02/2005

L’appello della Cgil di Reggio Emilia

La Camera del Lavoro di reggio Emilia ha inviato un messaggio per esprimere la prorpia solidarietà ai famigliari di Giuliana e al manifesto e per chiedere ai sequestratori di liberare Giuliana. “L’ansia e la rpeoccupazione – si legge nel comunciato – per l’odiosa prigionia e per il ricatto che pesa su Giuliana che da sempre è impegnata sul fronte della pace, offrendo a tutti con il suo lavoro di giornalista informazioni e conoscenze vere e dirette sulle realtà sconvolte dalla guerra, come i territori palestinesi e l’Iraq. E’ nostro impegno – conclude la nota della Camera del Lavoro – favorire tutte le iniziative e la necessaria mobilitazione per la libertà di Giuliana e per la fine dell’occupazione in Iraq”.

07/02/2005

Le Chiese per la pace e per Giuliana

La Chiesa Evangelica Valdese e Pax Christi di Roma invitano tutti a partecipare ad un incontro di preghiera per la pace presso la Chiesa Valdese in Piazza Cavour a Roma prevista per giovedì 10 febbraio alle ore 20.30. Preghiera ecumenica per la pace: “Sia fatta la tua Volontà, come in cielo così in terra”. Riflessioni del Pastore Antonio Adamo e di Mons. Diego Bona Info: www.paxchristiroma.org oppure www.chiesavaldese.org

07/02/2005

La condanna dei giornalisti siriani

L’Unione dei Giornalisti siriana (SJU) ha condannato il rapimento della inviata italiana Giuliana Sgrena e ha invitato le associazioni presenti in Iraq a dare il loro aiuto per la sua liberazione, insieme a quella della giornalista francese Florence Aubenas. «Denunciamo il rapimento della Sgrena, e ci appelliamo a tutti i gruppi sociali e religiosi iracheni perchè facciano del loro meglio per assicurare il suo rilascio il prima possibile”, si legge in un comunicato della SJU. In Giordania, il Centro per la difesa della libertà dei giornalisti ha definito il rapimento come “un atto di violazione dei diritti umani in generale, e di quelli dei giornalisti in particolare”. Un membro del parlamento libanese ha dichiarato ad Ansamed: “Se in Iraq c’è qualcosa che si può chiamare resistenza, è proprio quella resistenza a dover esprimere per prima la propria condanna e cercare di fermare questa serie di rapimenti, soprattutto quelli di giornalisti”.

07/02/2005

Il comune di Bologna: liberate Giuliana

Il consiglio comunale di Bologna ha approvato all’unanimità un ordine del giorno, firmato dai consiglieri di tutti i gruppi, con il quale esprime solidarietà alla giornalista del ‘Manifesto’, Giuliana Sgrena, rapita in Iraq. Nel documento si esprime, inoltre, la vicinanza ai famigliari e ai colleghi della giornalista e si sancisce l’impegno del consiglio, insieme al sindaco e alla giunta, a farsi «parte attiva nei confronti del governo italiano affinché siano avviati tutti i passi utili per raggiungere l’immediata liberazione di Giuliana Sgrena». L’assemblea si impegna infine a sostenere, in prima persona e nell’ambito della proprie competenze, tutte le istanze e le iniziative tese ad esprime fattiva solidarietà alla giornalista del ‘Manifesto’.

07/02/2005

L’arcobaleno sms del liceo Russel

“Liberate Giuliana colomba di pace” questo il testo del messaggio sms che i ragazzi della 1D del Liceo Russel hanno coniato come passaparola per chiedere la liberazione di Giuliana perché: “abbiamo bisogno di lei affinché ci aiuti a costruire un mondo di pace, senza il sibilo delle armi e senza i soprusi dei potenti sui deboli della terra”, hanno scritto nel comunicato. “E’ solo un piccolo gesto di solidarietà che vogliamo diventi un lungo arcobaleno di pace costruito da studenti e giovani di tutte le scuole, che travalichi i confini del nostro paese e giunga a chi detiene ora Giuliana, affinché capiscano l’insensatezza del loro gesto. Giuliana è una colomba di pace che deve tornare a volare al più presto. Invitiamo gli studenti delle altre scuole a diffondere questo messaggio come azione di pace e solidarietà. Possono comunicarci le loro iniziative all’indirizzo liberategiuliana@tiscali.it”.

07/02/2005

Appello di Morgantini alle tv arabe

L’europarlamentare Luisa Morgantini – presidente della Commissione Sviluppo del parlamento Europeo, tra le fondatrice delle Donne in Nero e già portavoce dell’Associazione Per la pace – ha lanciato un appello per la liberazione di dalle televisioni arabe di Al Arabia, MBC, e di Orbit: “Mi rivolgo a tutte e tutti voi che non conoscete Giuliana Sgrena, mi rivolgo ai rapitori e in special modo alle donne, a quelle che l’hanno conosciuta e a tutte le altre. Giuliana è una donna straordinaria, coraggiosa, determinata con un grande senso della giustizia e della pace. Una giornalista che, in questi ormai lunghi anni di guerre e sofferenze svolge il suo lavoro raccontando la vita quotidiana di chi ha costretto a vivere sotto occupazione militare, una giornalista che non uccide la verità ma la racconta nelle sue sfaccettature, una giornalista che non sta chiusa nelle stanze d’albergo, ma va ad incontrare le donne torturate ad Abu Grhaib, gli sfollati di Falluja. Giuliana è una di noi, che non accetta ingiustizie e guerre. La vogliamo tra noi, deve tornare con noi e tra noi che siamo nelle strade, nei nostri posti di lavoro a dire che non ci devono essere scontri di civiltà , che ogni popolo deve essere libero, che le risorse di un paese non possono essere carpite da altre paesi, che sono gli iracheni che devono costruire il loro futuro. Giuliana ci racconta della vita e della sofferenza degli iracheni, senza acqua, senza lavoro, senza elettricità senza cibo, attanagliati tra forze di occupazione e attentati. Ci dice della distruzione delle città irachene, dei suoi luoghi di cultura. Ci dice della dignità e del dolore, dei soprusi e delle discriminazioni da qualsiasi parte provengano. Giuliana ci aiuta ad amare e a conoscere il popolo iracheno, cosà come lo ama e lo conosce lei. Giuliana deve tornare da noi e poi ancora da voi. Vi prego, voi che l’aveta presa, chiunque voi siate, liberatela, noi la aspettiamo. Voglio tornare a camminare con lei nelle strade di Palestina, dell’Afghanistan, dell’Iraq, della Bosnia e di tanti paesi del mondo per cercare di costruire relazioni e ponti di pace. Voi, io, noi, che, come Giuliana, crediamo che siano gli Iracheni a costruire il loro futuro e operiamo per un mondo senza occupazioni militari, dove si cerchi giustizia e pace , liberiamola”.

07/02/2005

L’universita di Baghdad si mobilita per Giuliana

I professori di Storia e Lingua Italiana dell’Università di Baghdad, Ahmed Moustafà e Alì Samir, con il preside della Facoltà di Architettura e Belle Arti, Saad Altai, si sono fatti promotori di una raccolta di firme tra i loro colleghi e gli studenti dell’Università per rilanciare l’appello promosso dal Manifesto in favore della liberazione di Giuliana Sgrena. Martedì 8 febbraio i professori, accompagnati dagli studenti, si recheranno all’Hotel Palestine di Baghdad, che ospita gran parte dei giornalisti stranieri, dove incontreranno la stampa. Quindi il messaggio, tradotto in inglese e in arabo e firmato dagli studenti e dai professori verrà affisso nelle bacheche dell’Università e diventerà un “volantino” che sarà distribuito davanti alle moschee e alla stessa Università. Questa iniziativa, in accordo con la redazione de Il Manifesto, è stata presa da Tusio de Juliis, presidente dell’associazione “Passage to the South”, da anni impegnato in operazioni di solidarietà verso la popolazione irachena e dalla redazione del media on-line Reporter Associati.

07/02/2005

L’appello di Assopace

“Questo ultimo rapimento Iraq, il rapimento di Giuliana Sgrena, colpisce doppiamente il mondo della pace, il movimento pacifista. È il segno che nessuna pacificazione in Iraq può darsi senza la rimozione delle cause dell’attuale disordine, che nessun processo di democratizzazione è credibile senza la fine dell’occupazione militare, il ritiro delle forze americane, dei contingenti della cosiddetta “coalizione dei volonterosi”. Senza il ripristino della legalità internazionale, il ritorno in campo dell’Onu e il passaggio, lungo, difficile ma inevitabile, della sovranità a tutto intero il fronte politico e religioso iracheno. Ma è anche, e in modo sofferto e doloroso, un atto che colpisce Giuiana Sgrena. Un durissimo colpo a chi ha pensato e continua a pensare che la verità della guerra va conosciuta e raccontata. Che le vittime dei bombardamenti delle città sunnite hanno diritto a gridare al mondo l’orrore dei massacri. Che il dolore degli scampati alle stragi nelle moschee deve essere ascoltato da tutti. Che quanti sono sfuggiti alle auto bomba dei terroristi devono poter dire il loro rifiuto della violenza e della guerra. Che c’è una resistenza del popolo iracheno che non può confondersi con le ciniche e spietate strategie del terrorismo. Giuliana Sgrena è una lucida e appassionata militante della pace e chiama alla mobilitazione per la sua immediata liberazione. Coloro che l’hanno rapita devono sapere che detengono in prigionia una intelligenza e una voce libere, una donna coraggiosa schierata dalla parte del popolo iracheno contro i tiranni di ieri e gli occupanti di oggi. I governi dell’Europa devono tentare tutte le strade, politiche, diplomatiche e informali, per contattare i rapitori di Giuliana e ottenerne la liberazione. I partiti politici, le comunità religiose, le organizzazioni della società civile devono esprimere una condanna netta della violenza e del terrorismo, e mobilitarsi per la fine della guerra e dell’occupazione militare in Iraq. Per la liberazione di Giuliana Sgrena. L’Associazione per la Pace invita il mondo della pace, le organizzazioni e le associazioni pacifiste, le donne e gli uomini che sono scesi in piazza in tutto il mondo per impedire la guerra in Iraq, a mobilitarsi ancora. Assopace impegna tutti i suoi aderenti e i suoi gruppi locali per dare vita dovunque è possibile a iniziative e manifestazioni pacifiste per la liberazione di Giuliana e la ripresa del movimento per la pace”.

07/02/2005

Al Jazeera chiede la liberazione di Giuliana

La tv del Qatar Al Jazeera ha letto stamattina un comunicato firmato dalla redazione a favore della liberazione di Giuliana Sgrena, della sua collega francese Florence Aubenas e dell’interprete iracheno Hanuon Al-Saadi. Nell’appello si legge che il loro sequestro è “una violazione dei diritti dell’ uomo”.

07/02/2005

Parla Tantawi, l’imam della moschea di Al Azhar

La severa condanna del Grande Imam della moschea egiziana di Al Azhar – la massima istituzione teologica dell’ Islam sunnità – lo sceicco Mohamed Sayed Tantawi, per il rapimento di Giuliana Sgrena e Florence Aubenas, le due giornaliste sequestrate a Baghdad è stata espressa stamane durante un incontro dell’ esponente religioso con l’ ambasciatore d’ Italia al Cairo, Antonio Badini. Lo sceicco Tantawi, esprimendo apprezzamento e stima per l’ Italia ed il suo popolo, si è anche impegnato a svolgere immediate azioni per ottenere la liberazione di Giuliana Sgrena e della sua collega.

07/02/2005

Appello delle donne musulmane d’Italia

L’Associazione delle donne musulmane d’Italia (Admi) ci invia questo comunicato per chiedere la liberazione della nostra Giuliana: “Gli assassini che stavano per uccidere l’Inviato di Allah ebbero ritegno di violare l’intimità delle donne e rimandarono il loro progetto omicida. Erano miscredenti politeisti, adoratori dei demoni e mossi da un odio viscerale contro il Profeta e il messaggio benedetto di cui era latore. Eppure avevano il senso dell’onore e della dignita del combattente. Oggi assistiamo al capolgimento di quanto era già allora una regola, consolidata poi in quattordici secoli di Islam, il rispetto assoluto delle donne, come pure dei bambini, degli anziani e di tutti i non belligeranti. Non foss’altro che per questo, noi donne musulmane d’Italia, compagne di strada di Giuliana Sgrena, chiediamo, anzi esigiamo la sua liberazione. Nessuna considerazione sul ruolo di occupante che il governo italiano, con la prevaricazione e l’inganno ha imposto ad un paese che in stragrande maggioranza aborriva la guerra, potrà essere invocata per giustificare il rapimento e la segregazione di Giuliana. Per quanto lontana dalla nostra, la sua lettura dell’Islam è sempre stata improntata ad una grande correttezza di fondo che testimoniava la sua volontà di capire e testimoniare con sensibilità ed onestà intellettuale. La sua opposizione alla guerra e all’occupazione traspare in ogni riga dei suoi articoli ed è anche grazie a lei e al suo giornale se un’informazione non embedded continua a circolare e mantiene viva la coscienza critica nel nostro paese. Per tutte queste ragioni, di forma e di sostanza, morali e politiche chiediamo a gran voce che Giuliana Sgrena possa ritornare in libertà e continuare il suo prezioso lavoro”.

07/02/2005

Gli artisti internazionali: liberatela

Anche la Rete degli Artisti contro la guerra si sta mobilitando per chiedere che Giuliana, Florence e Hussein siano liberati al più presto: “ci appelliamo al cuore dei sequestratori affinché rilascino subito la nostra compagna Giuliana Sgrena – scrivono in un comunicato – Non è la nostra Giuliana il nemico da combattere, come non lo sono gli altri colleghi della stampa libera, che parlano con sincerità e a favore del popolo iracheno, come non sono e non saranno mai i volontari delle Ong presenti in Iraq”. La Rete degli artisti si appella anche al governo italiano e chiede “ il ritiro immediato dei militari italiani dall’Iraq come è già stato fatto da altri paesi, che inizialmente hanno partecipato all’occupazione. Non con le armi si porta la democrazia ai popoli del mondo”. La Rete raccoglie artisti che operano in diversi paesi europei e città italiane, come Roma, Trieste, Bologna, Milano, Firenze, Torino, Pescara, Castelnuovo Val di Cecina, Quartu S. Elena, Acquedolci Messina, Prato, Novi Sad, Thessaloniki, Francoforte.

07/02/2005

Fiom “indignata e solidale col manifesto”

La segreteria nazionale della Fiom si dice “indignata per l’angosciante notizia del rapimento della giornalista Giuliana Sgrena” ed esprime la propria solidarietà “a tutte le giornaliste e giornalisti, lavoratrici e lavoratori del manifesto”. “Conosciamo Giuliana Sgrena come giornalista competente, coraggiosa ed impegnata da sempre in luoghi di guerra, apprezziamo i suoi reportages dall’Iraq e dai territori palestinesi occupati; ma è anche una donna impegnata con grande passione e umanità nel Movimento per la pace”. Per esprimere concretamente la propria solidarietà “la Fiom invita le sue strutture e le lavoratrici e i lavoratori metalmeccanici a partecipare ad iniziative del Movimento per la pace che abbiano al centro la sua immediata liberazione e la fine dell’occupazione in Iraq”. L’organizzazione sindacale si rivolge anche al governo: “E’ necessario che attivi subito tutte le azioni diplomatiche necessarie per la liberazione di Giuliana”.

06/02/2005

Sincobas: “Giornalista non embedded”

Luciano Muhlbauer, della segreteria nazionale del SinCobas, ha inviato questo messaggio di solidarietà: “La notizia del rapimento in Iraq di Giuliana Sgrena, compagna e giornalista non embedded, ci ha colpito profondamente. A chiunque abbia rapito Giuliana, chiediamo che venga rilasciata immediatamente. Il SinCobas esprime la sua solidarietà alla famiglia e a tutta la redazione de il Manifesto. Siamo in contatto permanente con tutte le altre organizzazioni e reti del movimento contro la guerra e pronti a sostenere da subito, e di concerto con le valutazioni della redazione del Manifesto, ogni iniziativa utile per favorire la liberazione di Giuliana. Al Governo chiediamo che metta da parte ogni strumentalità politica, che si adoperi per facilitare la liberazione di Giuliana e che dia un segnale concreto di cambiamento rispetto alla sua illegale politica di partecipazione all’occupazione anglo-americana dell’Iraq”.

06/02/2005

I Comunisti italiani inviano un messaggio

Iacopo Venier, Responsabile Politiche Internazionali del Partito dei Comunisti Italiani, tra gli altri, ha inviato questo messaggio alla redazione del manifesto e di Carta: “Care/i compagne/i, Guliana è una amica, una compagna, una donna eccezionale. Come chiunque si sia battuto per la pace e contro le discriminazioni la conosco personalmente e la stimo tantissimo. Facciamo tutto il possibile e l’impossibile per riaverla tra di noi. Un abbraccio a tutti coloro che oggi sentono un vuoto terribile”.

06/02/2005

Il comunicato di Reporter senza frontiere

Il sequestro di Giuliana Sgrena, di Florence Aubenas e di Hussein Hanoun è “la nuova dimostrazione, una di più, del pericolo permanente con il quale si sono confrontati i giornalisti in Iraq”, lo scrive l’associazione Reporter senza frontiere, i cui colleghi in Francia si sono già mobilitati immediatamente dopo la scomparsa di Florence Aubenas e Hussein Hanoun Al-Saadi. “Chiediamo ai rapitori di liberare al più presto la giornalista italiana, professionista stimata e con una grande esperienza, inviata di un quotidiano impegnato a rendere conto delle sofferenze del popolo iracheno dopo l’offensiva americana. La mobilitazione per Giuliana Sgrena deve essere immediata e massiccia”. L’organizzazione ricorda che l’Iraq è diventato il paese più pericoloso del mondo. Almeno 31 sono stati uccisi e altri 17 rapiti dall’inizio del conflitto nel marzo 2003. “E’ tuttavia un imperativo che i media stranieri continuino a rendere conto della situazione di questo paese”, conclude Reporter senza frontiere.

06/02/2005

Il comunicato delle donne in nero e di Luisa Morgantini

Giuliana Sgrena non è una giornalista d’assalto, non vuole “scoop”, lavora in profondità e racconta la quotidianità degli orrori delle guerre e delle violenze, ma anche la speranza e le azioni di tante donne e uomini che ogni giorno resistono e continuano a lavorare e ad andare a scuola. Va in luoghi difficili ma non è mai stata “irresponsabili”. Il suo non è solo racconto quotidiano, è analisi, denuncia, è fare la giornalista credendo che la verità con le sue sfaccettature, sia indispensabile”, lo scrivono le Donne in nero che conoscono molto bene il lavoro di Giuliana: Di certo non appartiene alla categoria dei giornalisti o giornaliste conformiste o “embedded”. Essere giornalista del manifesto implica sacrifici, una dedizione e una visione del mondo dalla parte degli oppressi , dei discriminati. Giuliana è minuta, non alza la voce, determinata”. L’Europarlamentare Luisa Morgantini, che firma il comunicato insieme alle Donne in nero, aggiunge: “Veniamo tutte e due dalle montagne della Val d’Ossola. I nostri due padri partigiani nelle brigate Garibaldi. Abbiamo lasciato el montagne della val d’Ossola per attraversare i confini. Ci lega una solidarietà profonda. Ogni cosa per liberarla, chiunque siano i rapitori. Giuliana tornerà da noi e con la sua voce piana, e con ironia ci racconterà che le è successo qualcosa di ’buffo’, ma sono sicura che ci proterà nuovi strumenti per capire cosa accade in Iraq. Nel frattempo noi continuiamo a sostenere tutti quegli iracheni che vogliono vivere liberi e con dignità”.

06/02/2005

Il nostro appello su Al Jazeera

Ci rivolgiamo agli uomini che hanno sequestrato la nostra collega Giuliana Sgrena e chiediamo loro di liberarla, non solo per un atto di generosità e misericordia ma perché Giuliana è sempre stata una giornalista che si è sempre battuta per la pace e dunque è stata sempre alleata del popolo iracheno. I suoi articoli sul manifesto hanno sempre espresso opposizione alla guerra di occupazione condotta dagli Stati Uniti e dalla coalizione internazionale che questa guerra ha appoggiato. Tenerla prigioniera e farle del male equivarrebbe a danneggiare gravemente la causa dell’Iraq e degli iracheni agli occhi del mondo e darebbe ragione a chi sostiene la necessità di esportare “la democrazia e la libertà” al mondo arabo-musulmano con la violenza delle armi. Il manifesto non lo crede e non lo ha mai creduto. Il manifesto è un giornale indipendente, amante della pace per tradizione, che ha sempre criticato duramente la “guerra preventiva” di Bush. Perché, anche grazie agli occhi di Giuliana, ha visto e vede le sofferenze che ogni giorno vengono inflitte agli iracheni sotto occupazione, donne e bambini innanzitutto, e ha voluto sempre darne conto. Un compito difficile, nella follia delle armi che si è impossessata del mondo, ma che un esito negativo della vicenda di Giuliana renderebbe ancora più difficile. E l’Iraq resterebbe ancora più solo. Affrettate la liberazione di Giuliana Sgrena, ve ne preghiamo in nome del popolo iracheno che volete difendere. Liberate una delle voci che ancora sono libere di descrivere la realtà dell’Iraq per quello che è, e che ancora si oppongono a ogni tirannia.

06/02/2005

L’appello di Carta

Giuliana Sgrena, inviata del manifesto, nostra amica e compagna da decenni, è stata rapita a Baghdad, come ormai è a tutti noto. Tutto quel che è possibile sapere lo scriveremo, minuto per minuto, “notizie in movimento” nel sito di Carta www.carta.org. Giusto un mese fa, scomparve un’altra inviata, la francese Florence Aubenas, di Libération. Ambedue, a quanto se ne sa, sono scomparse mentre andavano a parlare con profughi di Falluja, la città assediata. bombardata e rasa al suolo dall`esercito degli Stati uniti. Forse è una pura coincidenza, ma ben poco si sa di quel che è davvero accaduto a Falluja. Da un mese si aspettano invano una rivendicazione, una richiesta di riscatto, qualunque cosa sulla sorte di Florence. Speriamo non accada lo stesso per Giuliana. Noi pensiamo comunque che, come nel caso di Simona Pari e Simona Torretta, chiunque abbia a cuore le sorti della pace debba mobilitarsi in ogni modo possibile, guardando a quel che giudicherà giusto fare il giornale di Giuliana, il manifesto, per ottenerne la salvezza. Come oggi, invieremo una No-news-letter speciale ogni volta che lo riterremo utile. Chiunque voglia proporre un’idea, organizzare qualcosa, lo scriva: a carta@carta.org e prima di tutto al manifesto.

06/02/2005

Una mozione al congresso Ds per Giuliana

Il congresso Ds ha approvato all’unanimità un documento in cui si esprime la speranza che Giuliana Sgrena sia “al più presto liberata”. Nel documento si esprime “dolore e sgomento” per il rapimento della giornalista e si esprime “la netta contrarietà alla guerra e la più ferma condanna del terrorismo” rinnovando l’impegno per un “Iraq pacificato sicuro, libero e democratico” e chiede al governo di “attivare ogni canale di contatto e dialogo per il rilascio” della giornalista ribadendo “la disponibilità a cooperare in ogni modo per ottenere la liberazione della giornalista italaiana”.

06/02/2005

L’appello dei Beati costruttori di pace

Solidarietà è stata espressa anche dai Beati costruttori di Pace che, ribadendo “l’impegno perchè questa occupazione militare finisca, ma anche si faccia chiarezza su cos’è resistenza e si rifiuti la violenza indiscriminata”, ricordano così Giuliana Sgrena: “L’abbiamo vista camminare con il movimento per la pace da sempre schierata contro la guerra. Le siamo riconoscenti per il suo impegno di donna che ci ha permesso di conoscere, comunicare e avvicinarci alla realtà delle donne nelle società islamiche”. “Siamo particolarmente addolorati per il suo sequestro – dicono i Beati costruttori di pace – che, a motivo del suo impegno, risulta ancor più inspiegabile e odioso”.

11/02/2005

Milano: Viale Jenner si mobilita per Giuliana

Hamid Shari, portavoce dell’istituto culturale islamico di Milano e Abu Imad, imam della moschea di viale Jenner, hanno inviato un appello alla televisione araba Al Jazira per chiedere la «liberazione immediata e senza condizioni» di Giuliana Sgrena. I due esponenti della moschea di Milano chiedono la liberazione della donna «anche per le sue posizioni pacifiste e contro la guerra in Iraq» e sottolineano che il sequestro di una persona è «un delitto contro l’umanità» ed è contrario alla legge islamica.

05/02/2005

Appello dall’Ucoii per Giuliana

Il Consiglio direttivo dell’Unione delle comunità ed organizzazioni islamiche in Italia ha diramato un comunicato appena appreso del rapimento di Giuliana Sgrena in Iraq: “Chiediamo l’immediata liberazione di Giuliana Sgrena – scrive l’Ucoii – la giornalista del manifesto impegnata da mesi e mesi nel difficilissimo lavoro di copertura delle tragiche vicende irachene bloccata e portata via da uomini armati nel quartiere di Baghdad”. “Come già avvenne per Simona Pari e Simona Torretta – continua il comunicato – siamo certi del suo ruolo di testimone sincero degli avvenimenti e della sua assoluta estraneità rispetto alla guerra e all’occupazione e pertanto ne chiediamo l’immediata e incondizionata liberazione”. I rappresentanti dell’Organizzazione che raccoglie l’adesione della maggior parte delle moschee italiane concludono: “Coloro i quali hanno in mano Giuliana Sgrena sappiano che la sua liberazione è un atto dovuto alla legge e alla consuetudine islamica, agli interessi del popolo iracheno e alla causa dell’Islam nel mondo”.

05/02/2005

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Questo sito nacque alla fine del 1999 con l'obiettivo di offrire un contributo alla riflessione sulla crisi della democrazia rappresentativa e sul ruolo dei mass media nei processi di emancipazione culturale, economica e sociale. Per alcuni anni Nonluoghi è stato anche una piccola casa editrice sulla cui attività, conclusasi nel 2006, si trovano informazioni e materiali in queste pagine Web.

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