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Berlusconi e il fascismo

di Fabio Galluccio
In questa Italia caduta in un buco nero storiografico e di valori, il cavaliere invita in sostanza al disconoscimento della Costituzione e degli ideali su cui i partiti antifascisti hanno siglato il patto della democrazia.
Dopo aver definito i giudici fuori dalla razza umana, ha detto che Mussolini mandava al confino in vacanza i suoi oppositori. Non andrebbero neanche confutate tesi che sono fuori da ogni logica se a dirle non fosse il presidente del consiglio e il capo del partito di maggioranza relativa.
I campi di concentramento nacquero grazie all’Italia fascista con l’occupazione in Africa negli anni ‘30, prima che in Germania. Lunga la lista delle dimensioni di crimini commessi dall’Italia fascista nella costruzione del suo impero, in nome della “superiore civiltà italica” e della sua “missione civilizzatrice”, in Africa (Libia, Etiopia, Somalia) e successivamente nei Balcani (Albania, Jugoslavia e Grecia), durante la seconda guerra mondiale.
Attraverso i commenti di testimoni e storici, fra cui Angelo Del Boca, Guido Rochat, lo jugoslavo Ivan Kovacic, Carlo Spartaco Capogreco possiamo risalire ai massacri di civili, alla distruzione di interi villaggi, allo sterminio delle élite intellettuali e politiche, all’ uso sistematico di armi chimiche, alla distruzione delle colture e del bestiame per ridurre alla fame la popolazione, alle deportazioni e ai campi di concentramento con una mortalità che arrivò sino al 50% degli internati. Una serie di orrori, incontestabilmente provati da documenti ufficiali e testimonianze di sopravvissuti, con un bilancio, arrotondato per difetto, di circa 300.000 etiopi, 100.000 libici, 100.000 greci e 250.000 jugoslavi, uccisi.
Per dire quanto noi abbiamo punito questi crimini, il generale Graziani che fu uno degli artefici delle nefandezze africane, fu fatto presidente onorario del Movimento Sociale Italiano, oggi Alleanza Nazionale, nel marzo 1953.
I 200 e passa campi di concentramento in territorio italiano per ebrei, zingari, omosessuali, slavi, oppositori politici, creati dai fascisti, furono in tutto il centro-nord campi di transito dove venivano prelevate le persone dai nazi-fascisti e trasportate verso lo sterminio (cfr mio libro I lager in Italia, ed. non luoghi). I deportati nei campi del sud si salvarono per l’arrivo degli Americani.
Uomini di grande valore rappresentanti di tutte le culture politiche italiane dalla liberal-democratica alla socialista, alla comunista alla cattolica, all’azionista hanno pagato con un alto contributo di sangue la loro opposizione alla dittatura: da Gobetti a Matteotti, da Amendola ai fratelli Rosselli a Gramsci, senza citare i tanti martiri caduti in difesa della libertà. Più di 6000 ebrei italiani furono prelevati dai nazi-fascisti e sterminati nei campi nazisti senza fare mai più ritorno. Tanti si suicidarono come l’editore modenese Formiggini o lo stesso Primo Levi che, dopo tanti anni dopo la fine della deportazione, non ha resistito al dolore della sua concentrazione e alla indifferenza generale.
Mentre in questi minuti in cui scrivo a Roma partiti democratici e movimenti commemorano Giacomo Matteotti al LungoTevere dove fu barbaramente ucciso, viva deve rimanere la memoria e vigile la coscienza democratica in questa ora davvero triste per la nostra democrazia.

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