Nonluoghi Archivio La chiesa cattolica e i tribunali della coscienza

La chiesa cattolica e i tribunali della coscienza

di Zenone Sovilla
[Nell’Europa dei Buttiglioni e di un rinato integralismo cattolico che soprattutto in Italia pervade con arroganza molte organizzazioni e financo istituzioni pubbliche nel nome delle radici cristiane (eterodirette) d’Europa, è forse utile riproporre questo articolo scritto sette anni fa].
Esercizio del potere sul territorio e controllo delle coscienze: la Chiesa cattolica romana e la lotta alla diffusione della Riforma protestante come passaggio centrale del processo storico italiano è un tema posto al centro di innumerevoli analisi. Nel corposo volume «Tribunali della coscienza: inquisitori, confessori, missionari» Adriano Prosperi, docente di storia moderna all’Università di Pisa, aggiunge un importante tassello a questa ricerca proiettandola anche nell’esame della società italiana del secondo dopoguerra.
L’autore, attraverso un’analisi dell’Inquisizione, passa a scandagliare la complessità del ruolo della Chiesa nell’età moderna in Italia. Una Chiesa che si è rivelata sempre vincente, anche negli anni bui della spaccatura, nell’età di Lutero e di Calvino: capace di dotarsi di strumenti, anche atroci, in un quadro di repressione violenta dell’«eresia», per conservare e consolidare il suo potere politico e religioso. Ma anche una Chiesa che riesce a instaurare un dialogo con i suoi «controllati»: in mancanza di un potere politico forte diviene essa stessa governo e si vede costretta a dare ascolto a molte istanze popolari. Sulla scorta della Controriforma, dunque, l’istituzione religiosa con tutte le sue strutture accentua la sua integrazione nella «società civile» e ne influenza l’evoluzione, nel bene e nel male, proiettando la sua ombra fino ai giorni nostri.

Ecco, ad esempio, la «guerra santa» dell’Inquisizione contro il libro, giudicato strumento sovversivo, che allontanerà un popolo dalla lettura. Ma ecco, di pari passo, che l’individuo svilluppa la propensione a scrivere di sé e a raccontare della propria esistenza. Molte storie di vita sono giunte a noi attraverso le fonti inquisitoriali. Storie che altrimenti si sarebbero perse nel tempo. «In Italia – spiega l’autore – si è conservato il fascicolo originale del processo (che generalmente è lunghissimo), tutto materiale di prima mano che riporta nell’integrità della sua ricchezza il racconto dell’accusato».
La ricerca proposta da Prosperi, precisa e articolata, offre nuovi elementi di analisi nel quadro della riflessione sui modi, sugli strumenti e sui tempi che caratterizzano l’affermazione dell’egemonia cattolica in Italia dopo la Riforma luterana. Un libro utile anche a spiegare fenomeni percepibili nell’Italia del 1997.

Adriano Prosperi, «Tribunali della coscienza», Einaudi, 1997, 708 pagine.

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