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L’Italia s’è desta

Per contribuire a una riflessione sui temi del patriottismo/nazionalismo sempre più cari agli ambienti istituzionali italiani, pubblichiamo il testo dell’inno nazionale e una nota su una proposta di legge, presentata a quanto ci è dato sapere nella scorsa legislatura, sull’esecuzione dell’inno d’Italia nelle scuole.
(3 gennaio 2002)

L’INNO DI MAMELI
(tratto dal sito del Governo)

Fratelli d’Italia
L’Italia s’è desta,
Dell’elmo di Scipio
S’è cinta la testa.
Dov’è la Vittoria?
Le porga la chioma,
Ché schiava di Roma
Iddio la creò.
Stringiamoci a coorte

Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò.

Noi siamo da secoli
Calpesti, derisi,
Perché non siam popolo,

Perché siam divisi.
Raccolgaci un’unica
Bandiera, una speme:
Di fonderci insieme
Già l’ora suonò.
Stringiamoci a coorte

Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò.

Uniamoci, amiamoci,
l’Unione, e l’amore
Rivelano ai Popoli
Le vie del Signore;
Giuriamo far libero
Il suolo natìo:
Uniti per Dio
Chi vincer ci può?
Stringiamoci a coorte
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò.

Dall’Alpi a Sicilia
Dovunque è Legnano,

Ogn’uom di Ferruccio
Ha il core, ha la mano,
I bimbi d’Italia
Si chiaman Balilla,
Il suon d’ogni squilla
I Vespri suonò.
Stringiamoci a coorte

Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò.

Son giunchi che piegano

Le spade vendute:
Già l’Aquila d’Austria
Le penne ha perdute.
Il sangue d’Italia,
Il sangue Polacco,
Bevé, col cosacco,
Ma il cor le bruciò.
Stringiamoci a coorte
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò

——————-L’inno in classe——————
Articolo da Aduc.it

L’ennesima chicca parlamentare.
E’ giunta l’ora di finirla con l’autodenigrazione dell’Italia e degli italiani, “è necessario stimolare nei giovani il sentimento di orgoglio per il patrimonio culturale e spirituale loro tramandato dalle precedenti generazioni”.
Come fare e’ presto detto, e scritto a quattro mani, dagli onorevoli Maretta Scoca e Alfredo Biondi nella proposta di legge 7171.

L’idea e’ semplice e di facile attuazione. Tutte le mattine i bambini delle elementari avranno la meravigliosa opportunita’ di ascoltare e cantare la composizione denominata “inno di Mameli”.
Come succede spesso sono i dettagli che definiscono un’opera d’arte, e i dettagli precisi e puntali di questa breve proposta di legge, compongono un vero capolavoro.

Il primo articolo detta l’obbligo ai direttori delle scuole elementari di “far diffondere, con l’uso di apparati fonici a circuito chiuso, all’interno di ogni aula o dei luoghi equipollenti, prima dell’inizio delle lezioni quotidiane” l’inno di Mameli. Preoccupandosi anche per quelle strutture sprovviste di tali apparati fonici dove “l’esecuzione è eseguita a voce dagli studenti”.

Nel secondo articolo si danno le disposizioni per i bimbi: le esecuzioni devono avvenire “stando in piedi, a capo scoperto ed in posizione decorosa”. (Il capo scoperto e’ un ricordo del tempo dei pantaloni corti, la posizione decorosa la possiamo immaginare, ma vorremmo avere maggiori chiarimenti in merito).
Per concludere, la prima lezione dell’anno scolastico vede i direttori scolastici che “provvedono ad illustrare agli studenti il significato simbolico dell’inno di Mameli e del vessillo tricolore”.
Per noi ormai e’ tardi per tornare alle elementari, ma siamo ancora in tempo a godere dell’inno di Mameli, che potremmo cantare in bagno la mattina, durante le operazioni di routine quotidiane, a testa scoperta e in posizione decorosa: Fratelli d’Italia … I bimbi d’Italia Si chiaman Balilla, … L’Italia chiamò…

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