Nonluoghi Archivio Referendum, quattro sì per la democrazia

Referendum, quattro sì per la democrazia

È quasi pleonastico invitare ad andare a votare il 12 e 13 giugno, ma un appello in più di certo non guasta, specie considerando la spada di Damocle del quorum (50% più uno dei votanti) che incombe sulla validità dei referendum.
Rilanciamo perciò, di seguito, alcuni appelli sui quesiti referendari (no all’energia nucleare, no alla gestione privatizzata e lucrativa dell’acqua, no alla legge sul “legittimo impedimento” che rende alcuni cittadini più uguali degli altri di fronte alla legge. L’appello dell’Anpi – Associazione nazionale partigiani d’Italia

“L’Anpi invita i suoi soci e tutti gli antifascisti e i democratici a partecipare al voto referendario del 12 e 13 giugno e a dare indicazioni coerenti col dettato Costituzionale, coi principi di libertà, giustizia, uguaglianza. A favore quindi della tutela dei beni pubblici, contro tutti i provvedimenti che possono mettere a rischio la salute e la sicurezza dei cittadini, e contro quelli che contrastano con l’esigenza e la necessità di una giustizia uguale per tutti”.

Appello da www.iovoto.net

IO VOTO!

Un grande evento di musica e spettacolo, di cultura e di politica. Una grande occasione di libertà.
Il 10 giugno tutti in piazza a Roma, ed in collegamento con altre piazze d’Italia, per la chiusura della campagna per i quattro SI ai referendum. Tutti insieme contro il nucleare, l’acqua privatizzata, il legittimo impedimento.
Non solo le associazioni e i movimenti che negli ultimi mesi hanno sostenuto questa grande battaglia di democrazia, ma anche tutte le forze politiche che vogliono condividere lo stesso impegno sui referendum, a prescindere dallo schieramento e dal colore di appartenenza.
Via ogni cappello di partito, gli italiani sono consapevoli che quello del 12 e 13 giugno non sarà un voto di sinistra, di destra o di centro, ma sarà un voto per il futuro di tutti.

Appello Cgil da www.cgil.lecco.it

I due referendum sull’acqua

Il Governo, con alcune leggi, ha stabilito che le aziende pubbliche dismettano buona parte del loro capitale per la gestione dell’acqua e favoriscano l’intervento dei privati. Questo significa la privatizzazione dell’acqua, l’aumento incontrollato delle tariffe, l’affidamento di un bene comune come l’acqua a dei privati. Il servizio dell’acqua sarà gestito secondo interessi privati e non secondo le necessità dei cittadini. Chi vuole che queste norme vengano abolite deve votare SI ai 2 referendum. Il voto cancella le leggi e le aziende pubbliche continueranno a svolgere il loro compito.

Se vincesse il NO o i cittadini non votassero in massa ci sarebbe il serio rischio di vedere “privatizzata” la gestione di un bene primario per la sopravvivenza, e tutto ciò che comporta in termini di costi per i consumatori e di effettiva qualità del servizio.
Il terzo referendum sul legittimo impedimento

Il terzo quesito riguarda l’eliminazione della legge del 2010. Questa legge ammette il legittimo impedimento del Presidente del Consiglio dei Ministri e dei Ministri a comparire in udienza penale. La legge è stata già epurata in parte dalla Consulta poiché è ritenuta parzialmente incostituzionale, ma la completa cancellazione avrebbe una grande importanza perché farebbe sì che tutti i cittadini fossero uguali dinnanzi alla legge, Ministri e Primo ministro compresi.

Se vince il SI e i cittadini vanno a votare, anche chi governa, se compie un atto non legale, viene sottoposto a giudizio.
Il quarto referendum sul nucleare

Il quarto quesito, particolarmente lungo e articolato, punta ad abrogare la norma, sempre varata dal Governo attuale, per la realizzazione sul territorio nazionale di impianti di produzione nucleare. È il cosiddetto “referendum sul nucleare”, tema oggi particolarmente scottante. Proprio per questo il Governo ha in questi giorni differito, ma non cancellata la norma, si è in attesa del parere della Corte di Cassazione. L’intenzione di rimandare ma non abolire la norma è stata anche pubblicamente dichiarata dal Presidente del Consiglio. Se sarai chiamato a votare e se vuoi che questa legge sia abolita devi votare SI al referendum.

Se vincesse il NO o i cittadini non andassero a votare, ci sarebbe un rilancio del nucleare in Italia e verrebbero realizzati nel territorio italiano impianti per questo tipo di produzione.

Si ricorda che il referendum è valido se si raggiunge il quorum ovvero se i votanti superano il 50%. Se non si vota si lasciano queste leggi in vigore. Avremo privatizzazione dell’acqua, un Presidente del Consiglio e i Ministri che non dovranno più rispondere alla giustizia dei loro misfatti, impianti per la produzione nucleare nel nostro Paese.

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Questo sito nacque alla fine del 1999 con l'obiettivo di offrire un contributo alla riflessione sulla crisi della democrazia rappresentativa e sul ruolo dei mass media nei processi di emancipazione culturale, economica e sociale. Per alcuni anni Nonluoghi è stato anche una piccola casa editrice sulla cui attività, conclusasi nel 2006, si trovano informazioni e materiali in queste pagine Web.

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