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La televisione e gli inceneritori

Nelle ultime settimane la televisione pubblica ci ha offerto due formule fra loro assai diverse di informare i cittadini sulla questione rifiuti. Straordinaria e per molti versi storica la puntata dedicata al tema da “Annozero” di Michele Santoro, un raro caso in cui la televisione pubblica anziché riproporre le voci delle solite mummie ha informato gli spettatori su ciò che realmente si muove nella società italiana. Nella fattispecie degli inceneritori, si è trattato in sostanza di voci profonde in grado di confutare la solita tiritera falsa e rassicurante sul senso e sulla pericolosità di questi impianti assurdi.
Altrettanto non si può dire per Mario Tozzi e “Gaia”. Nella puntata del 30 marzo il noto divulgatore televisivo, membro del comitato scientifico del Wwf Italia, è tornato sul tema e ancora una volta ha accompagnato lo spettatore nello sfavillante mondo dei “termovalorizzatori”, guarda caso quello gigantesco dell’Asm di Brescia (noto per il suo celebre “Award” americano). In questo caso i responsabili della megamacchina brucia-rifiuti (ormai 750 mila tonnellato l’anno) hanno potuto spensieratamente affermare, senza alcun contraddittorio, che l’inquinamento è irrilevante o che non vengono emesse diossine.
A questo mondo luccicante di alta e “innoqua” tecnologia venivano contrapposte le immagini della spazzatura per strada in Campania e le voci scomposte dei soliti cittadini che non vogliono gli impianti…
Il registro con cui “Gaia” affronta la vicenda italiana dei rifiuti non è passato inosservato e nei vari forum delle associazioni e dei comitati che propongono una gestione seria, con la riduzione e la raccolta differenziata porta a porta, non si contano le critiche – anche pesanti – al modus operandi giornalistico del conduttore del programma di divulgazione scientifica. Se ne sono accorti anche il ricercatore Stefano Montanari, esperto di patologie provocate da nanoparticelle emesse anche dagli inceneritori, che nel suo blog risolleva il problema e l’oncoematologa romagnola Patrizia Gentilini, che in un intervento elenca una serie di lacune gravi del reportage di “Gaia”.
Ognuno, poi, la pensi pure come crede, ma di certo restano gli interrogativi su come sia possibile che un programma del servizio pubblico, specializzato in divulgazione scientifica, possa subire certe “dimenticanze”…
z. s.

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