I Freelance sono usciti dal silenzio e dalla invisibilità. Mascherati da fantasmi si sono presentati questa mattina al convegno dedicato alla legge Biagi e organizzato dall’Associazione lombarda dei giornalisti al Circolo della Stampa di Milano.
Una provocazione giocata sul filo dell’ironia per manifestare davanti al sottosegretario al Welfare Alberto Brambilla e ai numerosi invitati il disagio dei freelance, giornalisti senza editore che rivendicano un ruolo nella piattaforma contrattuale e pretendono un vero tariffario anche per garantire libertà di stampa e diritto all’informazione.
I freelance assicurano in media il 70 per cento della copertura di notizie pubblicata quotidianamente, ma lavorano nell’ombra, hanno compensi irrisori, a volte offensivi della dignità dei lavoratori, come 1 euro lordo a notizia, oppure attendono fino a 13 mesi per ricevere quanto dovuto per gli articoli. Non hanno accordi preliminari, quindi tutto si basa sulla parola, con il rischio di concordare un prezzo per un servizio e vedersene un altro, dimezzato, al momento di riscuotere.
Numerosi gli slogan su cartelli e volantini. “Informare e non essere: questo è il freelance”, “Pagamento a 30 gg: Decreto Legge 231/02.
Pagamento da 60 a 500 gg: realtà 2006”, “Garanzie, tutele, diritti. Mission Impossibile” ma anche “Informazione di qualità. Massima professionalità. Compenso da carità” e, con un’attenzione alle agitazioni contrattuali in corso: “Molto ci sfruttano. Tanto ci maltrattano. Nel contratto non ci trattano”.
Con questa prima uscita pubblica, i freelance, “schiavi dell’informazione”, rompono le catene del silenzio.
Giornalisti Senza Bavaglio – www.senzabavaglio.info