Nonluoghi Archivio La cultura italiana ai tempi di Harry Potter

La cultura italiana ai tempi di Harry Potter

Qualche settimana fa ero in Posta, un piccolo ufficio in un piccolo paese di campagna. Sono trasalito leggendo un cartello affisso al vetro davanti all’impiegato, recitava all’incirca così: “Qui puoi prenotare la tua copia di Harry Potter”.
Leggere quell’avviso mi ha dato un po’ di fastidio. Ho pensato, alla faccia dei problemi di distribuzione della piccola editoria indipendente. [1] Nei giorni seguenti, sui grandi mass media solitamente tanto avari nei riguardi dei libri (sopratutto se “scomodi”), è stato un crescendo agiografico attorno all’evento. Fino all’apoteosi odierna: ci è stato ripetuto in tutte le salse che nelle librerie si stavano aprendo gli scatoloni delle 600 mila (!) copie dell’opera. Il che colpisce soprattutto per il contrasto con gli innumerevoli silenzi su altri avvenimenti culturali.

L’analisi dell’atteggiamento dei media nei riguardi di questo fenomeno offre alcuni spunti interessanti di riflessione sulla situazione più generale del panorama culturale italiano.

L’eccitazione per l’evento Harry Potter appare, infatti, speculare all’appiattimento progressivo che si registra nell’informazione culturale italiana. Anche contenitori tradizionalmente piuttosto corrosivi e liberi danno l’impressione di essere oltremodo attenti alla trattazione di argomenti culturalmente e politicamente neutri. Un po’ come quelle associazioni pseudoambientaliste che mobilitano energie enormi per salvare le balene, ma non si adoperano per salvare la gente che muore o si ammala dentro e fuori le fabbriche di quartiere (la prima azione è politicamente neutra, la seconda, no, perché tocca interessi precisi e delicati).

Ma torniamo alla cultura e ai mass media. Ci sembra allarmante che spazi di informazione – a cominciare dalla radio – che per decenni hanno rappresentato un importante territorio di libertà e di stimolo delle coscienze, vadano via via assumendo le sembianze di luoghi di culto, dove tutto si dice sottovoce, con tono mellifluo e con grande attenzione a non scontentare nessuno; dove cresce il gusto per i pipponi salottieri e si sfiorano appena oppure s’ignorano del tutto i temi più assillanti della nostra epoca. Si scivola con “neutralità” politicamente corretta sulle cose della vita.
(E in questo quadro, caliamo un velo pietoso sul ruolo degli intellettuali di oggi: altro che risvegliare le coscienze, questa è una noia mortale che “diverte” solo il potere!)

Un altro capitolo interessante, giusto per tornare all’ambito editoriale librario, sono i vendutissimi volumi ripubblicati e venduti a prezzi stracciati dai grandi quotidiani o dai periodici. Non starò qui a spiegarvi perché non credo che da queste iniziative il mondo dei libri abbia davvero di che guadagnare: c’è chi dice che sono centinaia di migliaia i nuovi lettori conquistati, io ritengo che tutt’al più siano in prestito, ma forse sono addirittura in buona parte sovrapponibili alla tradizionale clientela delle librerie (come dire che in fin dei conti queste grandi iniziative potrebbero aver solo sottratto spazi e introiti all’editoria libraria, soprattutto a quella che fa già fatica a sopravvivere). Mi limiterò a mettere in luce un aspetto che trovo quantomeno singolare: che le pagine di cultura di queste grandi testate dedichino ampi spazi di apertura ai libri in vendita col giornale, quasi che la semplice ripubblicazione di un best seller fosse l’evento culturale del giorno…
Come se quei libri avessero offerto al Paese nuovi talenti o nuovi argomenti, non i soliti libri con un vestito nuovo.

Per completare il quadro degli “operatori culturali”, meritano un cenno negativo anche le librerie. Da un lato il processo di progressiva espansione della logica del grande network, con conseguente omologazione culturale secondo le premesse mercantili; dall’altra la fatica degli operatori minori, che li spinge comunque ad adottare scelte che privilegiano i marchi dominanti e pubblicizzati, a scapito della biodiversità editoriale e culturale; ne fanno le spese anche qui i piccoli editori indipendenti che non hanno visibilità nelle librerie e anche quando azzeccano un titolo (ma parliamo di qualche migliaio di copie non certo di 600 mila!), rischiano di non essere attrezzati per sostenere i tempi (pagamenti a cinque-sei mesi) e i rischi (insolvibilità) del processo di traduzione in pecunia di un successo editoriale in miniatura.

Per finire, sia pure in sintesi e con la speranza che qualcuno voglia proseguire questo dibattito, un suggerimento ai numerosi personaggi pubblici che amano rappresentare punti di vista critici nei riguardi del potere e del “sistema”, ma che poi affidano le loro pubblicazioni ai soliti, grandi gruppi editoriali: cominciate voi, dalle vostre posizioni priviligiate, a dare una scossa a questo ristagno culturale, sfuggite alle tentazioni dei grandi marchi (dietro ai quali talora si nascondono sempre gli stessi soggetti) e destinate i vostri libri al villaggio brulicante dei piccoli editori indipendenti e quasi sempre col fiato corto. Sarebbe una boccata d’ossigeno per loro ma anche per il triste panorama culturale italiano.

(z. s.)

p. s. Nel frattempo Poste Italiane, dopo un sensibile aumento delle tariffe ha pure introdotto un nuovo regolamento applicativo delle norme sulle agevolazioni garantite agli editori per le spedizioni: dal 2005 non è più possibile inviare pieghi di libri a prezzo ridotto nell’ufficio postale indicato nell’autorizzazione, ma è necessario conferire la corrispondenza a uno dei pochi uffici abilitati sul territorio nazionale, generalmente ubicati nei capoluoghi provinciali e spesso in area industriale. Per molti piccoli editori disseminati nel territorio italiano significa di fatto dover rinunciare alle agevolazioni. Altro che politiche per la promozione del libro…

NOTE:

1. Dal sito di Poste Italiane Spa:

“Harry Potter e l’Ordine della Fenice
Nei PT shop con esposizione e vendita è possibile prenotare il libro per ragazzi “Harry Potter e l’Ordine della Fenice” (fascia di età: 9-12 anni) la cui uscita ufficiale è prevista il 31 ottobre 2003.
L’offerta PT shop prevede uno sconto del 15% sul prezzo di copertina. Per la prenotazione è richiesto un anticipo di 5,00 euro. Il saldo di 15,40 euro sarà versato al momento del ritiro del libro presso l’ufficio postale.
Prezzo totale: 20,40 euro (prezzo di copertina: 24,00 euro).

Il libro Harry Potter e l’Ordine della Fenice può essere acquistato anche negli uffici postali con vendita a catalogo al prezzo di copertina di 24,00 euro. Il libro sarà recapitato direttamente a domicilio a partire dalla data di uscita.”

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Questo sito nacque alla fine del 1999 con l'obiettivo di offrire un contributo alla riflessione sulla crisi della democrazia rappresentativa e sul ruolo dei mass media nei processi di emancipazione culturale, economica e sociale. Per alcuni anni Nonluoghi è stato anche una piccola casa editrice sulla cui attività, conclusasi nel 2006, si trovano informazioni e materiali in queste pagine Web.

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