ECUADOR NEWS – DIARIO N.1 Cara Non luoghi, Oggi desidero farvi participi di questa nuova tappa del cammino in America Latina, nell’ambito di un progetto di scambio e di mondialitá promosso dall’Ass. Internazionale “Noi Ragazzi del Mondo” e della “Comunidad Internacional de Capodarco”. Sono atterrato in Ecuador da poco piu’ di una settimana e desidero tanto condividere insieme a voi questo mio primo diario. Il viaggio trans-continentale mi ha dato il tempo (25 ore!) per riflettere sul significato di LIBERTA’. Ho lasciato un’Italia piena di incognite nelle mani di un Berlusca che vuole governare come un padrone che ha costruito il suo impero con la corruzione, con la mafia, con la copertura di Craxi. Giungono fino alle Ande gli echi del pericolo che corre la democrazia:”Con una coalicion de ex fascistas y populares de derecha, el magnate conquisto el poder: un riesgo para la democracia y para el fragil euro”(El Comercio, 20/5/2001).
Fatemi sapere se mi devo considerare un rifugiato politico…. Forse dobbiamo ritornare ad essere PARTIGIANI della RESISTENZA contro il polo delle liberta’ ….?!?! ….Ho fatto scalo anche a New York, alla statua della liberta’; penso ai miei zii che emigrarono all’inizio del secolo….Oggi ben 2 milioni di ecuatoriani sono emigrati in Spagna, Italia, Usa, ecc, su di totale di 12 milioni . E’ notizia di ieri che 222 minori di questa provincia, provenienti dalla campagna, in zona indigena, costretti ad emigrare all’estero,e in Uruguay a causa della poverta’, in condizioni di semischiavitu’, a vendere artigianato in cambio di un piatto di riso e una merenda in proporzione alle vendite… ….Sono passato anche per Bogotá dove il Plan Colombia, la lotta al narcotraffico e’ solo un pretesto per mascherare il nuovo imperialismo Usa.
Atterro in Ecuador e all’aereoporto, alle 22.00 di sera, mi aspettano Claudia, directora della comunitá “Cristo de la calle”, e Adolfo dei “Muchachos solidarios” di Quito. Sono ospite di P. Giorgio de Checchi (che sta partendo per Roma per partecipare ad un convegno su Etica e Economia portando l’esperienza ASA) e p. Attilio, missionario padovano, visto che Gianni e Nadia Tarquini (coordinatori generali di Capodarco) vanno una settimana all’Oriente, nell’amazzonia equatoriana. Trascorro due giorni insieme a Monica Silva e ai Muchachos Solidarios: sono felice di come sta crescendo questo progetto di ragazzi lustrascarpe di cui sono anch’io fondatore fin dall’inizio, nel luglio ’99. Luis, Paul, Sencillo, Francisco, Juan, lustrano scarpe nel centro storico, concentrandosi in Piazza Indipendenza, guadagnano tre dollari al giorno, non pranzano per risparmiare e contribuire all’economia familiare. Sono orgogliosi del loro lavoro nel laboratorio al Terminal a preparare bigliettini (il mio pensiero corre subito a come commercializzare e diffondere in Italia questi prodotti “artigianali” anche attraverso il commercio equo). Mangiano avidamente il piatto di riso e patate che gli prepara Monica e poi verso le 18,00 vanno alla scuola serale. Paul e’ il leader del gruppo ma si sta preparando a emigrare in Spagna per aiutare la madre malata di tumore. Monica mi accompagna al mercato popolare di S. Roque dove lavorano in condizioni misere i genitori indios dei ragazzi lustrascarpe: sgranano le pannocchie di mais in mezzo a poncios colorati spenti dalla sporcizia, dalla puzza tra neonati che giocano e cani che abbaiano.
Giovedi arrivo a Ibarra, 2 ore a nord di Quito: sono fraternamente accolto dalla comunitá per minori abbandonati, di strada, “Cristo de la Calle”, Claudia ( la direttora di 28 anni, la mia eta) e’ una “sorella” a cui sono profondamente legato . Vivo nella casa-famiglia di Anita e Xiomaira,17 e 16 anni, le prime ragazze di strada con cui Claudia, Margot e Licia nel ’94 hanno iniziato quest’avventura di accoglienza familiare. La sera stessa vengo coinvolto nell’incontro quindicinale dei”Jovenes luchadores para una ninez justa”, la meta’ del gruppo e’ nuova rispetto a due anni fa. Si discute dell’organizzazione dei turni, delle responsabilita’ , di chi lavora al parco di Yuyucocha affidato a Capodarco, come inserimento lavorativo di ragazzi/e “a rischio d’esclusione”; Jimmy, 18 anni, e’ il coordinatore. La domenica seguente vedo tutti direttamente all’opera in questo parco con piscina, giochi, bar: gli adolescenti lavorano con impegno e responsabilita`, migliorando il Parco S. Ubaldo (in memoria del gemellaggio con Gubbio ) rispetto alla passata gestione (“indecente”) della comunitá per disabili “Casaccia Angelo Franco”. La domenica mattina viene dedicata alla formazione di tutta l’equipe di educatrici, assistente sociale, psicologa: un lavoro di conoscenza di se stessi in una cosmovisione globale, nella relazione educativa con i ragazzi, tra uomo-donna, bianco-indio.
Lunedi e martedi partecipo a due giornate di seminario con il coordinamento cittadino di ong e istituzioni che lavorano per i diritti dei e con i ninos y adolecentes per organizzare la festa del Nino, in programma il prossimo 1 giugno. Nella provincia di Imbabura ci sono circa 7.000 ragazzi lavoratori , spesso in condizioni di sfruttamento. E’ da notare che il Municipìo di Ibarra ha elaborato un’ordinanza para “erradicar el trabajo infantil peligroso” (sradicamento del lavoro infantile pericoloso e sfruttato) che vogliamo far applicare (una conferma alla posizione “critica” dei NATS sul lavoro minorile, che voglio approfondire). Le varie opinioni convergono sull’importanza di sostenere case di prima accoglienza per ragazzi/e di strada, di cui Cristo de la calle e’ capofila, che andrebbe sostenuta con finanziamento pubblico del Patronato(assessorato sociale del municipio-comune) per garantire la piena cittadinanza, la soggettivitá del nino,nina y adolecente. Nella mia casa-famiglia festeggiamo il compleanno (per la prima volta nella loro vita) di Rosario e Alejandro (7 e 5 anni) con torta, pop-corn, foto, stelle filanti e palloncini colorati. Malgrado la dollarizzazione che ha triplicato i prezzi rispetto a quando sono venuto io due anni fa, si fa di tutto per costruire una normalitá familiare per chi e’ affamato di amore.
Il fuso orario (piu’ sette ore) ancora mi rincoglionisce; rivedo persone e luoghi gia’ conosciuti ma avverto la sensazione che e’ tutto da riscoprire di nuovo…Sicuramente mi aiuteranno Gianni e Nadia, che incontrero’ domani mentre andro’ con Monica verso Riobamba, in zona indigena, a capire da dove provengono i ragazzi lustrascarpe.
Salutoni da Cristiano Morsolin, Ibarra mercoledi 23 maggio 2001