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Se la nuova povertà sui media è solo una storia come tante altre...
Una lettera da Rovigo: l'importanza dell'informazione contro le mistificazioni della realtà
 

  Vi scrivo da Rovigo, prima di tutto voglio farvi sapere che l'idea di un'informazione corretta, che Nonluoghi cerca di diffondere, mi sembra rivoluzionaria addirittura al giorno d'oggi e mi trova pienamente concorde e solidale. Non sto qui a sviolinare altro, dico solo che ho letto nel sito , finalmente, articoli obiettivi.
    Vorrei parlare dell'indifferenza: mi rendo conto da tempo ormai che se in Italia si volesse cambiare qualcosa basterebbe non guardare la TV per un certo periodo, oppure iniziare a dare informazioni in modo obiettivo...

   Non è che io creda che la Tv abbia poteri particolari, penso solamente che abitui le persone a una sofferenza continua da cui in qualche modo deve difendersi, uno dei modi è l'indifferenza per l'appunto, che poi applichiamo, purtroppo, nel nostro quotidiano in molti modi senza rendercene conto. Ho notato che le notizie nei quotidiani e alla Tv funzionano come le mode, 15/20 giorni il serial killer, 15/20 giorni la strage del sabato sera e così via (ma è davvero questa la realtà?), lasciando tra le righe le quotidiane disperazioni di chi, nel 2001 di cui ci riempiamo tanto la bocca, muore di fame sotto i nostri occhi. 
   Per citare un esempio abbastanza grave ,secondo il mio punto di vista, in un servizio di Tg2 Costume e Società si è parlato del barbone Eugenio che viveva in una roulotte alla periferia di Roma (e mentre il giornalista spiegava, la telecamera visionava un ammasso di rifiuti e un rottame definibile di tutto tranne che roulotte) ed è morto serenamente di fame ma con i suoi tre cani che l'adoravano e che hanno cercato di proteggerlo anche dopo morto, il servizio ha continuato a parlare dei cani che non mangiavano quello che la gente portava a loro e che poi il Comune si è preoccupato di far adottare... Poi, finiva con l'intervista a una abitante del quartiere che dichiarava che i cani sono meglio degli uomini... sono d'accordo.

   Ora vorrei proprio sapere cosa voleva dire quel servizio lì, sappiamo solo che una persona di nome Eugenio è morta di fame e che amava i cani, se i vicini di quartiere portavano da mangiare a lui non si sa, se il Comune ha cercato di aiutarlo non si sa... perché trasformare le notizie?

   Domenica nella mia città la cronaca riportava la seguente notizia: maestra 48enne muore di stenti e fame e non chiede aiuto. L'articolo che segue si contraddice dicendo che questa signora era molto dignitosa, tutte le mattine usciva di casa e confidava ai vicini che apprezzava solo la domenica perché nella sua cassetta della posta non trovava bollette da pagare e che ogni tanto bussava alla loro porta per chiedere soldi per mangiare. Anche qui non riesco a trovare un significato logico se non quello che farmi paura di vivere in un mondo simile... Paura perché anch'io non navigo in buone acque, paura perché mi tolgono la visibilità appioppandomi una etichetta qualsiasi: fame , povertà, maestra 48enne, disoccupato eccetera e ancora paura perché non trovo attorno a me occhi capaci di vedere la realtà per quello che è...

   Potrei anche dire qualcosa sulla falsità del mito del benessere del NordEst e sulla corsa alla professionalità che nascondono sfruttamento a livelli di 30 anni fa e disoccupazione, su corsi professionali che danno 1000 lire orarie di Borsa lavoro e attestati di carta straccia ma che fruttano molti milioni alle aziende che li ospitano...
Quello che voglio dire è che una informazione corretta è fondamentale, la consapevolezza di quello che ci circonda può essere il motore di cambiamento, che i disastri e la fame siano sempre esistiti si sa, ma bisogna essere consapevoli che in tempi simili dove il benessere sembra imperare nel nostro Paese, mentre la fame e il non lavoro sarebbero cose da paesi poveri, sono frutto solo di notizie che ci hanno letteralmente somministrato giorno dopo giorno. Credo pure che noi Italiani siamo un popolo generoso, infatti sono molti quelli che ancora si indignano: bisogna attraversare la linea di confine dell'indignazione e dell'impotenza acquisendo, appunto, consapevolezza...

   Mi scuso se mi sono dilungata ma ho scritto con il cuore e sono tanti gli argomenti che avrei voluto toccare, spero di non avere messo troppa carne al fuoco, sarei veramente "sollevata" nel trovare  nel sito di Nonluoghi articoli riguardanti le nuove povertà (altra etichetta), spero che i miei spunti possano in qualche modo servire.

Simonetta Cavallaro - Rovigo



 
 
o Riceviamo spesso dai frequentatori del sito messaggi, per noi preziosi, che ci incoraggiano a lavorare sul tema della qualità dell'informazione.
Ne pubblichiamo uno molto significativo che 
ci ha inviato
da Rovigo Simonetta Cavallaro. La sua è una conferma della centralità della questione mass media in questa epoca di facili rimozioni e di smarrimento indifferente di fronte a processi locali 
e globali che causano enormi danni sociali, spesso in modo subdolo: se non lo fa la stampa, chi può mettere a nudo questi fenomeni favorendone
la percezione pubblica?

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(20 febbraio  2001)

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