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Un prete scrive al governo italiano: "Cecenia,  un silenzio di tomba"
I volontari: "Qui siamo in mezzo ai profughi, non è possibile che il mondo stia a guardare"
 

   Perchè stupirsi di fronte alle notizie e immagini che giungono da Grozny: torture, esecuzioni sommarie, massacri di civili inermi da parte delle truppe russe?
E poi quante altre guerre ci sono in giro per il mondo?
Tranquilli, è solo... una guerra.
   Se è vero che tante sono le guerre in atto, quanto sta (..o stava) avvenendo in Cecenia ci vede direttamente coinvolti: visto gli accordi economico-militari (già denunciati alla Marcia della Pace a Siena lo scorso 31 dicembre) tra l'Italia e la Russia, il viaggio del ministro Dini a Mosca per incontrare Putin...
Q uindi le notizie e le immagini di questi giorni dalla Cecenia ci vedono, di fatto.. complici.
   Sono tanti gli appelli inviati all'ambasciata Russa a Roma e anche al Governo Italiano.
  Pax Christi si è fatto, insieme ad altri, portavoce di questi appelli.
L'Ambasciata di Russia in Italia ha risposto in data 22 novembre 99, a mons. Diego Bona, Presidente di Pax Christi, rimproverando il Vescovo di non essere "correttamente informato", allegando anche una videocassetta che, mostrando immagini di inaudita crudeltà, pretende di giustificare l'operato delle truppe russe in Cecenia.
   Mosaico di pace (rivista mensile promossa da Pax Christi) riporta tutta la documentazione sul numero di febbraio 2000) Non è certo allegando a questa lettera le immagini delle atrocità russe a Grozny, che si può sperare di uscire dalla folle logica della violenza
   E' un'altra la strada da percorrere, non quella della guerra. 

   Pax Christi, in un comunicato dello scorso 24 gennaio affermava:
"Non vogliamo che il silenzio dell'indifferenza sia più assordante dei colpi di  cannone e delle grida di dolore delle tante vittime innocenti diquesta guerra e di tutte le guerre più o meno dimenticate."

Il silenzio temuto di fatto si è realizzato.

   A dire il vero il silenzio è stato rotto, pochi giorni fa, da una telefonata di due amici, Andrea e Daniele, volontari dell'operazione Colomba (Ass.ne Giovanni XXIII). Erano in Cecenia, a 50 Km da Grozny. E' facile intuire cosa hanno visto e sentito. "E' una tragedia - mi dicevano - che si consuma nel silenzio. Come è possibile assistere in silenzio a tutte queste atrocità? Siamo in mezzo ai profughi, oggi in Inguscetia ce ne sono circa 180.000. Non è possibile che la Comunità Internazionale stia a guardare, con 'rispetto' verso la Russia. E' una politica estera sporca, che ha due pesi e due misure. Dillo, anche a nome nostro, al Governo Italiano, alla Comunità Internazionale.".

   Per questo mi amareggia:

- Il silenzio ufficiale del nostro Governo  (questa è la mia 5a lettera senza risposta!) Forse perché gli affari valgono più dei diritti umani?

- Il silenzio di chi ha trovato il tempo per sparare sul 'silenzio dei pacifisti' dalle pagine di alcuni giornali, ma, forse, non ha trovato il tempo per prendere in mano il telefono o scrivere, magari dalle pagine del proprio giornale, all'ambasciata Russa, al nostro Governo o al parlamentare conosciuto della proprio zona, oppure... qualcos'altro, ma che esprimesse un impegno in prima persona contro la guerra. 
E sui mass-media lo spazio dato alla Cecenia è di gran lunga inferiore a tante altre notizie...

- Il silenzio dei politici, quasi tutti, al di là delle appartenenze partitiche, concordi nel tacito assenso. Il ripudio della guerra, la vendita delle armi non è così fondamentale nella politica? Certo non è tema importante in campagna elettorale..

- Il silenzio anche della Chiesa italiana 'ufficiale' che potrebbe con maggior coraggio profetico ricordare il rispetto almeno delle regole già esistenti in materia di commercio di armi e diritti umani. Così come c'è stata una recente dichiarazione sul Congo, perchè non richiamare, anche per la tragedia della Cecenia, che ci vede coinvolti direttamente, l'urgenza della pace e il 'no' alla violenza e alla guerra ?

Sugli accordi economico-militari Roma/Mosca è caduto un silenzio davvero... di tomba?

Non perdo la speranza di ricevere una risposta, meglio ancora se una smentita.


o Pubblichiamo la lettera inviata nel marzo scorso da don Renato
Sacco
del Consiglio nazionale di
Pax Christi
al presidente
del Consiglio,
al ministro degli Esteri, Piazzale Farnesina,
al ministro Commercio con l'estero, 
al ministro per le Politiche comunitarie, 
e per conoscenza
all'ambasciata di Russia a Roma,
all'Onu e agli
organi di informazione.
Questa lettera - che ci è giunta mediante la mailing list di peacelink - 
è la quinta, 
il governo non risponde.
E così facendo si rende sempre 
più complice.
Come chi tace nei mass media
o nella 
chiesa "ufficiale".

(10 aprile 2000)

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