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Nei colori la memoria storica e il sogno del popolo zingaro
Viaggio nella pittura di Olimpio Cari, un artista sinto che abita in Trentino
 

   «Pal u pàmiso», in lingua zingara, significa «al di là delle montagne» - e «Paropàmiso» era chiamato in origine lo Hindukush, catena montuosa tra l'Afghanistan e l'India: un legame linguistico che dimostra l'origine orientale degli zingari e la diretta derivazione della loro lingua dallo sanscrito.
«Pal u pàmiso», cioè dietro il visibile e l'apparente, lo zingaro sinto Olimpio Cari si proietta per dipingere, nell'antichissima tecnica della pittura sul retro del vetro, i suoi quadri. 

   Sono dipinti pieni di colori e di ori, con forme orientaleggianti, che sembrano espressione della memoria storica del popolo zingaro, della loro origine indiana e del loro lungo cammino, attraverso i paesi orientali, fino in Europa. 
   Enigmatica, telepatica è anche la storia dell'iniziazione di Olimpio Cari alla pittura: sentì il bisogno di esprimersi con i colori dopo una visita alla tomba di Marc Chagall (che per un certo tempo aveva usato, pure lui, la tecnica della pittura su vetro).

   E se è stato detto che dopo Auschwitz non si sarebbe più potuto fare della poesia, Olimpio Cari, appartenente ad un popolo vittima dell'Olocausto, dimostra con la sua pittura che i sogni sono ancora possibili.

(13 aprile 2000)

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Dal 23 al 30 giugno 2000 Olimpio Cari, artista zingaro sinto che abita in Trentino,
esporrà le sue opere a Falconara Marittima (Ancona), nel Garage Fanesi di Piazza Mazzini, nel corso di una settimana dedicata alla cultura zingara, in modo particolare a quella sinta, e sostenuta dall'Ufficio Cultura del Comune di Falconara Marittima. 
Dal 15 al 21 luglio espone a Pergine Valsugana (Trento), sala Mayer.

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Zingari
aprile 2000

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