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La vicepreside
Racconto
 

di SIMONA VERRUSIO

   Non posso parlare in prima persona della mia psiche perché non la conosco.
Ho il corpo rigido a partire dalle spalle. Anche il collo non si muove. E' piantato e fermo, certo perché se lo ruotassi anche di poco vedrei altro rispetto a quello che voglio vedere e capirei quanto ho vissuto male. 
Ho però il mio posto di potere.
Gestisco la vita degli altri.
La organizzo.
Se non l'ho fatto con la mia, lo posso fare con quella degli altri.
Sì, perchè sono Vicepreside in una sperduta località dell'impero romano: Rignano Flaminio.
Anzi, ho lavorato affinchè la mia posizione non potesse essere scalzata. 
I docenti non mi votano per eleggermi. No.
Sono la fiduciaria del Preside, che mi sceglie, da solo, ogni anno.
Vedo tutto, capisco tutto, ascolto tutto. 
Le confidenze che estorco le uso contro.
Lo so io con chi ho a che fare, lo so io come fare. 
Mi sono fatta anche una stanza tutta per me, a scuola. Uno spazio per me, solo per me.
Dove ricevo gli alunni, i professori, il preside, le mamme e i papà degli alunni, i bidelli. 
- " IN CLASSE! " Urlo da quando arrivo a quando vado via.
Siccome ci sto poco in classe, perché sono la fiduciaria, lo posso fare.
Gli alunni non mi piacciono. O sono troie neanche buone a fare le cameriere o sono delinquenti con la vita segnata, però basta che stiano in classe.
Sono furba, dico una cosa e lavoro per un'altra.
Le visite di istruzione le faccio. Certo. 
Solo le crociere. Lo sai, dico agli altri, se il Preside mi ci manda…, se no ho altro da fare nella vita.
Non è vero.
Quando torno a casa non mi piace. Non ho niente da fare di reale, a parte le piccole attività di sussistenza fisica.
Non ho niente di cui parlare, con nessuno, perché io parlo dei fatti degli altri.
So come non farmi muovere critiche. Non per amore, no, per vendetta.
Vendetta su una vita che è stata arida.
Arida di calore.
Anche il settore sentimentale, certo io divido tutto a settori, li cementifico gli argini, è stato un po’ arido.
Il mio uomo, quando si è sposato con un'altra, mi ha mandato tante cartoline dal viaggio di nozze, la luna di miele, e anche da dove è andato a vivere. Più di 100 me ne ha mandate, così io ho iniziato a fare la collezione, di cartoline.
Li voglio forti gli uomini, che scopano bene. L'ultimo per Natale mi ha regalato un profumo dozzinale, quello che aveva fatto alle sue segretarie. Bè forse non ha avuto tempo. E' un uomo impegnato.
Anche io sono una donna impegnata, io.
Però quando andavo a casa sua a passare la domenica, io a prendere il sole e lui in casa, mi apparecchiava con i sottobicchieri. E se riceveva la telefonata della sua fidanzata sarda era così sincero che me lo diceva. Mi faceva vedere anche i gioielli che le regalava.
Però poi, quando andava fuori per lavoro o per vacanza, qualche volta telefonava anche a me. 
Da fuori, per sentire come stavo. Se lo potessi sapere anche io come sto!?.
No, no, sono forte, tutta di un pezzo. 
E così come non c'è speranza per me non ci deve essere nemmeno per gli altri.
Però io sì che  so come dovrebbero andare le cose.  Ho capacità organizzative, lo dice anche il Preside.
Anche il bar di Giovanni, quello vicino alla scuola, lo gestirei meglio di lui. Con più rapidità con più efficienza.
Per ora però ho fatto in modo che per il rientro pomeridiano non andassero più da lui, le mie alunne.
NO! Li faccio stare a scuola gli alunni. Non escono, non spendono.
Se la portano da casa la merenda o il pranzo. E se no peggio per loro.
Ma non so se sono peggio di quello che faccio vedere. O meglio.
Ho fatto mandare le lettere dal Preside ai "professori".
Così imparano a rigare dritto. A non fare tardi.
Anche ai bidelli.
Così imparano pure loro.
D'estate è una tragedia, però per fortuna che a scuola ormai si lavora anche d'estate. E si formano le classi. E io i bocciati (il 30%,  anche se in una classe non ci sono, IO li faccio arrivare a questa percentuale) li metto tutti insieme. Così faccio la classe ghetto.
E quanto odio le  professoresse - mamme chioccie.
IO le voglio sterili, come me.
- " CURATI ! "  -  Urlo nel telefono a quelli che stanno male.
- " CURATI ! " -  Tutto curati che così come sei non vai bene, troppo umano, troppo fragile, troppo debole, non sai tenere la disciplina.
Il mio mondo è fatto di vuoto riempito di parole vuote sui fatti e azioni degli altri.
Però la sera la ricevo qualche telefonata. Dal Preside, alle 22, 22.30. Ci diamo la buonanotte.
Farò il concorso da Preside, quando uscirà. Lo so io come fare. 
Così poi potrò farle anche io a qualcuno le telefonate. Alle 22, 22.30.


o Simona Verrusio è nata a Siena nel 1966 e vive 
a Roma "purtroppo" insegna.
Ha partecipato all'ultima edizione del laboratorio-
lettura Ricercare di  Mantova ricevendo plausi e botte.

I racconti
per una
letteratura
civile
 
 
 

 

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