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pensieri

Ignoranti non si nasce, ci fanno diventare
A chi giova il controllo dell'informazione...
 

di ALEX FAGGIONI

    Spesso, troppo spesso, mi rendo conto che si vive in una società falsata, in una dimensione particolarmente aberrante che mira a sopprimere l’individuo nella sua personalità sostituendo la coscienza - sia personale sia collettiva - con un nuovo tipo di modello universale quello dell’attenzione al solo io.
 

    Noi, cittadini agiati e benestanti di questo pianeta, stiamo vivendo sotto una campana di vetro che ci rende ciechi e sordi tenendoci all’oscuro di come funziona questo sistema globalizzato. E a tanti forse va bene così. Si decide quali sono le notizie che possono passare all’attenzione di quel poco che rimane dell’opinione pubblica, perché così facendo si continua a garantire la tenuta stagna di quella campana di vetro. Non deve essere scordato l’effetto esplosivo che ebbero le prime immagini mandate in onda alla fine degli anni sessanta sulla guerra del Vietnam, occorre rammentare che la non censura di quei documenti funse da catalizzatrice al movimento di contestazione ed oggi proprio per evitare qualsiasi forma di dissenso organizzato di massa si stronca il problema alla radice. La società è immersa in un torpore causato da tv e giornali che filtrando le notizie tengono a bada l’accendersi di qualunque tipo di disordine. Tra i giovani non va più di moda parlare di politica, od occuparsi dei problemi sociali, la nuova frontiera dell’interesse dei ventenni è quella che spazia dal grande fratello alla partita di calcio trasmessa in prima serata, oppure dalla bella macchina dell’amico all’ultima ragazza conquistata dal play boy di turno.
I veri, inconfutabili, gravi e grandi problemi che attanagliano il mondo d’oggi sono, non a caso, nascosti all’opinione pubblica.
 
 

   Quando la Nato stava bombardando in Kossovo nessuno disse perché lo stava facendo. Gli inviati dei tg non facevano altro che continuare ad esaltare con immagini, parventi di propaganda, la macchina militare dell’alleanza atlantica. Il messaggio che con successo si fece arrivare al pubblico fu un messaggio tetro, di morte. Un messaggio che esaltando l’azione della Nato giustificava l’intervento militare che non venne concepito come violento, aggressivo o disumano, ma venne inteso come necessario per la rappacificazione della zona. La storia ricorda forse episodi di violenza sedati con la violenza? Perché quando durante i bombardamenti scoppiò lo scandalo silenzioso dell’uranio impoverito nessun tg ne parlò? Perché solo ora che c’è il timore di contaminazione di volontari italiani si accenna timidamente il problema? E la gente che in quei luoghi ci deve vivere? Silenzio.
 
 

   Dove è finita l’intelligenza degli uomini? Ho visto io stesso padri di famiglie intere riunite al margine delle basi militari non per manifestare contro i raid ma muniti di binocolo per mostrare ai figli il portento di quegli strumenti di morte che partivano carichi di bombe e ritornavano vuoti. Ufficialmente l’alleanza atlantica intervenne nell’ultimo conflitto balcanico per “liberare” il Kossovo dalla violenza perpetrata dai serbi nei confronti degli albanesi. Perché nessun mezzo d’informazione fatta esclusione per internet menzionò mai il progetto 8, quell’oleodotto pensato per attraversare i Balcani e che fornirebbe petrolio dal mar Caspio senza dover passare ne per la Russia ne per alcun paese islamico?

   Esempi concreti della nefandezza con la quale i media ci tengono disinformati ce ne sono un infinità. Il conflitto ceceno viene giustificato da Mosca e da tutti gli organi d’informazione come una lecita campagna contro il terrorismo. Il fatto che l’esercito del Cremlino abbia invaso uno stato indipendente radendone al suolo la capitale non sembra importare un granché. E nessuno ha gridato allo scandalo per l’omicidio di Antonio Russo, il giornalista di Radio radicale ammazzato perché probabilmente in possesso di filmati che documentavano la brutalità e l’uso di metodi disumani da parte dell’esercito russo. Nessuna reazione a livello politico, solo poche righe su alcuni quotidiani che non inneggiavano allo scandalo ma esprimevano un inutile cordoglio.
I conflitti scordati dell’Africa poi sembrano non esistere nemmeno. Le industrie che producono le armi che  ogni giorno ammazzano essere umani per mano di altri esseri umani non possono rallentare la produzione e quindi è meglio tacere. E le guerre latinoamericane? Se una qualche fessura si aprisse in quella nostra campana di vetro, consentendo alla verità di aerare per un po’ le nostre coscienze, i nostri indici azionari probabilmente risentirebbero del disdegno dell’opinione pubblica. Meglio quindi il silenzio.

   In Medio oriente la pace viene vista come una chimera ma pochi accusano la brutalità delle azioni della polizia israeliana finanziata dagli Stati Uniti. Israele rappresenta per molti la sistemazione definitiva al problema degli ebrei. Dopo l’olocausto le grandi potenze occidentali sostennero la creazione di uno stato indipendente ebreo in terra palestinese ma oggi sono le vittime dello sterminio nazista ad impugnare il coltello dalla parte del manico. Sostenuti economicamente e militarmente dagli USA  continuano a sottrarre risorse e territori ai popoli palestinesi costretti a soccombere alla legge del più forte. Purtroppo i media si preoccupano solo di far risaltare gli aspetti più scenici di quell’eterno conflitto; bombardamenti, linciaggi scontri armati, solo immagini per aumentare l’indice d’ascolto senza nessun tentativo di capire e spiegare le ragioni del conflitto. Nessuno dice che la pace si può costruire solo con la giustizia; non può prescindere da essa. La povertà indotta e la guerra non sono sinonimi di giustizia. 

   Più in generale fintanto che ci saranno un WTO, un FMI, una banca mondiale che impostano la loro politica per proteggere il privilegio di pochi ricchi e la disgrazia di una miriade di poveri nel pieno disinteresse dei cittadini che vivono sotto la campana di vetro, io credo che "giustizia" rimarrà solo una bella parola. Fintanto che i produttori di armi continueranno la propria vendita di morte, per mantenere alto il tenore di vita di pochi, decretando la miseria e la sofferenza di molti, "pace" rimarrà un termine privo di significato pratico. Finche le persone del primo mondo non si ribelleranno a questo stato delle cose la terra continuerà a soffrire di una malattia cronica; il primo passo per una guarigione è quello di riconquistare il nostro diritto d’essere cittadini, persone pensanti che rifiutano le mode imposte e che si informano per contrastare chi vuole continuare a garantire la tenuta ermetica della campana di vetro.
 


o Una grande campana di vetro, dentro la quale filtrano solo immagini e parole rigorosamente selezionate. Per molti occidentali essere tenuti all'oscuro di quello che succede fuori della campana, è la condizione normale.
Ma è normale voler rimanere ignoranti? Pare proprio di sì, e non per caso, c'è una multiforme schiera di media pronti ad assecondarci.

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