nonluoghi
pensieri
copertina
percorsi
libri
inchieste
novità
i i
notiziario
la satira
racconti
archivio
editorali
calendario
interviste
musica
notizie
scrivici

Le ovvie alleanze della Casa delle libertà
Perché è sbagliato stupirsi dell'accordo del Polo con l'estrema destra di Rauti
 

di LUCIANO LOCCI

    L'accordo tra il Polo e i neofascisti di Rauti ha suscitato lo stupore dei cittadini, di alcuni uomini di pensiero e di giornalisti.  Esiste, tuttavia, una profonda coerenza e continuità tra questa recente scelta politica e la natura complessiva della destra italiana; non cogliere questa oggettiva continuità significa idealizzare il carattere della destra in Italia, rifiutarsi di sottolineare certi suoi indiscussi attributi.
Fortunatamente vi è chi da tempo lancia dei segnali di allarme sulla vera natura della nostra destra. E' significativo che queste voci allarmate che denunciano l'imbarbarimento politico, l'involuzione rispetto ai valori della democrazia e dello stato di diritto del Polo e dei suoi alleati, non siano quelle di politici di professione né  forze che potrebbero essere definite estremiste. Insomma, non sono i centri sociali ad affermare, in sostanza, che le destre sono "fascistoidi" e antidemocratiche; sono bensì figure di intellettuali sicuramente  moderati, al di fuori dell'arengo politico; si pensi alle recenti affermazioni di Indro Montanelli o ancora alle angosciate parole del presidente delle comunità ebraiche Amos Luzzato. 

   Uomini di grande cultura e di grande civiltà, di buon senso, sollevano oggi forse le critiche più sostanziali alla coalizione del Polo e colgono quello che paradossalmente ed erroneamente ha esitato ad affermare la sinistra moderata.
Occorre volgere uno sguardo complessivo alle forze di tutta la destra italiana, osservare attentamente gli atteggiamenti, la sottocultura di cui si nutre, gli strati sociali e il livello culturale e di formazione civile di molti dei loro elettori. 

   Le destre  in Italia non garantiscono affatto la qualità della vita democratica, perché oggi esse sono senza scrupoli, radicali, irriverenti verso i valori costituzionali e verso fondamentali  principi dello stato di diritto e della vita democratica.

   Si è guardato con attenzione a Fiuggi; molti uomini della sinistra moderata hanno sinceramente sperato, ad esempio, nella maturazione del percorso politico- culturale avviato in quella sede; si dovrebbero essere accorti che quel percorso si è risolto in un'ansia di revisionismo, in un tentativo - e si badi bene, studiato a tavolino, sistematicamente portato a termine su molti quotidiani in alcune scuole, in alcuni consigli regionali - di cancellare il passato antifascista e i crimini del fascismo. 

   Le destre oggi appaiono antidemocratiche e "fascistoidi" a causa di questa cancellazione del passato, e per l'assenza assoluta di valori quali la solidarietà la fratellanza, il senso della dignità di ogni uomo, il rispetto, la condanna dell'arroganza, dell'insulto irragionevole, della calunnia sistematicamente rivolta verso chi propone delle idee differenti, della ricerca di un senso dell'esistenza che vada oltre il pur necessario benessere economico, la condanna della demagogia e della mistificazione, il rispetto e l'amore per i principi universali della nostra Costituzione, il rispetto per le istituzioni e per la giustizia, la ricerca della riflessione pacata e ragionevole, rispettosa delle opinioni altrui, un diffuso senso di civiltà. Questi valori che sono indispensabili per una civiltà democratica sono del tutto assenti nelle destre. 

   Si osservino certe costanti delle destre; ad esempio si presti attenzione alla celebrazione enfatica del capo. Bossi e Berlusconi sono sistematicamente oggetto di ridicoli panegirici; il leader del Carroccio viene ora confrontato a Garibaldi, ora gli si attribuisce la capacità addirittura "di orientare i destini universali", mentre Berlusconi ha il suo fedele Fede. Ora, l'esaltazione  esasperata del leader rientra nella migliore tradizione totalitaria. Il guaio è semmai, la difficoltà che molti italiani provano nel trovare non dico sospetti, ma almeno ridicoli, questi atteggiamenti.
E che dire del "celodurismo" del primo Bossi? Quali profonde relazioni con l'esaltazione fallica, l'ossessione della metafora erotica del Duce, brillantemente analizzata ederisa da C. E. Gadda in Eros e Priapo?
E gli esempi si potrebbero moltiplicare. In sintesi, nell'esapserazione e nell'arroganza, nell'uso spregiudicato della demagogia e della propaganda, nella creazione di un clima emergenziale accurantamente alimentato dai media,. nella stessa confusione lingusitica e nell'estremismo lessicale, le destre oggi tradiscono un rapporto di continuità con il fascismo. La Lega parla oggi di "nazisti rossi," di complotto massonico - comunista, così come i nazisti parlavano di "complotto della plutocrazia ebraica e massonica".

   Non dovremmo, purtroppo, provare alcuno stupore per la recente alleanza con i neofascisti di Rauti. La sostanza culturale prima ancora di quella  elettorale, è la stessa proprio negli  elementi costitutivi. 
Ciò che è angosciante è, semmai, il pensare che la popolazione italiana cominci ad essere priva degli elementi culturali e della sensibilità civile necessari per poter gridare allo scandalo. E' proprio l'assenza di questo sentimento che preoccupa: l'incapacità di provare indignazione davanti a certe pose, davanti alla questione del conflitto d'interessi, dinanzi di certe  bassezze della campagna elettorale, dinanzi alla manipolazione del passato della Repubblica, nata dall'antifascimo, dinanzi alla pericolosa e incosciente esasperazione di un clima emergenziale riguardo alla questione umanamente delicata dell'immigrazione e della clandestinità, dinanzi all'arroganza e al delirio. 

   Vorrei chiudere con un esempio recente. Il giorno 11 aprile il quotidiano "la Padania" riporta con orgoglio la notizia degli emendamenti presentati alla giunta regionale del Piemonte dalla Lega Nord per ridurre gli interventi a favore delle popolazioni zingare a 50 lire e la richiesta di bloccare totalmente  i fondi stanziati a favore di interventi per gli  immigrati. L'egoismo e l'arroganza sono i valori costitutivi delle destre e la loro stampa li celebra costantemente , li eleva a modello. 
Ecco perché l' incapacità di provare una "giusta ira", per dirla con Dante, l'assenza di una forte e collettiva indignazione, di un senso diffuso di ripugnanza per chi si gloria addirittura dell'egoismo e dell'arroganza,  è un dato davvero preoccupante, perché ci dice che anche parte del paese che queste destre sostiene sta perdendo ormai il "lume della ragione". Ed "il sonno della ragione - diceva Goya - genera mostri".

Luciano Locci
lchatterley@libero.it

 


 
 
o - Altri articoli

Berlusconi come la Thatcher? 
Di Pietro Frigato

Rutelli o Berlusconi? Boh... 

Crimine, la tolleranza zero della sinistra 

Umanizzare
l'economia
La lezione
di K. W. Kapp

Vivere senza
un lavoro

Costi nascosti
di un mercato concorrenziale
Una riflessione sulle pugnalate alle spalle dei consumatori
e dei lavoratori

Dati empirici 
sui costi sociali delle imprese
di mercato
negli Stati Uniti
(in inglese)

Cancro
e libero
mercato

Un capitalismo
ecologico?
Critica a Sachs

Takis Fotopoulos
e la teoria 
della democrazia globale
(in inglese)


(20 aprile  2001)

Le news
e i commenti
nel notiziario
di Nonluoghi
 
 

 

Ricerca nel sito                 powered by FreeFind
copertina
percorsi
libri
inchieste
novità
notiziario
la satira
racconti
archivio
editorali
calendario
interviste
musica
notizie
scrivici