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In difesa della Costituzione della repubblica
Gli attacchi di Berlusconi agli articoli "scomodi" della carta fondamentale: un'analisi
 

   Berlusconi ha parlato giorni fa all’assemblea della Confindustria a Parma, interrotto varie volte da applausi a scena aperta, ai quali peraltro non si è associato Paolo Fresco, presidente della Fiat, di gran lunga il principale, per non dire l’unico esponente, presente in sala di una cultura manageriale a livello internazionale.
La promessa di Berlusconi, nei prossimi dieci (sic) anni del suo mandato di governo, che si è già autonomamente aggiudicato prima ancora delle elezioni, è di dar mano alla riforma della costituzione italiana emanata nel 1948, che tutela lo stato da possibili riprese del potere da parte di quei fascisti che avevano in vent’anni distrutto la nazione Italia e sospeso le garanzie costituzionali dello statuto albertino: 
“Una carta fondamentale che risentiva (si noti il verbo al passato) di certe ideologie, e guardava molto alla costituzione dello stato sovietico, soprattutto nell’articolo 41 e seguenti”.
Vediamo perciò che cosa sta scritto negli incriminati articoli 41, 42, 43 ,44, 45. I commenti agli articoli sono del compianto Alberto Bertuzzi, che dedicò la vita alla difesa del cittadino e del consumatore. Essi sono ispirati, come egli stesso scrive, “al più provocatorio anticonformismo, per promuovere la più aggressiva, in senso civico si intende, partecipazione dei cittadini alla cosa pubblica” (Alberto Bertuzzi- La costituzione comoda- BUR 1981)
I 4 articoli in questione si trovano nella prima parte, cioè la principale perchè determinante per la stesura delle altre tre: essa definisce i diritti e doveri dei cittadini.
 

Articolo 41.
L’iniziativa economia privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.
La legge determina i programmi ed i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.

Sull’abuso della parola democrazia, che costella gli interventi di Berlusconi, Bertuzzi commenta: “La nostra repubblica, pur definendosi nell’articolo 1 democratica e fondata sul lavoro, ha la semplice denominazione di “Repubblica Italiana” e non quella di Repubblica democratica italiana. La Germania dell’Est, invece, pittorescamente si definisce “Repubblica democratica tedesca”, proclamando nell’etichetta quella democrazia che non ha.”
A proposito dell’articolo 41, Bertuzzi richiama l’attenzione del lettore sull’importanza storica dell’affermazione contenuta nel primo comma. Una affermazione che peraltro nel secondo comma traduce la libera iniziativa economica privata in termini di utilità sociale.

Che cos’è l’impresa.
Continua Bertuzzi: “A questi principi definibili condizionanti la libertà all’interesse sociale, si ispira anche quella definizione dell’impresa che ho proposto all’Assolombarda ed alla Confindustria e che qui ancora una volta trascrivo:
‘L’impresa è una fabbrica di reddito e di socialità nel rispetto dell’ambiente esterno. (L’imprenditore non deve inquinare) E deve garantire nell’ambiente interno la sicurezza e la dignità dei lavoratori con appropriati presidi antinfortunistici e con ambienti vivibili” L’attacco di Berlusconi in particolare ai Verdi, che mettono i bastoni fra le ruote, ed ai sindacati, la dice lunga sul Berlusconipensiero. Non è casuale il riferimento di Berlusconi al “condono tombale dei reati amministrativi, fiscali e penali.

Esportazione di capitali.
Bertuzzi ricorda la sentenza della Corte Costituzionale n°86 del 1965, che afferma la legittimità costituzionale delle norme per l’accertamento delle trasgressioni in materia valutaria e di scambi con l’estero, e le norme per la repressione delle violazioni delle leggi valutarie. Come la mettiamo con l’avvocato Previti, braccio destro di Berlusconi che, condannato per aver esportato clandestinamente svariati miliardi, ha sostenuto che riguardavano sue parcelle e non era tenuto a dichiarare nulla: ha forse solo anticipato i tempi?
 

Articolo 42.
La proprietà è pubblica o privata. I beni economici appartengono allo Stato, ad enti o a privati.
La proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge, che ne determina i modi di acquisto, di godimento ed i limiti, allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti.
La proprietà privata può essere, nei casi previsti dalla legge, e salvo indennizzo, espropriata per motivi di interesse generale.
La legge stabilisce le norme ed i limiti della successione legittima e testamentaria ed i diritti dello Stato sulle eredità.

IV comma dell’articolo 42: diritti dello Stato sulle eredità.
Il costituente Taviani, a nome della maggioranza del suo gruppo, accolse il principio che “la parte prelevata dallo Stato sotto forma di imposta di successione ha uno scopo sociale oltre che fiscale”: quello, cioè, di favorire il riciclo di almeno una parte delle ricchezze accumulate in vita dal defunto, affidando allo Stato la funzione di farne buon uso. Berlusconi, parlando all’assemblea della Confindustria, ha preannunciato, in un coro di applausi, l’abolizione dell’imposta di successione.
 

Articolo 43.
A fini di utilità generale la legge può riservare originariamente, o trasferire, mediante espropriazione e salvo indennizzo, allo Stato, ad enti pubblici o a comunità di lavoratori o di utenti determinate imprese o categorie di imprese, che si riferiscano a servizi pubblici essenziali o a fonti di energia o a situazioni d monopolio ed abbiano carattere di preminente interesse generale.

Bertuzzi si è battuto per anni contro il monopolio della Rai e quello del tabacco.
 

Articolo 44
Al fine di conseguire il razionale sfruttamento del suolo e di stabilire equi rapporti sociali, la legge impone obblighi e vincoli alla proprietà terriera privata, fissa limiti alla sua estensione secondo le regioni e le zone agrarie, promuove ed impone la bonifica delle terre, la trasformazione del latifondo e la ricostruzione delle unità produttive; aiuta la piccola e la media proprietà.
La legge dispone provvedimenti a favore delle zone montane.
 

Articolo 45
La Repubblica riconosce la funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualità e senza fini di speculazione privata. La legge ne promuove e favorisce l’incremento con i mezzi più idonei e ne assicura, con gli opportuni controlli, il carattere e le finalità.
La legge provvede alla tutela ed allo sviluppo dell’artigianato.
 

Articolo 46
Ai fini dell’elevazione economica e sociale del lavoro e in armonia con le esigenze della produzione, la Repubblica riconosce il diritto dei lavoratori a collaborare, nei modi e nei limiti stabiliti dalle leggi, alla gestione delle aziende.

L’attacco di Berlusconi a Cofferrati non ha bisogno di commenti sul tipo di pace sociale al quale mirano gli occhi suoi e della Confindustria.
 



 
 
o Riceviamo da Mixa-Razzismo
e volentieri pubblichiamo questo intervento sulle tentazioni berlusconiane di rivedere alcuni articoli "scomodi" della carta fondamentale 
della repubblica. 

Berlusconi
epigono
della Thatcher?
di Pietro Frigato
 

(22 marzo  2001)

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