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Gli ultimi giorni di Milosevic (metaforicamente parlando)
Il racconto di un giovane che il 5 ottobre era in piazza a Belgrado mentre il regime vacillava
 

di Sasa Rakezic alias Aleksandar Zograf

    Bene, bene, bene… Dopo dieci anni di vita in Serbia sotto il regno di Milosevic, ero quasi tentato di credere che avrebbe continuato per sempre con la sua semi-dittatura. Dopo tutte le guerre, le sanzioni, tutti gli indicibili problemi che abbiamo attraversato, chiunque fosse contrario ad una simile politica (che è stata descritta non solo come una visione politica, ma anche come struttura mentale) era già sul punto di pensare di essere condannato ad una costante battaglia vita natural durante. Nei giorni delle elezioni presidenziali in Jugoslavia di settembre, è sembrato che le cose sarebbero potute cambiare, semplicemente perché la maggior parte delle persone erano ormai a conoscenza della maggior parte dei metodi che Milosevic ha sin qui usato per manipolare e truffare le elezioni. Attraverso l'estesa campagna condotta da diverse organizzazioni non-governative e da alcuni dei partiti di opposizione, le persone sono state informate sui meccanismi del sistema elettorale in generale, e sui modi in cui qualcuno come Milosevic avrebbe potuto adoperarli.

   Ma soprattutto, è stato importante che una organizzazione non-gerarchica e semi-illegale chiamata Otpor (Resistenza) è uscita sulla scena nel momento in cui l'oppressione del governo contro il panorama indipendente era quasi divenuta insopportabile - specialmente durante e dopo la campagna dei bombardamenti della NATO….  Otpor è stata inizialmente una organizzazione studentesca ed ha cominciato a diffondersi come movimento underground gestito dai giovani, che ha provato ad operare contro l'ignoranza e l'apatia dei propri genitori. Soltanto in seguito abbiamo constatato che i Serbi avevano appreso la lezione dai propri figli e che la maggior parte della gente era ormai indignata da tutti gli arresti ai quali i membri di Otpor erano sottoposti dalla polizia di Milosevic.
Comunque alla fine è emerso che i partiti di opposizione ed il loro leader Kostunica stavano conducendo nelle elezioni tenute il 24 di settembre, nonostante tutte le manipolazioni e le ruberie del governo di Milosevic. Più o meno chiunque era consapevole che Milosevic non avrebbe ceduto il proprio potere, ma nel momento in cui la sua Commissione Elettorale ha manipolato i risultati elettorali aggiungendo voti truffati nella quantità sufficiente giusto per condurre Milosevic al ballottaggio, la gente si è inferocita. Immediatamente una nuova ondata di proteste si è diffusa in tutta la Serbia sfociando nello sciopero generale. Tutte le vie principali in quasi tutte le città e paesi sono state bloccate, così come la maggior parte delle istituzioni, dei negozi e delle scuole. Quando l'imponente protesta anti-governativa è stata annunciata ieri (5 ottobre ’00, ndr), l'idea è stata quella di radunare gente da tutta la Serbia proprio nel centro di Belgrado - tutti erano a conoscenza del fatto che, nel caso una consistente massa di persone si fosse unita, i leader dell'opposizione avrebbero intrapreso qualche azione, ma nessuno era sicuro di quale forma avrebbe assunto la manifestazione.

   Così, quella mattina Gordana ed io ci siamo infilati nella nostra Fiat 126 (un tipo di macchina tra i più piccoli al mondo suppongo, prodotta nelle fabbriche della Zastava, bombardate dalla NATO nella primavera '99) e siamo partiti verso Belgrado unendoci alla lunga fila di macchine ed autobus in marcia da Pancevo e da tutte le città vicine…. Abbiamo visto un sacco di gente allegra, pazza d'entusiasmo, alcuni viaggiare in superaffollati vecchi autobus mezzi rotti, in precaria andatura dopo anni di sanzioni. Alcune vecchie auto si fermavano sulla strada per Belgrado e la gente si fermava per aiutare i passeggeri o a caricarli per portarli più avanti. Abbiamo visto anche un sacco di persone andare verso Belgrado in bicicletta o in moto. Addirittura qualcuno si muoveva a piedi e c'erano un'infinità di bandiere di Otpor (un pugno bianco dipinto su sfondo nero) ed il loro "Gotov je" (E' finito) su strisce e autoadesivi ovunque - sulle macchine e anche sui vestiti della gente… Tutti suonavano il clacson e producevano qualsiasi tipo di rumore… Abbiamo avuto notizie circa le squadre di polizia in assetto anti-sommossa e abbiamo pensato che se avessero affrontato la gente sarebbero stati evidentemente costretti ad arrendersi e ad assecondare la folla. Era passata una informazione alla radio al mattino che spiegava la dislocazione dei furgonati della polizia nelle strade, ma a parte questo era difficile trovare altre informazioni in mezzo alla coda di macchine. Abbiamo provato a chiamare con il cellulare di Gordana, ma pareva che l'intero sistema di rete fosse bloccato e che tutti stessero chiamando tutti…

   Ad ogni modo siamo passati accanto ad una linea di poliziotti equipaggiati di tutto punto, ma che solamente se ne stavano in piedi al lato della strada, guardando ma non troppo aggressivi. Perché ci stavano facendo passare? Quando siamo entrati in Belgrado era ormai ovvio che tutti stessero andando in direzione del Parlamento e quando abbiamo raggiunto il posto c'era un'infinita marea di gente. Non ero assolutamente in grado di immaginarne il numero…. Centinaia di migliaia probabilmente…. Erano tutti davanti a me, ma anche le vie circostanti di accesso alla piazza erano piene. E quando ci siamo trovati in mezzo alla folla era davvero impossibile sentire la voce di chi ti stava parlando a fianco e soltanto in quel momento abbiamo capito che quando così tante persone stanno solo una fianco all'altra producono un rumore assordante…. Infatti, mai prima di allora avevo visto così tanti esseri umani raccolti nello stesso posto nello stesso momento…. Uno dei problemi era che i coordinatori delle proteste stavano usando amplificatori improvvisati, in pratica non si capiva niente di quello che stavano dicendo…. La maggior parte della gente provava a farsi largo tra la folla girando per la piazza e cercando di coglierne l'atmosfera, oppure alla ricerca dei propri amici. Ad un certo punto Gordana ed io abbiamo sentito un rumore, ma eravamo in un gruppo di persone troppo lontano da questo palco improvvisato e abbiamo provato ad avvicinarci per sentire cosa stessero dicendo. Allora la disordinata voce della folla ha cominciato a rumoreggiare furiosa, abbiamo sentito spari e subito visto un'enorme fumata bianca --- che erano i gas lacrimogeni. La polizia stava forse tentando di disperdere la folla? Ci siamo avvicinati ancora di più al posto, giusto per capire che tutti stavano invece fuggendo dal fumo, i nostri occhi ci bruciavano --- il vento soffiava forte e diffondeva il gas lacrimogeno in tutte le direzioni. La gente guardava arrabbiata ma ha dovuto allontanarsi verso le vie laterali.

   Nel tentativo di ripararci ed indietreggiare per vedere quali sviluppi prendesse la situazione di fronte al parlamento, non sapevamo di andare dritti verso la trappola: c'erano poliziotti in abiti civili che stavano gettando altri gas lacrimogeni dalle case residenziali limitrofe. La gente cercava di localizzarli ma i poliziotti stavano ai piani più alti, nascosti…. Abbiamo così dovuto cambiare direzione ancora una volta e questa volta eravamo davvero scoraggiati --- sembrava che la polizia di Milosevic ce l'avesse fatta ancora una volta, avevano disperso i dimostranti disperatamente accorsi per lottare per i propri diritti…. Ci siamo diretti in via Hilandarska, cercando di rientrare nella piazza del parlamento da un'altra via quando abbiamo sentito rumori di spari e un gran numero di poliziotti con corazza ed elmetto correre in nostra direzione. "Che bello, mi scatti una foto davanti a questa carica?", mi ha chiesto quindi Gordana. I poliziotti senza che guardassimo si sono arrestati ed io ero sicuro che si stessero preparando a lanciare altro gas lacrimogeno, così ho spinto quella pazza donna in un gruppo di persone che stavano cercando riparo nel portone di un palazzo lì vicino.

   Improvvisamente si è fatto tutto tranquillo e qualche residente è uscito offrendoci aiuto e invitandoci ad un po' di tregua nei loro appartamenti…. Un gruppo di 5 o 6 persone guardava preoccupato, venivano da qualche paese distante e probabilmente avevano già avuto a che fare con altri posti di blocco sulla strada per Belgrado, i loro occhi erano rossi per il gas e sembrava ormai tutto deciso un'altra volta. Dopo un po' di tempo, siamo usciti di nuovo dal portone per vedere che altri gruppi di dimostranti stavano accorrendo per vedere cos'era successo…. I cellulari ancora non funzionavano e siamo andati in Piazza della Repubblica, dove abbiamo sentito qualcuno gridare: "Abbiamo vinto!". Altri hanno aggiunto che la polizia si era arresa. Noi eravamo molto diffidenti, perché avevamo visto solo gente scappare dalla polizia ed era stato molto frustrante…. Poi abbiamo sentito la folla acclamare e abbiamo deciso di ritornare nel centro della protesta --- abbiamo incontrato alcuni amici e ci siamo aggiunti constatando che tutto era ancora tranquillo anche se c'era ancora puzza di gas nell'aria…. Abbiamo visto alcune persone in posa con parti dei giubbotti della polizia, pensando che dovessero essere dei souvenir della battaglia avvenuta o qualcosa del genere…. Appena giunti di nuovo davanti al parlamento tutti sembravano felici e alcuni ci hanno riferito infatti che erano stati i manifestanti ad avere la meglio. Avevano forzato l'ingresso del parlamento e spinto fuori la polizia nascosta all'interno! C'hanno detto che il gruppo di poliziotti che stava tirando i gas lacrimogeni adesso scappava dalla folla che li stava inseguendo. Era possibile tutto questo?

   Qualcuno ha raccontato che la gente aveva occupato la TV statale, con una ruspa. Il parlamento era in fiamme, c'erano macchine della polizia bruciate ma nessuno riusciva a raccontarci cosa fosse avvenuto. Ognuno sapeva soltanto un frammento degli avvenimenti. Abbiamo visto persone rompere le finestre e gettare documenti fuori dal parlamento, qualcuno prendersi sedie e qualsiasi altro genere di souvenir…. Non mi è mai piaciuta la distruzione, anche se la gente era comprensibilmente piena di rabbia e disperazione e sembrava pronta a tutto…. Ci siamo diretti verso l'edificio della TV statale in fiamme --- uno spettacolo surreale di notte…. Nelle stesse vicinanze c'era una stazione di polizia che pareva distrutta con bambini che ridevano e si impossessavano di indumenti di servizio…. Eravamo confusi da ciò che stavamo vedendo, ma avevamo speranza almeno che Milosevic non avesse intenzione di ricorrere all'esercito….
Siamo così tornati a Pancevo e quando abbiamo visto la TV di stato trasmettere un programma sull'opposizione (o ex-opposizione) abbiamo capito che quello era "IL" momento - il momento che abbiamo atteso per tutti questi passati 10 anni! E' stato solo attraverso le notizie che abbiamo capito che la polizia si era davvero arresa e si era unita alla folla che stava combattendo Milosevic…. Per il mio personale parere è stata una fine ridicola di un'era. Noi eravamo lì, ad osservare, e non abbiamo capito cos'era successo! Abbiamo cominciato a saltare tutt'attorno e ad urlare soltanto quando ormai eravamo a casa e quando i media ci hanno raccontato i fatti…. Béh, questa è l'era moderna, mi sono detto…. E' ovvio certo che la maggior parte della polizia e dell'esercito abbia deciso di voltare le spalle a Milosevic, e l'intero episodio avvenuto di fronte al parlamento l'ha solo reso palese ed evidente e tutto a quel punto si è placato.

   Abbiamo sentito che molte persone sono rimaste ferite, cosa che è praticamente inevitabile in certe situazioni…. Due persone sono morte, una durante uno scontro e l'altra per un attacco cardiaco. Tutto finisce qui, sembra che ci sia stato un pacifico rovesciamento del sistema di semi-dittatura di cui siamo stati testimoni in Serbia…. Anche se la gente qui ha vissuto attraverso molti eventi sanguinosi e violenti, essa stessa è riuscita a produrre un cambiamento attraverso metodi pacifici…. Questa non è certamente la fine di tutti i problemi, ma è stato senz'altro un passo che sta cambiando le nostre prospettive. Ecco tutto! 
 
 
 

(Traduzione a cura di Michelangelo Severgnini
per la trasmissione "Ostavka!" in
onda tutti i venerdì dalle 18.20 alle 19.20
sulle frequenze di radio
Onda d'Urto (98.00 Milano, 106.5 Brescia)).

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(18 novembre 2000)

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