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Profughi - bambini compresi - rom espulsi dall'Italia, dove abita Haider?
Rispediti in Bosnia dove non hanno più niente. Con loro una bambina di dieci giorni
 


   Giovedì 16 marzo si è svolta a Roma, in Campidoglio, una manifestazione contro l'espulsione dall'Italia di un gruppo di rom profughi bosniaci che abitavano nel campo di Tor de' Cenci. Qui e al "Casilino 700" la polizia ha compiuto una retata impegnando centinaia di agenti la notte fra il 2 e il 3 marzo, sfociata nell'espulsione del gruppo, comprese donne e bambini, ma anche separando parenti che vivevano insieme. Il tutto semza interpellare le numerose associazioni che operano nei campi nomadi e si occupano, tra l'altro, della scolarizzazione dei bambini.

   La manifestazione di protesta è stata promossa da Rom di Roma, Arci, Agesci, Il Manifesto, Ics, Comunità di Sant'Egidio, Cooordinamento contro le guerre, Università Rom e nella locandina dell'iniziativa si legge:

    "Mai più deportazioni. Violando leggi e trattati internazionali, tra il 2 e il 3 marzo, dopo una violenta operazione congiunta del Comune e della questura di Roma, sono stati deportati in Bosnia 56 rom. E' stato un intervento di pulizia etnica contro il quale non è sufficiente l'indignazione. 
   "Manifestiamo per il ritorno in Italia dei rom espulsi. Per un impegno scritto del consiglio comunale di Roma che fermi altri trasferimenti dei rom. Per una sistemazione immediata dei rom scampati alla deportazione".

   Dal Parlamento europeo, Luisa Morgantini ha lanciato un paragone imbarazzante per il governo italiano. SI è chiesta se Haider non abiti anche a Roma, visto l'accaduto. "Si è Haider - ha detto - quando, come è successo a Roma, con l'assenso del sindaco, si deportano senza distinzioni, profughi rom bosniaci, ricacciandoli senza aiuti in luoghi di conflitto, separando figli e madri, fratelli e sorelle. Si è Haider quando a Roma partiti dell'opposizione di destra, di sinistra e del nuovo centro incitano all'odio la popolazione e impediscono al Comune di dare spazi con acqua e luce ai rom".
 


 


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Un episodio inquietante ed emblematico di un certo buonismo parolaio che all'atto pratico diventa violenza sui deboli, in questo caso un gruppo di rom profughi di guerra nella Bosnia dilaniata dove sono stati rispediti proprio mentre nella ex Jugoslavia il loro gruppo "etnico" è oggetto di nuove persecuzione di segno opposto (nonli vuole nessuno, né i serbi né gli albanese...
né gli italiani).

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zingari
aprile 2000
 

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