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pensieri

La nuova normalità della violenza "di razza"
Gli abusi sui bambini, le botte agli stranieri, i giovani assassini che se la ridono...
 

di RICCARDO ORIOLES

 Mostruosita'. Due casi di abuso su minori su tre avvengono, come tutti sanno, dentro le famiglie. La percentuale va aumentando. Non siamo piu' ai mostri isolati. La cultura degli orchi prende sempre piu' piede, in questo come in altri campi, fra le persone "normali": il cinquantenne di Pavia che "istintivamente" spezza il polso a un bambino che gli chiedeva l'elemosina, i rispettabili padri di famiglia che si affollano
attorno alle adolescenti albanesi, i sedicenni tedeschi che si mettono a ridere quando il giudice gli chiede perche' hanno ammazzato il negro, i ragazzini che accoltellano la prostituta tanto per vedere che cosa si prova. E poi quelli di Andria, naturalmente. E tutti "sembravano cosi' normali", e tutti "nessuno avrebbe mai potuto immaginare". Forse c'e' una mutazione genetica, o genetico-culturale. Forse, dopo tanto razzismo, alla fine sta nascendo una "razza".
    Qualcosa di "normale", ma d'una normalita' nuova.

  Questa nuova normalita' - che riconosce fra l'altro i bambini come oggetti sessuali a tutti gli effetti, che rinnega il principio neanderthaliano di protezione delle donne e dei bambini, che ha moltimeno tabu' delle vecchie normalita' cui eravamo abituati - vige gia' a Bogota' o a Bucarest: che sono citta' occidentali a tutti gli effetti.
Sono metropoli, non periferia. E dunque, fanno tendenza. 
   Il bambino violato, l'incesto, il "mostro", una volta erano cose da campagna profonda, da pastori, da ceti e da luoghi ormai fuori dalla storia: adesso, al nord come al sud, succedono nelle citta', e in citta' "normali". Ne' Andria ne' Varese sono borgate pasoliniane. In questa mutazione del common sense, e dunque in questa tragedia epocale, come reagisce la societa'? Non reagisce. Il politico propone
pene di morte (o, se e' un "progressista", istituisce commissioni). Il giornalista cerca di sfuttare l'occasione per vendere qualche copia in piu'.  La "ggente" fa truci dichiarazioni davanti alla tivvu' e minaccia virilmente linciaggi ai congiunti dei colpevoli: ma si guarda bene dal dare una mano, anche minimamente, alle indagini. L'unico che fa qualcosa (ma e' un residuo di altre epoche) e' il magistrato - anzi,
scrivero': il Magistrato - che, da solo, lavora razionalmente, trova i colpevoli, li assicura al carcere, garantisce tuttavia loro le garanzie legali: e cede solo un attimo alla solitudine e alla stanchezza, con un "Quanta gente indignata! Eppure, nessuno parla". Se e' di Magistratura democratica, sara' senz'altro un "giudice comunista"; ma anche se fosse di destra, sarebbe lo stesso un antipatico, di questi tempi, un impopolare. Applicare le leggi, banalmente, invece di invocarne sempre di nuove; non gridare "al mostro" ma indagare seriamente; servire i cittadini, a mente fredda,
senza guadagnarci ne' una copia venduta ne' un voto: fino a quando gli italiani, aizzati all'esatto contrario di tutto questo, tollereranno degli uomini cosi'? Io credo non per molto.

* * *

Nel frattempo, i casi di pedofilia aumentano e in alcune citta', come Catania o Palermo, cominciano ad assumere dimensioni di massa e a dar luogo a veri e propri mercati, i cui protagonisti non sono banditi rumeni o adolescenti pazzi, ma gente molto piu' "rispettabile", e infatti "rispettata". I pochi che hanno seriamente cercato di opporsi a questa gente in tempi non sospetti (per esempio don Meli a Palermo; o, a suo tempo, i giovani di "Circuito elettrico" a Catania) sono rimasti soli, perche' a giornalisti e politici, se non c'e' lo scandalo e dunque la possibilita' di lucrar copie o voti, poche cose interessano meno della sorte dei bambini svantaggiati.

* * *

Tre ultime cose, una tragica, una tenera ed una buffa. La tragica e' che  tutti gli esseri umani coinvolti, in qualita' di "mostri", in tutte queste vicende, sono - alcuni d'eta' formata, altri giovani o giovanissimi, altri ancora adolescenti - sono dei maschi. E' una parola stranissima, per me, usata in questo modo: ma e' cosi'. Che cosa sta succedendo, da alcuni anni a questa parte, ai giovani uomini e a coloro
che si preparano ad esserlo? Sta accadendo qualcosa al "common sense" sessuale; sta per caso riemergendo dal Dna qualcuna delle componenti sadistiche che, nei millenni passati, erano state - culturalmente - espulse dal medio bagaglio sessuale?
   La cosa buffa era semplicemente una cosa che m'era venuta in mente pensando al Feltri affaccendato, e al Gasparri (rimproverato di recente perche' voleva fare la lista dei giornalisti "nemici" da licenziare) che minaccia liste anche lui, e alla Pivetti che vuole tornare a galla colla pena di morte e...  Insomma, tutta questa piccola folla mi aveva improvvisamente evocato una litografia inglese del Settecento, Hogarth credo: la forca in piazza, la folla che s'accalca eccitata tutto attorno, il boia serio e grave, i gentiluomini a cavallo, gli ecclesiastici, i cani, i visi in su, il patibolo, il ladro - e, in primo piano, i borseggiatori che, approfittando dell'indignazione e
confusione generale involano destramente (e, pare, con simpatia dell'autore) la borsa di quel grasso borghese, l'orologio di quel damerino... In Italia, come nell'Inghilterra della Reggenza, non mancano mai i borsaiuoli attorno alla forca.
La tenera, riguarda una signora. Che non ho il piacere di conoscere (tutto quel che so di lei l'ho dai giornali) ma che dev'essere bella, poiche' ha vinto un premio di bellezza per donne della sua eta', e dev'essere anche inteligente e spiritosa, per quel che ha detto quando le hanno dato il premio: ho un cancro, ha detto all'incirca, ed e' un guaio avere un cancro pero' mi piace vivere lo stesso e continuero' ad
essere bella, per quanto stara' in me, e a testimoniare com'e' bella la vita: e credo di essere utile al mondo, dicendo questo".
  L'eta' di questa donna e' esattamente di cinquant'anni: cioe' la mia. Lei ed io abbiamo avuto gli stessi diciott'anni, nel Sessantotto. Cosi' io, senza vederlo, ho visto esattamente il suo sorriso mentre diceva quelle cose: un sorriso un po' timido, all'inizio, e poi spavaldamente sfrontato, il sorriso di una ragazza moderna, che dice quel che pensa e fa quel che vuole, e lo dice e lo fa perche' le piace, e anche perche' e' bello e utile per gli altri esseri umani. Di quella generazione si comincio' a parlare -sedicenni - a proposito dei fatti di Firenze, quando ci fu l'alluvione e da tutti il Paese piovvero ragazzi con sacchi a pelo e chitarre ad accamparsi nel fango per salvare le biblioteca ricuperando uno per uno gli antichi libri; e due anni dopo
sarebbe successo il resto.
   Dei sedicenni di ora - non tutti certo: ma una parte si'; quella parte che il sistema ha voluto cosi' formare - ho una scritta intagliata, con un rudimentale coltello, nel cesso di un treno di pendolari. "Noi odiamo tutti" dice la scritta, a caratteri esitanti e angolosi, da adolescente; segue una svastica ed una croce celtica, e la pieta' e'
infinita.
 

P. S.

Feltri. Discreto propagandista, ma come giornalista mediocre.
Abbastanza cinico da pubblicare i nomi; abbastanza prudente da
pubblicare solo quelli "sicuri"; non abbastanza professionale da
controllare anche quelli sicuri (nel giornalismo, questo "anche" e'
cio' che distingue chi lo fa da chi lo tenta) per evitare omonimie.
C'e' poco da fare: nel nostro mestiere, anche per far
le mascalzonate occorrono serieta', controlli rigidi e puntiglio.



o Questo articolo è tratto dalla Catena di SanLibero,
la e-zine di Riccardo Orioles

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(31 agosto 2000)
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

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