ile interviste

L'Austria vittima del grande inganno e della storica rimozione nazista
L'ascesa di Haider nell'analisi del politologo Günther Pallaver
 

   di LUCA FREGONA

   Pallaver, bisogna aver paura di Jörg Haider?

   Il partito di Haider, la Fpö, è un partito populista di destra. Si caratterizza per un rifiuto dell'attuale sistema sociale culturale e politico austriaco definito vecchio, burocratico e clientelare, ma senza però mettere in dubbio il concetto di democrazia. A questa critica radicale al sistema si accompagna un appello alle paure e ai sentimenti delle gente. Ma è sbagliato definirlo un partito neonazista. Non lo è. Ciò non toglie che possa essere ugualmente pericoloso.

   In cosa consiste il populismo di Haider?

   Nel fatto che sa far leva molto bene sulle paure e le insicurezze dei ceti medio bassi. Haider si appella all'uomo qualunque, ad una identificazione tra il leader e il popolo. Il concetto è: "non esiste nessuna differenza tra me e voi: io sono l'incarnazione del popolo". 

   Chi sono gli elettori di Haider?

   I perdenti della modernizzazione. E' quel settore della società che ha paura, che vive nell'insicurezza e che ha bisogno di immagini e parole forti, di qualcuno che si occupi del proprio disaggio. Il quadro sociale, economico e politico austriaco è molto cambiato negli ultimi anni: i partiti tradizionali sono entrati in crisi, non riescono più a rispondere a tutte le sollecitazioni della società. Il risultato è che l'elettorato è più sparso, meno inquadrato e "fedele" di un tempo. Haider ha saputo parlare a questa gente. Non è un caso che, oggi, tra i suoi elettori vi siano moltissimi operai e disoccupati. 

   Haider non nasconde una matrice "socialista"...

   E' riuscito anche a sfondare tra l'elettorato socialdemocratico, proprio perché la Spö si è sempre più orientata verso il centro per cercare di erodere consensi al partito popolare, la Övp. Ma, facendo così, ha dimenticato il proprio elettorato d'appartenenza, che allora si è spostato a destra. Il populismo sociale di Haider attecchisce molto bene sul tradizionale elettorato di sinistra.

   Quali sono le paure su cui fa leva?

    La paura di perdere quello che si ha, il "mito" degli immigrati che arrivano e ti rubano il lavoro. La Fpö rifiuta l'uguaglianza sociale e l'integrazione. E' fortemente etnonazionalista: da una parte ci sono gli austriaci; dall'altra, il resto del mondo. Che non si deve intromettere.

   Infatti la Fpö è su posizioni fortemente antieuropeiste.

    Sì. E' contro l'adesione all'Unione Europea, contro l'introduzione dell'euro, contro l'allargamento ai paesi dell'est. Non è poco.

   Una figura come Haider. Con le sue dichiarazioni revisioniste sul Terzo Reich, difficilmente sarebbe riuscita ad emergere in Germania. In Austria non esistono anticorpi per chi ha simpatie per il nazismo?

   L'Austria ha rimosso, senza mai affrontarlo, il passato nazista. Dopo la fine della guerra, ci ha messo una pietra sopra con facendosi passare per vittima e negando ogni responsabilità storica. Il succo era: nel '38 siamo stati invasi delle truppe di Hitler, quindi noi siamo stati la prima vittima del nazismo. 

   Un autoinganno di massa.

   Certo. Tutti sanno che l'Austria ha spalancato le porte a Hitler: gran parte della popolazione vedeva di buon occhio l'annessione alla Germania. Moltissimi austriaci si iscrissero al partito nazista e parteciparono allo sterminio degli ebrei, basti pensare ad Eichmann. L'antisemitismo era un sentimento molto diffuso. Ma questa storia di essere stati "la prima vittima del nazismo", ha steso l'oblio su quanto era accaduto.

   Ma perché in Germania invece c'è stata l'elaborazione della colpa?

    In Germania la colpa era così evidente che era impossibile sottrarsi all'elaborazione. Inoltre la transizione alla democrazia e la denazificazione sono state seguite passo per passo dagli alleati. In Austria questo non è avvenuto. Nella logica della guerra fredda, era importante come baluardo contro l'Urss, e quindi anche le democrazie consolidate non hanno insistito più di tanto sui fantasmi del passato.

   Dopo la guerra cos'è successo?

   Le seicentomila persone che erano state classificate come naziste(e che rappresentavano un bacino elettorale enorme), si riunirono negli anni Cinquanta in un partito, Verband der Unabhängigen, che in seguito diventerà la Fpö. Ma anche i socialdemocratici e i popolari cercarono di inglobare questi vecchi nazisti, quindi era interesse di tutti minimizzare il passato.

   Ma possibile che almeno gli storci non abbaino tentato una discussione sulle responsabilità collettive?

   Con gli anni Ottanta, la Spö di Kreiskj perse la maggioranza assoluta, ed iniziò l'ascesa di Haider, alcuni storici hanno cercato di tirare fuori il dibattito sul nazismo. Ma la grande maggioranza della popolazione era restia a scomodare gli scheletri nell'armadio, e la cosa è finita lì. Anche con il caso Waldheim ci fu chi disse "interroghiamoci sulla nostra storia", ma, ancora una volta, la reazione generale fu di chiudersi e di non accettare le critiche delle comunità internazionale, bollandole come indebite interferenze negli affari interni austriaci. 

   Quindi, l'atteggiamento duro dell'Europa nei confronti della coalizione neroblu rischia, paradossalmente, di rafforzare Haider?

   La presa di posizione del'Ue stimola certamente l'orgoglio nazionale e rafforza Haider e il nuovo governo. D'altra parte, in Austria, tutti sanno anche che senza l'Europa non si va avanti. L'Unione Europea non ha solo funzioni economiche, ma è stata fondata anche per scongiurare quanto era accaduto tra le due guerre. Quindi ha tutto il diritto di esprimere le sue perplessità di fronte a questo governo. 

   Veniamo all'Italia: in Alto Adige Haider è un boccone amaro per la Svp...

   Riguardo alla politica sudtirolese, in Austria vigeva il principio di una posizione comune tra tutti i partiti presenti in parlamento. Questo principio è stato rotto da Haider già alcuni anni fa, quando si è messo a parlare di autodeterminazione. Il problema vero è che la "potenza tutrice" dell'autonomia sudtirolese, con un governo del genere, ha meno peso nell'assetto europeo. Uno stato che viene criticato, censurato, trattato con le molle, che non ha più un'immagine positiva, è sicuramente meno forte sul piano internazionale. Inoltre, può darsi che nell'opinione pubblica italiana questo abbinare automaticamente l'immagine dell'Alto Adige all'Austria abbia qualche ripercussione a livello romano. Il governo potrebbe rivelarsi molto più prudente. Penso ad esempio alla toponomastica.

    Haider ha già tentato di rompere l'unità del partito di raccolta benedicendo i Freiheitlichen di Leitner, partito "gemello" della Fpö. Il fatto che adesso sia al governo può avere una ricaduta sull'elettorato di lingua tedesca di lingua tedesca?

   Non vedo "pericoli" in questo senso. I sudtirolesi sono autoreferenziali, e non si fanno condizionare più di tanto da quanto avviene sia in Italia sia in Austria. Inoltre,  noi non abbiamo i problemi austriaci, non abbiamo "i perdenti della modernizzazione", e l'assetto sociale e politico, per quanto riguarda la popolazione di lingua tedesca, è molto compatto. L'unica cosa che potrebbe succedere è che venga un po' ridimensionato il rapporto privilegiato tra Svp e governo austriaco. Nel comitato di contatto sudtirolese-austriaco, fino a prima c'erano sì tutti i partiti austriaci, ma solo la Svp per quanto riguardava l'Alto Adige. Presumo che in futuro ci sarà anche spazio per i Freiheitlichen di Leitner.

   Insomma, le sirene di Haider non trovano troppo spazio da noi.

   Difficile. Faccio un esempio: il tentativo dei Freiheitlichen sudtirolesi di fare la campagna elettorale per le provinciali contro gli immigrati è caduto completamente nel vuoto: la società sudtirolese è refrattaria a queste cose. Inoltre, ll gruppo di lingua tedesca un leader c'è l'ha già.

   Il presidente della Provincia autonoma Durnwalder.

    Esatto. Potremmo dire che, mentre l'Alto Adige ha sempre avuto un padre (prima Magnago oggi Durnwalder), l'Austria invece ne è sempre stata alla ricerca. Ora l'ha trovato: Haider. 


o Günther Pallaver è docente all'Istituto di Scienze Politiche di Innsbruck, dove insegna "Elementi del sistema politico italiano e austriaco" ed è uno dei principali collaboratori del noto politologo austriaco Anton Pelinka. Ha pubblicato numerosi saggi e libri. L'ultimo, scritto a quattro mani con Leopold Steurer, è intitolato "August Pichler, condividerò la sorte della mia terra". Ultimamente sta svolgendo una ricerca su Alleanza nazionale e in particolare sugli elementi di continuità e discontinuità con il Movimento sociale italiano. Collabora anche con le università di Genova e Pavia.

Luca Fregona
(1965) è giornalista
e vive a Bolzano

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