nonluoghi
editoriali
copertina
percorsi
libri
inchieste
novità
i i
notiziario
la satira
racconti
archivio
editorali
calendario
interviste
musica
notizie
scrivici

Gruppi di appartenenti al Pkk occupano villaggi kurdi in Irak
Non ha pace la popolazione civile della minoranza perseguitata (e divisa al suo interno)
 

  Di questi tempi in alcuni settori del movimentismo "antagonista" si rincorrono gli inviti alla solidarietà verso i "compagni del PKK perseguitati dai Turchi in terra irachena".
   Lo slancio solidaristico nei riguardi del PKK sembra far dimenticare ad alcuni dei protagonisti di questi interventi che i combattenti kurdi si trovano a circa 200 chilometri dal territorio turco, quasi ai confini con l'Iran, dopo che il loro capo, Ocalan, ha annunciato la scelta dell'abbandono delle armi contro lo stato turco.
Una fuga precipitosa con penetrazione profonda in territorio irakeno? O forse una riorganizzazione della lotta armata?

   Come riportato sul numero dell'ultima rivista di Emergency i villaggi del Kurdistan irakeno di Ranya, Carkurna, Haciumran e Ciamciamal, situati nei pressi di Sulaimania, a piu' di 200 km dal confine Turco, quasi al confine con l'Iran, sono stati occupati militarmente dai guerriglieri appartenenti al PKK, con l'appoggio del governo irakeno, (in quella zona ci sono anche moltissimi deportati da Kirkuk) dal settembre di quest'anno. Emergency, che incontra e cura le vittime di questi scontri a Sulaymania, è da ritenersi fonte e testimonianza sicuramente meno parziale di quanto rimbalza di seconda mano in Italia.

  Il partito kurdo PUK, per esempio, finora non si era mai schierato contro il PKK, ma, a seguito delle ultime invasioni del PKK, sembrerebbe ora addirittura favorevole all'intervento dell'esercito turco nel suo territorio.

   Lo stesso "Le monde" nel numero del 30 di dicembre analizza globalmente la complessità della situazione kurdo-irachena e la sua sostanziale precarietà, in relazione ai difficili equilibri del Medio Oriente. Per ora il risultato che resta più evidente è che i kurdi iracheni finiscono sempre col farne le spese: dei conflitti geopolitici e anche della lotta kurda. Si sono beccati le mine e le bombe chimiche irakene, il doppio embargo (internaizonale e nazionale in quanto minoranza perseguitata da Saddam), i bombardamenti turchi in territorio irakeno (45 morti solo quattro mesi fa nell'ultimo episodio noto), le invasioni di uomini del Pkk sulle quali in Italia si tende a sorvolare un po' troppo...
 


o Cronaca
del viaggio 
in Kurdistan

Il massacro
di agosto:
bombe turche
sul Kurdistan
irakeno

L'Iraq, l'embargo
e i piccoli Karovan offesi
e dimenticati

Il megaprogetto idroelettrico turco che devasta le comunità kurde

Halabja,
la Hiroshima 
curda dopo 
le bombe chimiche
irakene del 1988

La tortura
in Turchia, 
un affare
di stato
denunciato
in Parlamento

(15 gennaio  2001)
 

 

Ricerca nel sito                 powered by FreeFind
copertina
percorsi
libri
inchieste
novità
notiziario
la satira
racconti
archivio
editorali
calendario
interviste
musica
notizie
scrivici