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pensieri

Ci sono ladri più uguali degli altri?
Le rassicurazioni pleonastiche dei politici sull'inflessibilità con i delinquenti stranieri
 

di TVIL

    Ormai da destra a sinistra il politicamente corretto va ripetendo che bisogna distinguere fra stranieri criminali, con i quali saremo inflessibili, e chi viene in Italia per lavorare e che ha diritto a un trattamento civile.

    Diversamente, però,  politica e giornali non dicono che i cittadini italiani non delinquenti hanno diritto a lavorare senza essere criminalizzati ma che chi invece infrange la legge dev'essere punito. Non lo dicono perché è ovvio. Almeno finché la legge, almeno sulla carta e sappiamo che altro è la realtà, sarà "uguale per tutti".

   Allora, perché non lasciare l'ovvietà nel silenzio anche per la categoria degli immigrati e occuparsi meglio della reale complessità del fenomeno migratorio invece di assumere questa prospettiva allarmistica?

   Per parte sua, il presidente della Camera, Luciano Violante, si è sentito in dovere di sottolineare che non vanno dimenticati i disoccupati italiani quando si parla di posti di lavoro destinati agli stranieri. Un'altra puntualizzazione di cui si sentiva il bisogno urgente. Soprattutto a sinistra.

   Non è che, niente niente, questa classe politica e i suoi consiglieri accademici è meno preparata dei suoi elettori (certo spaventati quanto più possibile dai polveroni parlamentari e massmediatici) a rispondere alla necessità di organizzare l'integrazione degli stranieri e il suo impatto sull'equilibrio socioeconomico preesistente? 
 


o Il dossier
immigrazione

Clandestini
e retate

(22 luglio 2000)
 
 
 
 

 

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