Per un giornalismo critico 
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fra emergenza e utopia...


 
L'ESERCITO DEL FONDAMENTALISMO USA 
I gruppi estremistici e razzisti che in passato hanno già utilizzato l'arma del bioterrorismo

 
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Dopo l'11 settembre e l'avvio dell'escalation militare USA per portare Libertà Duratura e pace eterna, la carta stampata e le bocche dei commentatori televisivi si sono andate riempiendo di alcune parole-chiave, quali fondamentalismo, integralismo e fanatismo, che sempre riferite al mondo islamico hanno fornito l'alibi per l'azione "mirata" dei bombardieri strategici sull'Afganistan.

In realtà, anche questa è una semplificazione propagandistica, basti infatti ricordare che i combattenti dell'Alleanza del Nord appoggiati dagli Stati Uniti in funzione anti-regime talebano non sono meno "integralisti" dei loro nemici e che i loro attuali capi sono non meno responsabili per aver forzatamente imposto alla popolazione negli anni 1992-96 la legge islamica, il burqa, i divieti contro il cinema, etc.

Ma l'integralismo religioso è un fenomeno ben presente e aggressivo anche negli stessi Stati Uniti, tanto che dallo stesso governo non viene neppure esclusa la loro responsabilità nella cosiddetta offensiva bioterroristica. I precedenti che vengono citati infatti non mancano: nel '91 due membri delle Forze Speciali di Fort Bragg (quello di Rambo, tanto per intendersi) e un impiegato delle Poste furono sottoposti ad inchiesta per aver trafugato armi chimiche; nel '94 due "miliziani" del Minnesota Patriots Council vennero tratti in arresto per aver progettato di avvelenare un acquedotto; nel '95 un biologo aderente a Aryan Nation fu scoperto perché aveva tentato di farsi spedire da un deposito di campioni microbiologici del Maryland alcuni campioni di Yersinia Pestis, ossia il virus della peste bubbonica; inoltre negli ultimi anni al gruppo antiabortista The Army of God è stata attribuita la paternità di oltre 80 lettere "contaminate" con spore di antrace inviate a medici ed ospedali che praticavano l'interruzione di gravidanza e, negli anni '98 e '99, altri personaggi legati all'estrema destra paramilitare e fondamentalista furono trovati in possesso di fiale con antrace e altri agenti chimici.

Difficile dire, allo stato attuale, se tale ipotesi sia più o meno fondata e quali possono essere i retroscena e gli obiettivi di una simile azione, resta però un dato certo che l'estrema destra americana, grazie anche a numerose connivenze nell'apparato statale e in settori governativi, appare una realtà notevolmente estesa, articolata e dotata di ingenti finanziamenti, tale da rappresentare indiscutibilmente una forza più o meno occulta con un ruolo e un peso politico all'interno dei rapporti di potere interni alla società americana che non andrebbero sottovalutati.
 

Gli Stati Uniti sono stati storicamente il paese che più di ogni altro dopo la fine della Seconda guerra mondiale ha aiutato i nazisti a salvare la pelle, a rifugiarsi, a riciclarsi e a riorganizzarsi sotto la bandiera dell'anticomunismo ed in questo una parte decisiva è stata giocata dalla destra statunitense, tradizionalmente razzista, xenofoba e ultrareligiosa.

Tale miscela di estremismo e fanatismo è rimasta a lungo coperta dall'ombra della lotta che vedeva contrapposta la Libertà occidentale e il Totalitarismo sovietico, ma quando quest'ultimo è venuto meno quella miscela ha cominciato ad esplodere all'interno della stessa America.

La "nuova" destra dopo la fine della Guerra Fredda ha potuto quindi ritrovare una propria identità e un proprio spazio politico individuando nel "nemico interno" il successore del nemico comunista; infatti, dopo il caos degli anni '60, tale nemico è la donna liberata che rivendica il diritto a decidere della propria maternità e del proprio corpo, è l'omosessuale che non si nasconde più, è l'immigrato che si ribella alla logica del ghetto, ma sono anche tutti coloro che, per la libertà con cui vivono, con i loro discorsi di tolleranza ed il rifiuto della cosiddetta normalità minano alla base della cellula familiare.

Da qui sorse fin dagli anni '80 una campagna sempre più virulenta contro i gay (circolavano adesivi con scritte del tipo: Kill a Queeer for Christ), le leggi che garantivano la parità dei diritti alle donne e, in particolare, contro il diritto d'aborto.

Ricorrendo contemporaneamente a un'argomentazione liberale (finanziare l'aborto con il pubblico denaro significherebbe accrescere i poteri dello Stato) e una religiosa (l'interruzione di gravidanza è un assassinio), il partito del Diritto alla Vita ha quindi fatto sentire tutto il suo peso durante le campagne elettorali e nei confronti del potere legislativo, condizionando e determinando la vittoria di alcuni candidati come Reagan e Bush con cui poi sono entrati in conflitto in quanto non hanno proibito per legge l'aborto e dopo i fallimenti delle grandi mobilitazioni contro l'aborto dell'estate '91, una parte del "movimento per la vita" ha imboccato la strada della lotta armata.

Questa componente politico-religiosa su posizioni oltranziste, si è andata peraltro intersecando e intrecciando con la cospicua galassia di Miliziani, Patrioti, Suprematisti bianchi, seguaci del KKK che, nel '97, costituivano circa 858 nuclei organizzati (dei quali 380 armati) con 50 mila militanti e con centinaia di migliaia di sostenitori. Tutti sono accomunati dalla prospettiva di uno scontro totale fra le legioni di Dio e l'esercito di satana al soldo del Nuovo Ordine Globale che, con la complicità dell'ONU, starebbe soffocando gli Stati Uniti "con la società multirazziale, il comunismo e l'aborto". Il loro primo nemico dichiarato è lo Z.O.G. (Zionist Occupational Government), ossia del solito complotto sionista di cui tutti sono potenzialmente complici.

Sulle varie Milizie che si sono costituite in tutti gli States e i loro collegamenti organici con le organizzazioni neonaziste quali Aryan Nation, W.A.R., Third Position, ci sarebbe da scrivere molto, tanto più che dopo la strage di Oklahoma City del '95, con 168 morti e circa 500 feriti, appare chiaro che il terrorismo rientra nelle strategia di queste formazioni paramilitari, per cui citiamo soltanto le principali sigle a tendenza fondamentalista, seppure accenti religiosi analoghi si riscontrano in molte Milizie, legate a personaggi come il pastore Robert Miles della Mountain Church o il reverendo Olson che ai sermoni alterna l'attività di venditore di armi da fuoco per tutti i gusti.
 

Le organizzazioni più impegnate nella lotta con ogni mezzo contro l'aborto sono The Army of God, la Pro-Life Action Network, Rescue America, Operation Rescue e gli altri gruppi radicali antiabortisti risalenti agli inizi degli anni '70. Gli states dove è più forte la loro pressione sono la California, la Florida, la Virginia e il Texas. Durante le azioni di questi gruppi, talvolta autentici assalti armati agli ospedali, vi sono state decine di morti e centinaia di cliniche incendiate.

La Chiesa del Creatore, fondata in Florida nel '73, è un gruppo di estrema destra che rivendica apertamente la supremazia della razza bianca; antisemita e anticattolica, ha il suo quartier generale a Mulberry e vanta circa un migliaio di affiliati.

Christian Identity è invece una sorta di setta, nata come British Israelism nell'800 in Inghilterra. La sua teologia razzista si basa sulla premessa che gli ebrei sono letteralmente figli di Satana, seme di Caino; che i popoli di colore sono popoli pre-adamitici, cioè ancora costruiti col fango e mai portati da Dio alla dignità della carne umana; che i cristiani ariani sono l'ultimo gregge della casa di Israele e in quanto tali sono il popolo eletto e, dunque, l'America è la terra loro promessa. Infatti tale popolo costituito da Anglosassoni e Ariani, discendenti delle "dieci tribù perdute d'Israele" finite in America.

Sulla base di queste teorie C.I. riesce a far confluire realtà e strutture prima isolate: sezioni del KKK, bande nazi, il Posse Comitatus, L'aryan Nation e altri che sentono comune questa identità religiosa.

I Promise Keeper vogliono da parte loro "il ritorno dei maschi al centro della nazione" e combattono "l'immoralità sessuale, la lussuria, l'adulterio e la pornografia". L'85% del movimento è costituito da bianchi e nel '98 organizzò una memorabile manifestazione davanti alla Casa Bianca con settecentomila dimostranti.
 

Ancora non sappiamo come questo arcipelago si posizionerà nei confronti della Guerra Santa avviata dal governo USA e niente appare scontato; basti vedere come in Italia parte del fascismo tradizionalista si stia schierando, sposandosi con l'antiamericanismo della destra radicale, a fianco dell'integralismo talebano e di Osama bin Laden, eccitandosi al ricordo delle SS formate dai volontari mussulmani che combatterono per l'ordine di Hitler in Bosnia-Erzegovina.
 

Archivio antifascista 
Da "Umanità Nova" n.38 del 4 novembre 2001 

Feroci predoni
Quei "galantuomini" dell'Alleanza del Nord 

Pubblichiamo alcuni significativi stralci, relativi all'Alleanza del Nord, del lungo articolo di Vijay Prashad sugli scopi della guerra in Afganistan. L'articolo è stato pubblicato in inglese nel sito ZMAG.
 

E per rimpiazzare i Talebani (il governo USA) riporta alla luce il vecchio Zahir Shah, sepolto nei sobborghi romani, e quel che è rimasto della famigerata Alleanza del Nord, gli stessi individui che avrebbe voluto al potere già nel 1980. Zahir Shah è vissuto a Roma dal 1973 in poi e ha tentato a più riprese, l'ultima volta nel 1999, di riunire un Loya Jirga (consiglio degli anziani) che includesse anche i banditi rimasti chiusi fuori da Kabul. Shah, che viene spesato da uno stato del Golfo non meglio identificato, a quanto pare è il riluttante e quasi involontario protagonista, ma quelli che lo hanno finanziato per tre decenni probabilmente non vedono l'ora che lui riprenda il potere perché ricambi i loro sforzi con diritti sul condotto di gas naturale dal Turkmenistan al Pakistan, o qualcosa di simile.

Proprio come negli anni '90 gli USA strinsero un patto con lo sgradevole Iraqi National Congress, ora a quanto sembra il cavallo di Troia per l'imperialismo statunitense sarà l'Alleanza del Nord, una banda disordinata di guerriglieri che hanno impiegato gran parte del loro tempo combattendosi a vicenda dopo il ritiro delle truppe sovietiche, e il cui breve regime del terrore a Kabul si era distinto per la ferocia. 

Le origini dell'Alleanza del Nord possono essere ricondotte alla defezione del generale Abdul Rashid Dostam con la sua milizia uzbeka (in Afganistan vivono ca. 2 milioni di Uzbeki, ndt), che abbandonò la fazione di Najibullah nel marzo del 1992. Con questo atto il decimato Partito Democratico Popolare aveva i giorni contati. I Mujahiddin entrarono a Kabul e, a metà Aprile, elusero di misura un'immediata ripresa della guerra grazie a un'alleanza a Peshawar, capeggiata dal boss dei Jamait-i-Islami (Società Islamica), il professore Burhanuddin Rabbani (che è tutt'ora il leader formalmente riconosciuto del paese). 

Nell'agosto del 1992 la guerra ricominciò quando la fazione Hezb-i-Islami (Partito Islamico) di Gulbuddin Hikmatyar cercò di sostituirsi al regime del Professore, e la conseguente instabilità provocò la definitiva caduta del governo di Najibullah in dicembre. Nel marzo del 1993, le diverse fazioni conclusero l'Accordo di Islamabad: Rabbani rimaneva presidente, mentre Hikmatyar diventava primo ministro. 

Ma Hikmatyar era un alleato inaffidabile, visto che continuò nelle sue azioni terroristiche, assieme agli alleati dello Hezb-i-Wahdat (Partito dell'Unità Islamica) e contro Rabbani (che collaborava con l'ex-comunista Dostam, anche se le truppe di Rabbani continuavano a essere comandate da Ahmed Shah Masood). Nel gennaio del 1994 Hikmatyar si alleò con Dostam, e il gioco delle sedie continuò fino ad oggi in questa maniera. Hikmatyar, con Dostam, poi con Masood, poi Rabbani sullo sfondo... e nel frattempo i Talebani consolidarono il proprio potere, presero Mazar-i-Sharif nel 1997 e alla fine Kabul. 

Mentre il paese si dibatteva nella guerra civile, l'Alleanza del Nord inflisse enormi sofferenze al popolo afgano. Nel gennaio del 1997 le forze di Dostam bombardarono brutalmente Kabul e le forze di Masood continuarono a farlo, perfino il giorno dopo gli attentati dell'11 settembre, come rappresaglia per il suo assassinio tre giorni prima. Un lettore interessato può studiare i rapporti pubblicati nel 1995 da Amnesty International sui crimini più gravi compiuti dalla Jamait-i-Islami di Rabbani, lo Hezb-i-Islami di Hikmatyar, lo Junbest-i-Melli Islami (Movimento Nazionale Islamico) di Dostam e lo Hezb-i-Wahdat: 

1) Afghanistan: Responsabilità internazionale per il disastro umanitario [Indice AI 09/11/95] 

(2) Le donne in Afghanistan: una catastrofe dei diritti umanitari [Indice AI 03/11/95] 
 

Quando i Talebani entrarono a Kabul, questa storia venne riscritta dalle grandi potenze soprattutto perché ora l'Alleanza del Nord appariva un'alternativa ragionevole ai Talebani sui quali (il governo USA) non aveva alcun controllo. Che molti nell'Alleanza del Nord guardassero con favore all'Iran non doveva essere motivo d'inciampo, particolarmente dopo il lento, ma costante riavvicinamento USA-Iran. 

Gli scopi della guerra USA in Afghanistan sono dunque altrettanto brutali e indistinti come lo erano in Iraq: rovesciare un regime corrotto e sostituirlo con un altro regime corrotto, ma bendisposto verso gli USA. La sinistra statunitense deve protestare non solo contro la guerra, ma anche contro gli scopi che cominciano a essere formulati, e sicuramente contro una "stabilità" ristabilita nel nome del capitale. L'Alleanza del Nord non è "perlomeno meglio" dei Talebani, come i liberal vorrebbero credere: sono altrettanto deleteri per il popolo afgano. 
 
 

 

8 novembre 2001

Tratto da 
Umanità Nova

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