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Esperti pericolosi
Martin, un manuale per difendersi dal potere degli esperti e dagli esperti del potere
 

   Abbiamo accennato, con un intervento semiserio in queste pagine, al ruolo degli esperti nella formazione delle opinioni dominanti e a quanto rischia di ritrovarsi in una posizione di sostanziale impotenza il cittadino di fronte a opinioni e decisioni supportante dalle analisi e dalle conclusioni tratte dagli esperti.
 
    Ora, non va certamente dimenticato che, se da una parte i percorsi istituzionali (scuola, politica, burocrazia eccetera) inducono l'individuo a riporre fiducia nel ricorso agli scienziati (dal politologo al fisico nucleare, dal giurista al genetista), esiste ed è spesso palpabile anche in ambienti sociali insospettabili una sorta di buon senso popolare che tende al dubbio metodico, cioè anche a diffidare dagli esperti. Spesso, tuttavia, se anche il dubbio si insinua e fa breccia qua e là, risulta difficile passare all'azione, alla dirtetta contestazione delle tesi degli esperti e di conseguenza delle decisioni politiche che se ne fanno scudo. Ciò accade nonostante sia evidente a tutti che la ricerca è facilmente pilotabile, che un risultato "scientifico" in molti casi può dipendere da chi e perché svolge quella data ricerca o anche e soprattutto da chi la commissiona e la paga, che se la premessa è l'appartenenza a un dato paradigma saranno pressoché impossibili conclusioni scientifiche che potrebbero mettere in discussione il paradigma medesimo e così via.

    Ora, se davanti alla percezione dei gravi limiti della "cultura degli esperti" e dell'uso strumentale che spesso la politica fa del loro operato (traducendo in norma giuridica i pareri di persone che di diritto o sociologia sanno tanto quanto un qualunque cittadino), si ha un moto a metterli in discussione - ai vari livelli, dall'asilo di quartiere al ministero della difesa - e se si ha una spinta a cercare inutilmente un confronto impossibile in quanto scontro fra paradigmi diversi, a questo punto potrà risultare utile o anche necessario individuare una serie di approcci che possono denudare gli esperti della loro falsa autorevolezza, metterli spalle al muro di fronte alla contraddittorietà o debolezza delle loro conclusioni scientifiche, indebolirne lo status sociale che alimenta i processi di accentramento del potere.

   Un volumetto utile in proposito è "L'esperto è nudo! Come difenderci dal potere degli esperti e dagli esperti del potere" di Brian Martin (Elèuthera, 1992, 10 mila lire). L'autore, docente universitario in Australia e attivo nel movimento ecopacifista, indica una serie di punti su cui insistere per mettere in discussione gli esperti: 
 1) mettere in discussione i dati che utilizzano (la cosa più facile, di solito, è diffondere dei "controdati" che portano a conclusioni diverse, ma in qualche caso si può anche tentare di denunciare la stessa attendibilità dei dati degli esperti o ancora insistere nei loro punti deboli lasciati volontariamente in ombra ); 
 2) mettere in discussione i postulati che significa innanzitutto svelarli, dato che spesso vengono nascosti dalla massa di dati e dalle conseguenti conclusioni tratte dagli esperti. Martin propone anche la via della "controipotesi" (che però a sua volta porge il fianco a altre controipotesi...). O ancora, davanti alle conclusioni scientifiche, porre la domanda: "E allora?", per dire anche se tutto questo fosse vero perché dovremmo farne discendere questa e non quella conclusione politica (l'autore fa l'esempio degli studi sulle basi genetiche dell'intelligenza: se anche fosse dimostrata questa origine, che cosa ci vieta di promuovere politiche di uguaglianza sociale?);
3) Screditare gli esperti, che rispetto ai comuni mortali hanno dalla loro il prestigoio dei titoli accademici e il rispetto della comunità politica. Screditarli significa, tra l'altro, esaminare attentamente ogni situazione individuale per smascherare eventuali interessi privati, repentini cambiamenti di opinione sul tema oggetto della contesa, episodi di "frodi" scientificha ("rubare" ricerche, firmare articoli d'altri eccetera);
4) Screditare il mito della competenza significa innanzitutto mettere in evidenza le deviazioni e gli errori che la funzione di esperti porta con sè, tenendo conto che la conoscenza scientifica non è un percorso univoco verso la verità e che, come spiega Martin, "nella formazione delle teorie scientifiche e nell'attività giornaliera di ricerca entrano fattori politici e sociali". Non esistono settori scientifici assolutamente neutrali.

   Su questi quattro canali si muove l'analisi dell'autore che approfondisce, via via, possibili manovre dei non esperti per mettere in scacco gli esperti (presunti) e i politici che di essi si servono. Operazione, in ogni caso,ambiziosa, come osserva lo stesso Martin.


o
"L'esperto è colui che evita i piccoli errori per prendere enormi cantonate"
Benjamin Stolberg
 
(6 giugno 2000)

 
 

 

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