ipiazze&dintorni

Anarchici ed ebrei storia di un incontro
Convegno internazionale di studi a Venezia, 5-6-7 maggio 2000
 

   Il gran numero di ebrei anarchici, tra la fine del secolo scorso e la metà di questo (alcuni dei quali di notevole prestigio intellettuale e/o di spiccato rilievo organizzativo) costituisce un fenomeno di alto interesse storico-culturale da entrambe le prospettive, quella anarchica e quella ebraica. Eppure non esistono studi sistematici e approfonditi su questa strana convergenza di due tradizioni apparentemente estranee. Ma...

   Ma l'incontro c'è stato, in un'epoca storica determinata e in un 
contesto sociale abbastanza definito. Dapprima nella Zona di residenza coatta, l'immenso territorio est-europeo, culla della cultura yiddish, nel quale erano costretti ad abitare gli ebrei secondo la legislazione zarista. Poi, in modo via via crescente, il processo di attrazione fra tradizione ebraica e utopia libertaria si manifesta nell'emigrazione yiddish verso l'Inghilterra, gli Stati Uniti (di prima generazione citiamo, come individualità di spicco, Emma Goldman, di seconda generazione Paul Goodman, Noam Chomsky, Murray Bookchin) e l'Argentina. 

   In questi paesi il nascente movimento operaio ebraico, composto 
prevalentemente da immigrati est-europei, fu organizzato in gran parte grazie all'energia degli anarchici, spesso giovani ebrei allevati nel timore di Dio e nel rispetto delle tradizioni religiose, in seguito trascinati dalla grande corrente dell'utopia rivoluzionaria. Essi incarnavano il radicalismo di un proletariato che intravedeva il messia tra i portavoce dell'ideologia libertaria. Non solo secoli di 
autogestione comunitaria predisponevano il popolo di Israele a recepire le teorie dell'associazionismo mutualistico, del federalismo e dell'autonomia comunale propagandate dai teorici libertari; ma era la stessa componente etica della spiritualità ebraica e il pensiero messianico (secondo Martin Buber l'idea più originale che l'ebraismo aveva lasciato in eredità alle moderne teorie radicali), con la sua aspirazione escatologica a un avvenire radicalmente nuovo, a orientare in situazioni sociali e culturali particolari un certo numero di ebrei verso il pensiero libertario.
Questo fenomeno non si verificherà tra gli ebrei «occidentali», ormai assimilati e integrati nelle società in cui vivevano, con alcune eccezioni di rilievo come, tra le personalità anarchiche di spicco, il francese Bernard Lazare o i tedeschi Gustav Landauer ed Erich Mühsam.

  Ebraismo e anarchismo, infine, si re-incontrano in Palestina prima e in Israele dopo nei kibbutzim, sia per la partecipazione diretta a essi di anarchici, sia soprattutto per l'influenza della tradizione comunista libertaria sulle idee-guida e sulle strutture organizzative. Tanto da fare scrivere recentemente a uno studioso kibbutznik che i kibbutzim sono ideologicamente riconducibili, checché ne pensassero i fondatori e ne pensino i membri, più a Kropotkin che a Marx, più all'anarchismo che al marxismo.

   Il Centro Studi Libertari di Milano e il Centre International des 
Recherches sur l¹Anarchisme (CIRA) di Lausanne, annunciano 
l¹organizzazione di un incontro internazionale su questa tematica 
previsto a Venezia per il maggio 2000. 
L¹incontro prevede sia un convegno di studi (con traduzione simultanea italiano/inglese/francese) sia una parte culturale e conviviale. Il convegno, patrocinato dalla Fondazione Pace del Comune di Venezia e dal Dipartimento di Studi Storici dell¹Università di Venezia, si terrà presso l¹Auditorium di Campo Santa Margherita, mentre la parte culturale e conviviale, in collaborazione con il Senato degli Studenti, prevede Chiostro dell’Istituto Universitario di Architettura ( Santa Croce 191-Tolentini) pomeriggi e serate di musica, cabaret, teatro, cinema, burattini, umorismo ebraico, dibattiti e proiezioni di documentari originali.
 

info-e-mail
Telefoni segreteria del convegno: 
02.2846923  0335 6925425 041 5212765



 

 

o Il programma

VENERDÌ 5 MAGGIO 14,30 – 19,00

CHAIM SEELIGMANN    (Yad Tabenkin Center, Tel Aviv)
Utopismo, messianesimo e messianesimo laico

FURIO BIAGINI   (Università di Lecce)
Utopia sociale e spiritualità ebraica

ERIC JACOBSON   (Freie Universitat, Berlino)
L’Anarchismo di tradizione ebraica:
Scholem, Benjamin e la teologia politica

JACOB GOREN   (Yad Tabenkin Center, Tel Aviv)
Elementi anarchici nel primo giudaismo

ENRICO FERRI   (Università di Roma Tre)
La questione ebraica in Max Stirner 
e nella prospettiva libertaria

SABATO 6 MAGGIO 9,30 – 13,00

DANIEL GRIMBERG   (Università di Bialystok)
Il radicalismo ebraico in Polonia: sfide e risposte

MICHAEL LOWY   (CNRS, Parigi)
Anarchismo ed ebraismo nella Mitteleuropa: il caso Kafka

ROUDOLF DE Jong (Institut voor Sociale Geschiedenis,  Amsterdam)
Anarchismo, sionismo, antisemitismo

SYLVAIN BOULOUQUE   (Università di Reims)
L’ebraismo libertario tra assimilazione e rottura

GREGORIO RAWIN   (Biblioteca  Ingenieros, Buenos Aires)
La Lega Razionalista Ebraica e l’anarchismo in Argentina

SABATO 6 MAGGIO 15,00 – 19,00

SIEGBERT WOLF   (Università di Frankfurt a/M)
La relazione intellettuale tra Landauer e Buber

MINA GRAUR   (Università Ebraica di Gerusalemme)
La questione nazionale nel sionismo e nell’anarchismo

YAACOV OVED   (Univ. di Tel Aviv e Yad Tabenkin Center)
Il movimento dei Kibbutz e l’anarchismo

BIRGIT SEEMANN   (Università di Frankfurt a/M)
Anarco-femminismo e giudaismo: alcune tematiche

FRANCIS SHOR   (Wayne State University,  Detroit)
Anarchismo ebraico e comunitarismo negli USA:
da Stelton a Sunrise

DOMENICA 7 MAGGIO 10,00 – 13,00
LA DOPPIA IDENTITA’ (tavola rotonda)

AUDREY GOODFRIEND (SAN FRANCISCO)
JEAN-MARC IZRINE (TOULOUSE)
JUDITH MALINA  (NEW YORK)
HANON REZNIKOV  (NEW YORK)
ARTURO SCHWARZ  (MILANO)
PIETRO ADAMO , moderatore
 

copertina
le notizie
i percorsi
le interviste
i libri
la musica
le inchieste
il calendario