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La città dell'oblio
Carcere e narrativa, il noir di Réné Frégni proposto da Meridiano Zero
 

di ALESSIA BIASIOLO

     Penso non ci sia un tempo per tramutare in moda la condizione carceraria. E' un fatto che molte persone per i più svariati motivi sono detenuti, sia quando i giornali ne parlano sia quando si decide che la cosa non aumenta il numero di copie vendute. Qualche volta i fatti di cronaca scuotono di più le coscienze, gridando alla vendetta, alla forca, oppure alla tolleranza perché non si accetta di permettere la vita in condizioni tanto disastrose. Tuttavia nella vita di ogni individuo accadono dei fatti che la giustificano, la smuovono, la cambiano permettendo crescite e aperture di vista altrimenti impossibili. 

  Anche quando sembra obbrobrioso il modo per riuscirvi. Anche quando passano dalla struttura penitenziaria.E con penna decisa e poetica Réné Frégni ci regala un libro da non perdere nel filone noir scelto da Meridiano Zero, egregia casa editrice di Padova, ammirevole per il coraggio e per la serietà, capace di proporre libri di pregio. "La città dell'oblio" è un regno in cui Réné è passato: in isolamento durante il servizio militare, evade dal carcere, disertando, gira l'Europa con documenti falsi e lavora per 7 anni in un ospedale psichiatrico finché non decide di scrivere una
storia di assoluto successo. La storia di Ralph che trascorre alcune ore alla settimana ad insegnare ai detenuti e conosce Gabriel Bove, detenuto 26966S della cella C318. Gabriel ha ucciso la sua amatissima Mathilde e non riesce più a liberarsi dal rimorso, dal perduto amore: dipinge, con affanno e rabbia, finché Ralph non decide di "...distrarlo dalla propria coscienza" perché "dietro ogni uomo c'è un bambino che piange". E in una peripezia di vita che si trascina e si spinge, precipita e collassa, Bove muore e Ralph alla fine arriva da detenuto nella città dell'oblio, quella in cui i sensi si affinano per capire se i visitatori sanno "i bosco, di donna e di
macchina", coscienti che è "...come se la gente libera non sentisse più nulla". 

  Il lettore è rapito dalle pagine di Frégni e deve arrivare in fondo non tanto per sapere come va a finire, quanto per sentire un crescendo d'emozione in sé, partecipe della vita di un detenuto reo eppure persona, uomo, con dignità piena e da non cancellare. Un noir che fa riflettere impercettibilmente, promuovendo una coscienza che non sia solo cronaca quotidiana con cui l'indomani attizzare il camino. 

"LA CITTA' DELL'OBLIO" Réné Frégni, 
Meridiano Zero, Padova, 2000, pagg. 192, lire 22000.


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