ile interviste

L'addio a Marcello Bernardi: un'intervista del 1997
"L'infanzia e la demolizione della libertà"
 "Ogni bambino è un principe della luce che poi con l'educazione diventa una sorta di cretino"
 

di FABIO DE SANTI

   «Quando il bambino cresce e va all'asilo nido o alla scuola materna avanza l'armata degli ducatori di cui anche i genitori fanno parte integrante. Gli educatori seguono teorie che portano ad una tirannia intransigente e incrollabile. L'educatore non tentenna mai ed è pronto ad impartire quelle norme che sovrastano la vita del ragazzino». 

   Così scrive Marcello Bernardi, noto medico, pediatra ed educatore libertario, propugnatore di un nuovo modo di intendere il rapporto genitore bambino, nel suo saggio «I tre nemici» apparso sul libro «Il bambino fra autorità e libertà» publicato dai tipi dell'Eleuthera. Un saggio in cui Bernardi affronta, tra l'altro, anche il tema dell'educazione del bambino nel suo rapporto con la scuola, gli insegnanti-educatori,
in una prospettiva che non può essere che fortemente critica.
   Una posizione che ci siamo fatti spiegare da Marcello Bernardi che abbiamo
raggiunto al telefono nella sua abitazione di Milano. 

   In questo periodo si fa un gran parlare di scuola pubblica e privata
dimenticando probabilmente il ruolo della scuola nell'ambito
dell'educazione del bambino. 
Qual è a suo avviso la sitauzione in questo momento in Italia?

   «Decisamente negativa. La scuola è rimasta ai livelli del fascismo: tanta burocrazia, voti, compitini, pagelle, ma soprattutto feroce competizione fra i bambini. Il contrario insomma di quello che dovrebbe, a mio avviso, essere la scuola cioè un luogo di socializzazione fra bambini, di crescità, di rispetto della libertà del singolo».

   Tutta colpa degli insegnanti?

    «Assolutamente no. Ci sono molti insegnanti in gamba che nonostante i meccanismi di sopraffazione messi in azione dal sistema scolastico cercano di avere un rapporto diverso con gli alunni, di incuriosirli durante le lezioni.Cercano cioè di favorire l'unione, l'amicizia, il vero rispetto fra i compagni e non certo il sistema deleterio della competizione».

   Lei vede qualche possibilità concreta di cambiamento in quella sorta
di moloch che è la scuola?

   «E'  difficile immaginarlo in questo momento. La cosa importante per un progressivo cambiamento delle cose è che l'insegnante capisca di non essere un burocrate ma una persona. Anzi non solo una semplice persona ma colui che spesso esercita un ruolo fondamentale,come esempio e punto di riferimento, per il bambino al di fuori dell'ambito familiare». 

   Molti educatori affermano che oggi è più difficile confrontarsi con i bambini, diventati più esigenti, viziati e finanche cattivi...

«Sono luoghi comuni e per giunta calunniosi proprio nei riguardi dei bambini! I bambini di oggi non sono certo diversi, nel bene e nel male, dai bambini di dieci o venti anni fa. Sono però, e questo è certo, decisamente frastorati e disorientati. I bambini sono insicuri, perchè sentono sempre più l'assenza psicologica dei loro  familiari e anche degli insegnanti. Mancano cioè di quei punti di riferimento fondamentali per la loro crescita». 

   E il ruolo dei genitori?

   «Purtroppo i genitori trascurano quella che io definisco "strategia dell'attenzione". Danno cioè grande attenzione agli aspetti materiali, ricoprendo quando possono i figli di regali, di cose appunto materiali, ma non danno loro quell'attenzione di cui i bambini hanno disperato bisogno. Accanto a questo riversano, cosa ancor più deleteria, le loro ambizioni sui figli ponendoli in competizione con altri bambini per essere migliori, più bravi...».

   Questo si inserisce anche nel rapporto con la scuola?

   «Certo  perché i genitori o non hanno tempo, soffocati dai ritmi di vivere di questa nostra società, o non vogliono avere contatti con la scuola. Per questo i ragazzi vengono abbandonati spesso nelle mani di insegnanti che non sono all'altezza del loro compito. E'una situazione difficile».

   Ci sono vie d'uscita?

   «Vorrei ricordare ai genitori le parole di un famoso pedagogo olandese: "ogni bambino è un prinicpe della luce che poi con l'educazione diventa una sorta di cretino". In tanti anni di lavoro mi è capitato di vedere molti ragazzini, quasi tutti, dotati di immaginazione, coraggio, sete di conoscere, e pochi, quasi nessuno, provvisti della virtù di quell'obbedienza cieca, pronta e assoluta che molti educatori e genitori vorrebbero. Ma poi, mediante l'educazione, sono stati corretti, svuotati, di immaginazione e di coraggio e riempiti di obbedienza. Voglio dire  che bisogna fare
in modo che ogni persona, anche in età infantile, sia libera di essere ciò che è e non subisca quel processo di smantellamento della libertà a cui tutti continuiamo ad essere sottoposti». 


o Ieri a Milano è morto Marcello Bernardi, grande pediatra e fra i padri della moderna pedagogia, 
nato a Rovereto nel 1922.
Per ricordare un protagonista della cultura libera in Italia, riproponiamo questa intervista che risale al 1997  e che si trova nel nostro sito da circa un anno.

Nell'intervista, Bernardi analizza il rapporto fra i bambini e le agenzie educative - prime fra tutte scuola e famiglia - rilevandone i gravi difetti e offrendo una ricetta che si richiama alla pedagogia libertaria.

- Fra i libri 
di Marcello Bernardi ricordiamo 
il recente "L'infanzia tra due mondi", edito da Fabbri nell'ottobre 2000; "Conversazioni con Marcello Bernardi. Il libertario intolerante", edito da Elèuthera a cura di Roberto Denti;
"Gli imperfetti genitori"; "L'avventura di crescere"; "La maleducazione sessuale"; "Educazione e libertà"; "Il nuovo bambino"; "Il figlio facoltativo"; "Il problema inventato"; "Adolescenza".

(9 gennaio 2001)

Un commento:
i figli inquieti
dell'infelicità

La Summerhill School

copertina
le notizie
 i percorsi
le interviste
i libri
la musica
le inchieste
il calendario