Un caro amico, Bob, mi scrive dalla California, dove si occupa di analisi dei sistemi politici. Mi segnala l’esperienza interessante del libero stato di Vardadò, che si trova in un’isola non meglio precisata di un oceano a me ignoto. Vardadò è una repubblica che fin da epoca remota ha sviluppato un’organizzazione democratica della convivenza.
Non ha mai partecipato a guerre, perché questa come altre decisioni di rilievo è affidata direttamente al popolo. E a Vardadò il popolo ha sempre detto no.
Si avverte un eccesso di improvvisazione e un deficit di ragionamento nel processo che sta spogliando il Paese di alcuni organi rappresentativi della volontà popolare sostituendoli con istituzioni non scelte dagli elettori.Il caso delle Province ordinarie è emblematico: il governo centrale (prima Monti, poi Letta e ora Renzi) ne ha sospeso il rinnovo democratico degli organi, commissariandoli, perché c’è l’intenzione di riformare (si definisce “abolizione” ma giocoforza sarà tutt’altro, perché parliamo di enti che svolgono funzioni socialmente rilevanti e indivisibili).