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Gli editori di Libero vogliono anche l’Unità?

[Comunicato del Comitato di redazione de l’Unità]
I redattori dell’Unità sono allarmati per le notizie che da giorni si rincorrono su autorevoli giornali a proposito di un radicale cambio negli assetti proprietari della società editrice. Si fanno i nomi della Tosinvest della famiglia Angelucci, editori di “Libero” e azionisti de “Il Riformista”.
Gli editori di Libero vogliono anche l’Unità?
Inserito Martedì, 18 gennaio 2005 @ 11:20:51 CET da nonluoghi
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Osservatorio mass media [Comunicato del Comitato di redazione de l’Unità]
I redattori dell’Unità sono allarmati per le notizie che da giorni si rincorrono su autorevoli giornali a proposito di un radicale cambio negli assetti proprietari della società editrice. Si fanno i nomi della Tosinvest della famiglia Angelucci, editori di “Libero” e azionisti de “Il Riformista”.

Si tratta degli stessi imprenditori che anni fa furono già presenti nella allora società editrice dell’Unità, il loro repentino ritiro contribuì alla chiusura del giornale.
I giornalisti dell’Unità non comprendono quale logica imprenditoriale ed editoriale possa indurre gli stessi soggetti a mettere sul mercato testate così diverse.
Negli stessi articoli, inoltre, si fa riferimento ad una cordata concorrente rappresentata dal banchiere Massimo Ponzellini che punterebbe alla conquista del pacchetto di maggioranza di Nie Spa.
Il quadro rappresentato è dunque quello di uno scontro, un far west editoriale che rende ancora più grave la situazione di incertezza del giornale: ancora non ci sono risposte convincenti da parte dell’azienda sul piano di rilancio e di riorganizzazione della redazione, un silenzio che rischia di pregiudicare la ripresa delle vendite registrata a dicembre e confermata dai primi dati di gennaio. L’unica certezza a questo punto è quella di un affannarsi di diversi ambienti politici e imprenditoriali attorno al controllo della linea editoriale di questo giornale.
Ancora una volta i giornalisti dell’Unità sono mobilitati a difesa della autonomia della testata e di quel patrimonio di idee e professionalità rappresentato dall’Unità e dal suo corpo redazionale.
Torniamo a chiedere alla presidente e al consiglio d’amministrazione risposte serie e convincenti sugli assetti societari attuali e futuri, sulla struttura della proprietà e sul solido ancoraggio della testata a quel progetto contenuto nell’accordo siglato quattro anni fa al ministero del Lavoro che ha consentito il ritorno in edicola dell’Unità.
Le assemblee di redazione di Roma, Firenze, Bologna e Milano hanno affidato al Comitato di Redazione un pacchetto di tre giorni di sciopero da attuare nel caso in cui non vi siano risposte convincenti e definitive sulle questioni poste.
L’incertezza danneggia il giornale, patrimonio non solo della proprietà e degli azionisti, ma dei lettori, della sinistra, dei giornalisti e dei poligrafici tutti.

Il Comitato di redazione dell’Unità

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