Nonluoghi Archivio Il Veneto che frana tra sistema Galan e Legaland di Zaia

Il Veneto che frana tra sistema Galan e Legaland di Zaia

Il celebrato modello veneto è andato in tilt, nel gioco sfacciato dell’economia e della politica. Fra il tramonto del «sistema Galan» e il deragliamento della «locomotiva» nordestina non affiora soltanto l’ultima generazione leghista, svezzata da vent’anni di «serenissima» ideologia. Il Veneto continua a sfornare contraddizioni stridenti, storie e personaggi emblematici, perfino movimenti sociali che contraddicono ogni «modello».
[b]Lo spiegano Sebastiano Canetta ed Ernesto Milanesi nel nuovo volume «Legaland. Miti e realtà del Nord Est» (Manifestolibri, 176 pagine, 18 euro).[/b] «Questo libro – spiega l’editore – costituisce un viaggio-inchiesta attraverso i tanti volti del Nord Est: dalle schiave dell’immondizia nei capannoni postindustrali al business che ruota intorno ai finanziamenti europei, agli eco-mostri messi in cantiere dagli interessi immobiliari».
Osserva lo scrittore padovano [b]Massimo Carlotto[/b] nella prefazione: «Finalmente! Sul Nord Est si è detto e si è scritto di tutto ma si avvertiva la mancanza di un’analisi precisa e puntuale che spiegasse le ragioni che hanno portato la Lega al governo, definendo il passaggio da Galania a Legaland. La collaudata coppia di giornalisti “investigativi” Canetta/Milanesi, nota ai lettori del Manifesto per le loro inchieste, con questo saggio basato su cifre e fatti verificati e inoppugnabili, ha fornito a tutti lo strumento per una consapevole comprensione. Per troppo tempo (anche a sinistra) fiumi di inchiostro e mari di parole avevano creato un’inspiegabile confusione sulla realtà nordestina, che di fatto aveva anche contribuito a creare una cortina fumogena sull’agire di quell’intreccio politico/economico/finanziario/affaristico che gestisce il vero potere nel territorio.
Eppure bastava dare un’occhiata alle cifre, confrontarle con i fatti, ricostruire organigrammi e cordate per rendersi conto dove stava andando il Nord Est. O meglio in quale mare stava e sta affogando. Questo saggio è correttamente impietoso. Non guarda in faccia nessuno e non fa sconti alla cecità della sinistra che si dibatte in una crisi senza precedenti, incapace di arrestare la propria vocazione minoritaria e la conseguente incapacità di contare e di intervenire.
Perché è questa la realtà. Prima il doge Galan, ora la camicia verde Zaia hanno avuto la capacità di cancellare le regole della politica, introducendo nella società veneta una sorta di primitivismo culturale a cui nessuno è stato in grado di opporsi.
Non hanno nemmeno fatto troppa fatica a papparsi il gustoso boccone del Nord Est, l’opposizione li ha lasciati fare, troppo occupata a interrogarsi sulle ragioni della propria crisi e abbandonando il territorio. Il giochino dell’elenco delle “grandi lotte” oggi non funziona più di fronte all’immane disastro di Legaland.
Canetta e Milanesi ci sbattono in faccia una serie impressionante di storie che dimostrano come il territorio sia stato saccheggiato da cricche nate sulla logica dell’economia di rapina. Il grande mito della locomotiva del Nord Est, additata per anni come il modello economico da riproporre a livello nazionale, non era che una bufala. Una delle tante del capitalismo nazionale, d’accordo, ma in fondo non era così difficile capire che tutto si fondava sul “nero”, in senso di lavoro, di gioco delle tre carte sul piano finanziario e sull’illegalità economica che ha marcato a fuoco il territorio…».

nonluoghi

nonluoghi

Questo sito nacque alla fine del 1999 con l'obiettivo di offrire un contributo alla riflessione sulla crisi della democrazia rappresentativa e sul ruolo dei mass media nei processi di emancipazione culturale, economica e sociale. Per alcuni anni Nonluoghi è stato anche una piccola casa editrice sulla cui attività, conclusasi nel 2006, si trovano informazioni e materiali in queste pagine Web.

More Posts

ARTICOLI CORRELATI