Nonluoghi Archivio Che “quelli del no” abbiano ragione? -„Nein-Sagen“ – zu Recht?

Che “quelli del no” abbiano ragione? -„Nein-Sagen“ – zu Recht?

(riceviamo e diffondiamo la seguente nota del’associazione Ambiente e Salute di Bolzano).

Ci etichettano, in maniera dispregiativa come “Quelli del no”, in opposizione agli ambientalisti del sì o del fare, ai quali in pratica va tutto bene, basta sedere nel comitato di gestione.
A volte però pecchiamo solo di buona previsionalità, cioè capiamo come andranno le cose 5 minuti prima degli altri e per questo, come dice un antico detto cinese, passiamo 5 minuti da imbecilli o almeno da rompipalle.

“So nicht” diceva uno striscione sopra Il Safety Park presso l’ Ischia Frizzi e pare proprio che così non vada bene. Le vicende Ischia Frizzi e Aeroporto di S.Giacomo di questi giorni ci confermano che le nostre proteste e le nostre previsioni non erano affatto sbagliate:

– era evidente che a Ischia Frizzi non si sacrificava una zona naturalistica per farne solamente un centro di guida sicura ma soprattutto una specie di Parco Giochi Rumorosi e ad alto impatto ambientale e che i problemi di costi e di bilanci avrebbero poi fatto prevalere l’aspetto commerciale su quello educativo, che l’impatto ambientale sarebbe stato forte e che a risentirne sarebbero stati soprattutto i comuni limitrofi.

– Non era una difficile previsione, ma assessore Widmann e Landeshauptmann in testa ci hanno smentito più volte parlando di proteste fastidiose.

– Molti amministratori locali ( sindaci e consiglieri) si sono sentiti rassicurati e da parte politica c’è stato il silenzio quasi totale.

– Gli ambientalisti del sì o del ni: non pervenuti.

Era evidente che un bacino di utenza come Bolzano non poteva economicamente sostenere i costi del Centro di guida sicura e che per sopperire ai buchi di bilancio si sarebbero tentate altre strade : manifestazioni sportive, sponsor, ecc.

Crediamo comunque che anche queste soluzioni non basteranno e alla fine il buco finanziario sarà sanato da denaro pubblico:cioè con i nostri soldi, le nostre tasse.

D’altronde la vicenda aeroporto avrebbe già dovuto insegnare molto, l’iter è lo stesso:

– struttura esagerata ed ad alto impatto ambientale

– buchi economici da tutte le parti

– tentativi ripetuti di chiudere i debiti con denaro pubblico
Anche sull’aeroporto avevano ragione quelli del no, avevano ragione 36.580 cittadini che hanno firmato contro una prima volta e altri 28.000 che hanno firmato per la proposta di referendum successivamente.

Anche in questo caso rassicurazioni provinciali e silenzio degli amministratori locali.

Gli ambientalisti del fare, così come si definisce Veltroni: non pervenuti.

Due esempi che sono sulle pagine dei giornali in questi giorni, due esempi di miopia imprenditoriale oltre che di megalomania politica e di disprezzo ambientale. Diceva sull’ alto Adige alcuni giorni fa Campostrini : “ …l’ aeroporto è figlio del napoleonismo provinciale. l’ aeroporto non riesce a reggere l’impatto con la realtà. Che a volte si chiama mercato; altre, legge della domanda e dell’offerta; o ancora, concorrenza, confronto con chi fa le cose meglio. Vive solo perchè abbiamo i soldi. Tanti soldi. …Si sogna a occhi aperti: vivono come se a Bolzano ci fosse una grande domanda di trasporto aereo . Vivono così, in modo autoreferenziale, finchè non sbattono contro il muro della realtà. Vivono così perchè c’è qualcuno che li mantiene. “

In altro editoriale scrive Don Renner: “credono che Bolzano sia New York”.

Giudizi ingenerosi non certo di ambientalisti radicali.

Comunque si voglia girarla soldi buttati via con inutili danni ambientali e rischi per la salute dei cittadini.

Noi, gli ambientalisti del no, avevamo in entrambi i casi, come sempre facciamo, proposto delle alternative, che farebbero tornare Bolzano e e Provincia nelle sue dimensioni reali.

In entrambi i casi sarebbe stato sufficiente aumentare i collegamenti ( ferroviari) con strutture già esistenti ed efficienti verso Verona o Innsbruck e facilitare l’accesso dei sudtirolesi a queste strutture.

Ma queste ipotesi non sono mai state valutate perché l’impero Sudtirolese deve essere completamente indipendente.

Ora ci rimangono queste mega strutture e la domanda è che farne, per l’una è pronto un referendum dove i cittadini almeno una volta potranno esprimersi, per l’altro…

Claudio Vedovelli

„Nein-Sagen“ – zu Recht?

Wir werden oft abwertend als die “Nein-sager” abgestempelt, ganz im Gegensatz zu den Umweltschützern die ständig „ja“ sagen, denen alles recht ist, hauptsache sie sitzen im richtigen Ausschuß…

Manchmal aber ist unser „Nein-sagen“ eine realistische Vorhersage wie die Dinge laufen werden, und zwar noch vor den anderen.

“So nicht” sagte der Banner über dem Safety Park in Pfatten, und wie man jetzt sieht, scheinen die Dinge „nicht so“ zu laufen, wie die Landesregierung geplant hatte. Dies gilt sowohl für den Safety Park als auch für den Flughafen in St. Jakob und gibt uns mal wieder Recht darüber, daß unsere Vorhersagen richtig lagen:

– Es war nämlich klar, daß das Ischia-Fizzi-Biotop nicht nur einem Fahrsicherheitszentrum weichen musste, sondern vor allem einem lautem „Rummelplatz“ zum Opfer fallen musste; sehr zum Leid der Umwelt und vor allem der umliegenden Gemeinden. Daß die Kosten dieses Fahsicherheitszentrums den kommerziellen Aspekt vor den lern- und erzieherischen Aspekten legen würde, war ebenfalls einfach vorherzusehen, auch wenn wir vom Assessor Widmann und vom Landeshauptmann Durnwalder wieder einmal als „lästige Störfriede“ abgestempelt wurden.

Es war nicht zu übersehen, daß ein kleines Einzugsgebiet wie Bozen nie die Kosten eines Fahrsicherheitszentrum tragen hätte können und daß die somit verbundenen “Löcher” in der Bilanz anderswertig gefüllt hätten werden müssen: z.B. mit Go-Kart-Rennen, Sponsoriserungen, usw.

Diese Lösungen werden aber nicht ausreichen und das Defizit wird wieder einmal mit öffentlichen Geldern, unseren Steuergeldern also, saniert werden.

Aus der Erfahrung mit dem Flughafen, die einiges mit dem Safety-Park gemeinsam hat, hätte man eine Lehre ziehen können, da es sich bei beide um eine übertrieben große Struktur handelt, mit einem großem Impakt auf die Umwelt, beide arbeiten defizitär, beide werden mit öffentlichen Geldern „gefüttert“ –
Zum Thema Flughafen ist noch dazuzusagen, daß sich 36.580 Bürger bei der ersten Befragung dagegen ausgesprochen haben und weitere 28.000 den Vorschlag für ein Referendum unterschrieben haben. Auch in diesem Fall hat die Provinz leere Versprechen gegeben, während die lokalen Politiker geschwiegen haben.

Beide Themen sind in diesen Tagen aktuell, beides Beispiele von der Kurzsichtigkeit, des respektlosen Umgangs mit der Umwelt und dem politischen Größenwahn. Der Journalist Campostrini schrieb vor einigen Tagen in der Alto Adige, daß der Flughafen sich nicht mit der Ralität messen könne, mit dem Markt der Anfrage und des Angebotes, mit der Konkurrenz. Er überlebe nur, weil Südtirol ein reiches Land sei, weil es immer jemanden gäbe, der Geld austeilt.

Don Renner schrieb zum selben Thema: jemand glaubt, Bozen sei New York.

Wie man es auch nimmt, es handelt sich um hinausgeworfenes Geld, irreversible Schäden für die Umwelt, Risiken für die Gesundheit der Bevölkerung.

Wir, die “Nein-Sager”, hatten in beiden Fällen alternative Vorschläge vorgebracht: es hätte genügt, wenn die Verbindungen zu bereits existierenden Strukturen in Verona oder Innsbruck ausgebaut worden wären, sodaß es für die Bevölkerung Südtirols einfacher geworden wäre, diese zu erreichen.

Diese Vorschläge wurden nie in Erwägung gebracht, weil das „Imperium Südtirol“ ja vollständig unabhängig dastehen soll!

Was jetzt bleibt sind zwei Mega-Strukturen und die Frage: was wird jetzt daraus? Für die eine ist bereits ein Referendum geplant, und was wird aus der anderen?

Claudio Vedovelli

Website : http://www.ambientesalute.org

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