Nonluoghi Archivio Rifiuti, “Civiltà bruciata” su Odeon Tv

Rifiuti, “Civiltà bruciata” su Odeon Tv

Il documentario “Civiltà bruciata. La terra degli inceneritori”, venerdì 21 marzo, alle 21.30, sarà il protagonista della prossima puntata del programma di OdeonTv “Rebus, questioni di conoscenza”, curato e condotto dal giornalista Maurizio Decollanz.
In studio ci sarà anche l’autore di questo video-verità sulla gestione dei rifiuti in Italia, **il giornalista Zenone Sovilla.
[ clicca qui per rivedere la puntata on line ].
Vai al sito dell’autore dove puoi vedere l’intero documentario online: www.sovilla.org . “Si parla moltissimo – scrive la redazione di “Rebus” presentando la
puntata – di rifiuti e del modo di smaltirli. Napoli è la capitale del
problema o solo la punta di un iceberg che coinvolge tutta l’Europa? I
termovalorizzatori sono realmente la soluzione al problema o anche loro
possono deteriorare la qualità della vita di tutti noi? Quale può essere
la strada percorribile per migliorare la situazione? È possibile che nel
rincorrere lo stare meglio ci siamo dimenticati di stare bene?”.

Odeon Tv si può ricevere nella rete terrestre analogica o via satellite ( nello spazio Web del programma “Rebus” si possono anche riv edere le puntate andate in onda, www.odeontv.net ).

Parametri tecnici per la ricezione satellitare:

Satellite – Eutelsat Hot Bird 6, posizione 13° Est, frequenza 11.199
Mhz, polarizzazione V, Symbolrate 27500, fec 5/6, Epg Odeon Tv, Odeon
Sat, piattaforma Sky canale 827.

Elenco delle emittenti locali del circuito terrestre Odeon:

Canale 6 e Tvm Gorizia
Telereporter Roma
Canale 10 Firenze
Telereporter Sud
Teleregione Bari
Telecentro Bologna
Napoli Canale 21
Telereporter Milano
Rete 7
Video Novara
TeleMed Palermo
Tele Alto Veneto
Telegenova

Per altre informazioni: www.odeontv.net

***

IL DOCUMENTARIO [SCHEDA]

Zenone Sovilla ha raccolto nel documentario, diffuso secondo la licenza
libera Creative Commons, una lunga serie di voci di studiosi
dell’argomento rifiuti per confutare la diffusa vulgata, enfatizzatasi
dopo l’ultima “emergenza” in Campania, che gli inceneritori
(eufemisticamente definiti “termovalorizzatori”) siano un modo corretto
di affrontare questa materia. In primo piano:

* la produzione esagerata di rifiuti e la loro gestione scorretta nelle
nostre società malate di consumismo e aggressione al territorio;

* i rischi anche sanitari dell’incenerimento e il business sostenuto con
sovvenzioni pubbliche;

* le menzogne continue sulla sostenibilità della cosiddetta “energia da
rifiuti”;

* le potenzialità dimostrate da una seria raccolta differenziata e da
politiche miranti al contenimento della quantità di materiale immesso
nel mercato per finire rapidamente fra le “cose” da smaltire.

Gli esperti intervistati danno supporto scientifico alla convinzione che:

* gli inceneritori non sono una seria alternativa alle discariche:
richiedono a loro volta la creazione di depositi per lo stoccaggio dei
residui, vale a dire di scorie tossiche in quantità superiore a quanto
risulterebbe da smaltire dopo una oculata raccolta differenziata porta a
porta che minimizza il residuo non riciclabile;
* si tratta di impianti particolarmente costosi per i contribuenti
italiani ma redditizi per costruttori e gestori (spesso anche privati) e
la stessa produzione di energia è sostenibile economicamente solo in
virtù delle sovvenzioni pubbliche elargite dallo Stato agli inceneritori
grazie a un incredibile escamotage già condannato dalle autorità
europee: equiparare la spazzatura bruciata alle fonti rinnovabili di
energia;
* l’unico modo serio di recuperare energia dai “rifiuti” è, da un lato,
considerarli materiali “post-consumo” e sforzarsi per massimizzarne il
riciclo e il riutilizzo (si pensi alle bottiglie); dall’altro lato,
mettere in atto politiche profonde per ridurre drasticamente la quantità
di imballaggi di ogni genere (specie di plastica, che rende molto se
bruciata negli impianti) che riempiono sempre più le case degli italiani
rendendo oltremodo complesso lo smaltimento;
* l’impatto ambientale e sanitario degli inceneritori – tre emissioni e
scorie tossiche – è tale da far ritenere gravemente lacunosa
l’attenzione riservata a questo fenomeno dalle agenzie pubbliche
preposte alla tutela della salute dei cittadini e del territorio (eppure
non mancano dati epidemiologici e studi scientifici in aree esposte, che
dovrebbero suggerire alle istituzioni quanto meno un principio di
precauzione, non certo l’entusiastica adesione alle politiche
dell’incenerimento)
* produrne in quantità mostruose e poi bruciare i rifiuti è il sintomo
di una civiltà energivora, malata di iperproduzione e consumismo, di
voracità e rimozione delle conseguenze presenti e future di questo
modello potenzialmente suicida: la questione inceneritori è un’occasione
per riflettere sulla grande crisi ecologica del nostro tempo, ma per
coglierla bisogna saper spingere il ragionamento oltre la barriera
propagandistica e banale alzata da chi ritiene di risolvere tutto
spazzando la polvere di casa sotto il tappeto: non si vede ma resta con
noi…

I CAPITOLI

* Introduzione: i rifiuti bruciati in Italia.
* Effetti collaterali di un’economia rapace.
* Incenerire o ridurrre e riciclare i rifiuti? Con Marino Ruzzenenti
(esperto di Brescia, autore del libro “L’Italia sotto i rifiuti”),
Gianluigi Salvador (Wwf Veneto), Antonio Zecca (docente del’Università
di Trento).
* Inceneritori e agricoltura a rischio: il no di Coldiretti. Con
Gabriele Calliari, presidente di Coldiretti Trento.
* Inceneritori, diossine fino al Polo Nord. Con Christian Schelver,
Azione contro la fabbrica di veleni, Oslo.
* Inquinamento e salute: quali controlli, quali conseguenze? Con Renzo
Tomatis, Patrizia Gentilini, Pietro Frigato.
* Maurizio Pallante: grandi opere e democrazia partecipata.
* Virginio Bettini e le valutazioni dimpatto ambientale.
* Stefano Montanari: polveri microsottili, killer invisibile.
* Valerio Gennaro [oncologo]: inceneritori e salute.
* Andrea Masullo (Wwf): energia da rifiuti, bufale e contributi pubblici.
* Inceneritori e rifiuti, il caso di Trento. Con Adriano Rizzoli di
Nimby trentino.
* Laura Puppato (sindaco di Montebelluna): una gestione “dolce” è possibile.
* Paolo Contò: come funziona la raccolta differenziata porta a porta.
* Paul Connett e la strategia Zero Rifiuti: un progetto possibile.
* Luca Mercalli: Italia, benessere diffuso o cemento?
* Padre Fabrizio Forti: sul digiuno contro l’inceneritore e il bisogno
di sobrietà.

L’AUTORE

Zenone Sovilla, nato a Belluno nel 1964, è giornalista professionista
dal 1988, quando lavorava al Gazzettino.
Da tempo è redattore dell’Adige di Trento (in cultura), dopo aver
trascorso un lungo periodo in Scandinavia lavorando come corrispondente
freelance per Radio Svizzera Internazionale, il Gr Rai, La Stampa, la
Gazzetta dello Sport, Il Corriere del Ticino, l’Espresso; ha collaborato
con i quotidiani norvegesi Adresseavisen e Dagbladet.
Tra i fondatori dell’associazione culturale Nonluoghi attiva online e
nelle pubblicazioni librarie, si occupa in chiave critica dell’analisi
del rapporto tra informazione e democrazia e si è impegnato nel
sindacato dei giornalisti (Fnsi) del quale è stato consigliere nazionale
dopo molti anni come rappresentante di base.
É autore del saggio “Bicicrazia. Pedalare per la libertà” (Nonluoghi,
2004) dedicato alla mobilità sostenibile.
Collabora con il settimanale Carta e con il mensile Altreconomia.

Altre info sul documentario e sulla distribuzione: www.sovilla.org

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Questo sito nacque alla fine del 1999 con l'obiettivo di offrire un contributo alla riflessione sulla crisi della democrazia rappresentativa e sul ruolo dei mass media nei processi di emancipazione culturale, economica e sociale. Per alcuni anni Nonluoghi è stato anche una piccola casa editrice sulla cui attività, conclusasi nel 2006, si trovano informazioni e materiali in queste pagine Web.

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