Nonluoghi Archivio Un’economia nonviolenta è possibile

Un’economia nonviolenta è possibile

di Michele Boato

Siamo immersi in un’economia violenta, basata su una concezione della vita, che mette l’uomo ( in particolare maschio e adulto) al centro dell’universo, con un rapporto di dominio e sfruttamento verso il resto del creato: animali, vegetali e minerali considerati solo come “risorse” da utilizzare a suo vantaggio. Espressioni di questa economia violenta sono:

– la crescente concentrazione della ricchezza in una minoranza di popoli (il Nord del mondo) e, al loro interno, in una minoranza della popolazione; con conseguenti migrazioni di massa da sud a nord e da est ad ovest del mondo

– il mito del mercato e la divinizzazione della competizione come regola aurea a cui sottostare, con conseguenti guerre per il possesso delle “risorse”, dalle fonti energetiche fossili all’acqua

– l’ideologia del consumismo e dello spreco usa-e-getta, come volano dello “sviluppo”

– lo sfruttamento più o meno legalizzato della maggioranza dei lavoratori : in particolare donne, bambini, gli eterni “giovani” novelli schiavi del precariato, migranti, anziani e maschi ultra-quarantenni in cerca di nuova occupazione

– dilapidazione di “risorse”, come i combustibili fossili, prodotti dalla natura in milioni di anni

– utilizzo selvaggio del suolo sia in città (con l’impero della rendita immobiliare) che nel resto del territorio, con produzioni altamente inquinanti, escavazioni e moltiplicazione di strade e capannoni

– dittatura del denaro: tutto si ottiene solo attraverso scambi monetari, ogni altro scambio è sospetto o illegale

– produzione globalizzata, con frequenti de-localizzazioni, dove i salari sono più bassi e i diritti meno garantiti

– regole del commercio internazionale di stampo coloniale, che strozzano i paesi poveri produttori di materie prime a basso prezzo e importatori di prodotti finiti e di tecnologie a prezzi ben più elevati.

Dalle lotte che hanno caratterizzato tutto il 1900 si possono trarre delle linee guida per una economia che si rifaccia ai valori della nonviolenza; linee che vanno in senso diametralmente opposto e partono da una concezione della vita fondata sull’alleanza con Gaia, nostra madre terra:

– giustizia sociale con riduzione degli squilibri tra Nord e Sud del mondo e all’interno delle popolazioni

– cooperazione come valore guida, sia tra persone, che tra comunità e stati

– ricerca della felicità attraverso la sobrietà, sia a livello individuale che sociale, puntando alla fine di uno “sviluppo”basato sul consumismo senza limiti

– lavoro creativo, artigianale, senza rapporti di subordinazione, ma di collaborazione tra uguali

– economia “solare”, basata su risparmio energetico e fonti rinnovabili, locali col minor impatto ambientale possibile

– città aperta, dove le scelte urbanistiche sono fatte sulla base del bene comune, deciso direttamente dagli abitanti e non dalle lobby di speculatori e politici loro amici

– allargamento progressivo dell’auto-produzione di beni e servizi, del loro baratto e dello loro scambio non monetario, anche attraverso associazioni locali come le banche del tempo, le monete locali e le reti di economia solidale

– produzione il più possibile locale/regionale, limitando importazioni ed esportazioni ai beni necessari non producibili localmente; sostegno ai produttori biologici locali, a ristoranti e mense che usano solo prodotti regionali (“chilometro zero”), organizzazione di gruppi di acquisto che privilegiano i rapporti diretti e continuativi con produttori locali, diffusione degli orti nelle città o nelle immediate periferie per puntare all’autosufficienza alimentare

– per il (pochissimo) commercio internazionale necessario adottare regole di equità, e il minor impatto ambientale possibile.

Michele Boato, storico esponente del movimento ecologista italiano, è direttore dell’Ecoistituto del Veneto “Alex Langer” (di Mestre, Venezia) e delle riviste Gaia e Tera e Aqua. Web: www.ecoistituto-italia.org

nonluoghi

nonluoghi

Questo sito nacque alla fine del 1999 con l'obiettivo di offrire un contributo alla riflessione sulla crisi della democrazia rappresentativa e sul ruolo dei mass media nei processi di emancipazione culturale, economica e sociale. Per alcuni anni Nonluoghi è stato anche una piccola casa editrice sulla cui attività, conclusasi nel 2006, si trovano informazioni e materiali in queste pagine Web.

More Posts

ARTICOLI CORRELATI