Nonluoghi Archivio Finanziaria: prove tecniche di stangata Finanziaria, la scure della sinistra

Finanziaria: prove tecniche di stangata Finanziaria, la scure della sinistra

[ Da Umanità Nova – www.ecn.org/uenne ]
Sono cominciate le prime schermaglie governative per far digerire un’indigesta finanziaria.
Nella versione prevacanziera si parlava di una manovra da 35 miliardi di Euro, costituita per 22 miliardi di tagli e per 13 di tasse.
Visto che c’è stato un boom delle entrate, aumentate di 12 miliardi di Euro rispetto allo scorso anno, si è deciso di considerare 5 miliardi di questi 12 entrati in più come “strutturali” e di diminuire l’entità della manovra a 30 miliardi, divisa in 16 di tagli alle spese e in 14 di nuove entrate. Parallelamente a questa ridefinizione dei nuovi saldi della manovra si è cominciato a vedere il primo abbozzo del progetto di riforma delle pensioni proposto dal governo.
Questo progetto, anche se verrà presentato insieme alla finanziaria, è parzialmente scollegato da questa. L’impatto contabile sulla finanziaria 2007 della riforma della pensioni sarà di 3 miliardi. Poco più di un miliardo dovrebbe essere ottenuto chiudendo una delle quattro finestre di uscita dal lavoro del 2007 ed il resto dall’aumento dei contributi dei lavoratori autonomi ed a progetto.
Si è fatto un gran parlare dell’età pensionabile in questi giorni ed è facile pensare che sarà uno dei temi che terrà banco durante la discussione della riforma. È il classico specchietto per le allodole.
Non che non sia importante l’età a cui si possa andare in pensione, ma discettando di questo si finisce per legittimare la filosofia secondo cui le pensioni sarebbero una donazione statale e non un salario differito del lavoratore.
Dal 1993 le pensioni vengono calcolate con il sistema contributivo: tanto paghi di contributi, tanto prendi di pensione. Le pensioni che uno percepirà saranno il risultato, matematico, dei contributi che avrà versato.
Discettare dell’età serve solo a nascondere il furto perpetrato ai danni dei lavoratori. Obbligare qualcuno a lavorare dopo aver versato contributi per 40 anni (che è il massimo cumulabile) servirà solo a derubarlo ulteriormente dopo una vita di lavoro.
Avremo modo di tornarci, visto il tentativo di far passare come una vittoria della sinistra di governo il fatto di andare in pensione prima dei 60 anni “con qualche penalizzazione”, il che, data l’esiguità delle pensioni attese, significa non poterci andare per nulla.
Altro settore che sarà colpito dai tagli sarà la sanità con l’introduzione del ticket sui ricoveri, sulla maggior parte delle prestazioni e con la riduzione della spesa sanitaria da far gestire dalle regioni, cui è consentito anche l’aumento dell’IRPEF, qualora non vi riuscissero.
Grossi tagli sono attesi anche nel pubblico impiego per almeno 5 miliardi. La maggior parte verranno dagli stipendi dei dipendenti pubblici. Ci sarà il blocco degli scatti d’anzianità e il blocco dei contratti integrativi. Con il risultato, dopo aver magnificato la privatizzazione del rapporto di lavoro pubblico, di non consentire ai lavoratori di percepire quei minimi aumenti legati a guadagni di produttività. Nella scuola seguiteranno a peggiorare le condizioni di studio e la qualità dell’istruzione. Aumenterà il numero degli alunni per classe, verranno eliminati i docenti di sostegno e le spese per infrastrutture.
Ulteriori tagli sono anche previsti per gli enti locali e, visto che l’assistenza sociale è ormai tutta a carico dei comuni, è probabile che i tagli andranno a colpire proprio questo ambito.
Il dibattito su queste misure è ancora nella fase iniziale, non è detto che il progetto di finanziaria definitivo le riporterà tutte, ma sembra difficile, data l’acquiescenza dei sindacati concertativi e la faccia di bronzo della sinistra di governo, che il risultato finale si discosterà molto da questo.

[ Articolo tratto dal settimanale anarchico Da Umanità Nova – www.ecn.org/uenne – numero 27 del 10 settembre 2006, anno 86 ]

nonluoghi

nonluoghi

Questo sito nacque alla fine del 1999 con l'obiettivo di offrire un contributo alla riflessione sulla crisi della democrazia rappresentativa e sul ruolo dei mass media nei processi di emancipazione culturale, economica e sociale. Per alcuni anni Nonluoghi è stato anche una piccola casa editrice sulla cui attività, conclusasi nel 2006, si trovano informazioni e materiali in queste pagine Web.

More Posts

ARTICOLI CORRELATI