Nonluoghi Archivio Riecco i necrofili del nucleare

Riecco i necrofili del nucleare

Rieccoli, i necrofili dell’energia nucleare. Come sono brutti, tristi, ma anche inquietanti con quei loro musi duri mutuati dal grande capo quando non canta le canzoni sorridenti.
Parlano in coro. Delirano di “ambientalismo bigotto, qualunquista e antisociale” cui si sarebbe ispirato il no referendario degli italiani all’energia atomica (quella che continua a uccidere, oggi, 17 anni dopo la catastrofe di Chernobyl). Purtroppo, per loro, a quel pesante no del popolo sovrano devono, invece, rispetto; fino a prova contraria. Approfittano di un colpo di vento svizzero che manda in tilt l’Italia che governano e invece di spiegarci o di farsi finalmente da parte, rilanciano la consueta pantomima parolaia. Eppure forse anche tra le loro fila si sta insinuando il dubbio che a togliere il sonno agli italiani non sia propriamente la vicenda Telekom Serbia.

Dopo un blackout di sabato notte che non c’entra nulla con il fabbisogno nazionale e con il conseguente import di energia elettrica, più economica, dall’estero (quell’albero galeotto poteva sfiorare i cavi dell’alta tensione anche in territorio italiano), hanno subito riaperto i loro megafoni della propaganda: costruire subito le nuove centrali, ripensare l’abbandono del nucleare, progettare impianti atomici. Se la sono presa con gli enti territoriali che ostacolano a suon di ricorsi giudiziari l’iter dei nuovi megaimpianti; hanno addirittura minacciato commissariamenti e altri interventi d’imperio del potere centrale sulle realtà locali; loro, quelli del federalismo…

Hanno approfittato da una paralisi grave che ha creato seri disagi in ampie zone del Paese (si pensi alle ferrovie in tilt) sui quali hanno minimizzato per alzare un polverone che distogliesse l’attenzione sui fatti del giorno, sull’Italia bloccata (complici vari mass media sempre più zelanti che spiegano agli italiani che il problema numero uno è il campionato di calcio o forse la formula uno).

Meno male che gli svizzeri non hanno avuto remore a dirci chiaramente come stavano le cose: una breve interruzione cautelativa che nella confederazione elvetica si è risolta in una crisi riguardante solo poche aree e risolta in meno di un’ora. “Ci sembra incredibile che questo piccolo incidente abbia causato un blackout in tutta Italia”, ha commentato l’ente gestore dell’energia, Atel.

Infatti, è incredibile. Ma lo è doppiamente che l’esecutivo italiano invece di dare spiegazioni chiare attenendosi al tema dell’emergenza nel paese, passi la giornata a dispensare proclami su presunte impellenze energetiche e sui suoi prudori nucleari, senza dedicare una parola alla politica del risparmio energetico e delle fonti rinnovabili. Capitoli, questi ultimi, nei quali mister B. e i suoi brillano per il vuoto spinto, mentre altrettanto non si può dire per i capitoli di spesa che soddisfano le aspettative della lobby carbonifera e nucleare.

Privatizzazioni ed esternalizzazioni di servizi essenziali, flessibilità e precarietà del lavoro, paralisi dei processi democratici e concentrazione oligarchica del potere economico e politico, ingiustizia sociale e crisi ambientali: sono innumerevoli i danni sociali delle ricette liberiste che anche il governo italiano applica (o così almeno vorrebbe tanto) e delle quali tenta con insistenza di fare un paradigma unico e incontestabile. Peccato che di incontrovertibile, invece, ci siano i dati empirici sull’aumento della sofferenza, delle malattie e delle morti tra i cittadini causate direttamente e indirettamente da questo tipo di politiche su scala locale e globale. Ora ci mancava anche il nucleare.

Sentire questi ministri, fa male, si diventa tristi, il futuro nostro e dei nostri figli appare a rischio; il presente si fa inquieto e cupo. Per favore, mandiamoli a casa presto. Che ognuno di costoro, avvocati, ingegneri, commercialisti, eroi e canzonieri, torni per favore alle sue onorevoli faccende domestiche o al suo lauto business.
Speriamo, al più tardi, dopo le elezioni europeee di giugno, con troppi guasti alle spalle.
Peccato che si sappia già da chi saranno sostituiti e non da che cosa…

(z. s.)

nonluoghi

nonluoghi

Questo sito nacque alla fine del 1999 con l'obiettivo di offrire un contributo alla riflessione sulla crisi della democrazia rappresentativa e sul ruolo dei mass media nei processi di emancipazione culturale, economica e sociale. Per alcuni anni Nonluoghi è stato anche una piccola casa editrice sulla cui attività, conclusasi nel 2006, si trovano informazioni e materiali in queste pagine Web.

More Posts

ARTICOLI CORRELATI