Nonluoghi Archivio Libertà d’informazione, Italia al 53° posto

Libertà d’informazione, Italia al 53° posto

di Fabio Galluccio

10-26 ottobre: Ancora morti nel mare di Lampedusa: persone che cercano solo una speranza in Paesi stranieri. Altri bambini muoiono in mare. Più di 200 i morti accertati dal gennaio 2003. Un’ ecatombe che pesa sul nostro Paese e su questo governo. Un governo che ha espresso una legge invereconda come la Bossi-Fini, che lo stesso ministro dell’Interno Pisanu chiede di cambiare. L’Italia non mantiene gli impegnii presi con i paesi nordafricani sul controllo delle coste. Intanto Bossi riafferma i suoi principi xenofobi. Ancora censura nel Paese. Chiambretti escluso dalla tv pubblica. Minoli spostato con i suoi programmi in tardissima serata per non dare fastidio a Vespa. Dario Fo, premio Nobel per la letteratura, con ogni probabilità non potrà rappresentare la sua pièce al Piccolo di Milano. Reporters sans frontiers catapulta l’Italia al 53° posto nella classifica della libertà di stampa (ultimo Paese della UE), ben 12 posti dietro la Spagna (retrocessa per il suo atteggiamento nei confronti della stampa nei Paesi Baschi) e dietro a molti paesi africani e asiatici. La concentrazione dei media nelle mani del presidente del Consiglio fa temere fortemente per la libertà nel nostro Paese.
La UE apre un procedimento sulla Italia sull’intera questione.
Il direttore d’orchestra Claudio Abbado, nel ricevere in Giappone il Premium imperale, ha detto, citando lo scrittore tedesco Peter Schneider: “È compatibile che nella parte più antica, nel cuore culturale del continente europeo, ci sia un uomo che controlla l’80 per cento dei mezzi di informazione, e che quest’uomo sia il primo ministro?”.

Come ha detto Michele Santoro al seminario di studi di “Libertà e giustizia” a Lucca, il voluto scadimento della tv pubblica sta creando il Bronx, marginalizzando tutta una fascia di popolazione che vede la tv e su cui il cavaliere esercita la sua forza di persuasione occulta.

Michel Wolff in “New Jork Magazine” scrive: “Mussolini è per i despoti fascisti ciò che per Berlusconi è per i padroni dei media. Mussolini esagera, come esagera Berlusconi, e ciò li rende entrambi ridicoli e terribili. Noi non lo prendiamo sul serio, ma lui, come Mussolini, è un precursore”.

Mai così male l’economia in Italia negli ultimi cinquant’anni. Bankitalia afferma che dal 2001 l’ economia non cresce più. L’Istat dice che l’inflazione percepita è al 6%, le associazioni consumatori dicono che è a due cifre . Ma intanto l’Istat comunica che l’inflazione è scesa al 2,6% (per quali generi?). Cesare Romiti alla presentazione di un libro a Roma afferma che “l’Italia rischia la fine dell’Argentina”.
La Finanziaria ancora in alto mare: regioni, comuni contro Tremonti, il quale pensa bene di accusare Fazio. La stessa maggioranza ha presentato un numero infinito di emendamenti. Il governo battuto in commissione.

Dieci milioni di lavoratori scioperano per le pensioni: AN e UDC chiedono di trattare con i sindacati. Restituiamo al mittente la lettera del cavaliere, che ci spiega la riforma, non appena ci arriva a casa.
Nello stesso giorno, unica nota positiva in questo “bollettino” sul governo che fa tremare i polsi, vengono presi i presunti assassini di D’Antona.

Castelli e la Lega contro il mandato di arresto europeo. Castelli declina l’invito a un convegno del Consiglio d’Europa sulla corruzione. L’Europarlamento chiede conto a Berlusconi degli attacchi alla Lega, che definisce “criminale” il mandato di arresto. Milano con il governo della destra scivola al 22° posto tra le città più vivibili .

Non approvato dalla Camera il divorzio veloce (un anno dalla separazione) per le coppie senza figli.

Un giudice de L’Aquila fa togliere il crocifisso da una scuola pubblica, su denuncia di un musulmano. Giustamente si riafferma la laicità della scuola pubblica e l’articolo 3 della Costituzione, dove “tutti i cittadini sono uguali senza distinzione… di religione”, ricusando l’operazione Moratti.

Ancora rimandato il congresso di Forza Italia (l’ultimo sei anni fa!) , mentre si festeggia il decennale della nascita del partito-azienda: uno scandalo che riguarda anche il Paese, perché degli iscritti assoggettati a un’organismo privo di qualsiasi democrazia che non si ribellano, sono il sintomo della crisi della democrazia.

Auguri a Bobbio per i suoi 94 anni. Vorrei festeggiarlo con il suo motto preferito, così come scrive nel suo “De senectute”: ” Non è mi troppo tardi per imparare”.

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Questo sito nacque alla fine del 1999 con l'obiettivo di offrire un contributo alla riflessione sulla crisi della democrazia rappresentativa e sul ruolo dei mass media nei processi di emancipazione culturale, economica e sociale. Per alcuni anni Nonluoghi è stato anche una piccola casa editrice sulla cui attività, conclusasi nel 2006, si trovano informazioni e materiali in queste pagine Web.

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