Nonluoghi Archivio A caccia anche nei parchi? Il governo ci prova

A caccia anche nei parchi? Il governo ci prova

La maggioranza di centrodestra, incline più di altre a mescolare politica e affari e ad assecondare gli interessi di questo o quel potentato, non poteva dimenticare la lobby dei cacciatori. Ecco dunque che prepara la norma con la quale si intende consentire lo sport insanguinato anche, udite udite, all’interno dei parchi. Ieri si è aperta la discussione in commissione ambiente della Camera, dove il governo ha presentato la legge che modifica l’articolo della legge nazionale sui parchi che riguarda il divieto di caccia nelle aree protette.
Contro questa inquietante modifica si schierano sia gli animalisti della Lav sia i cacciatori di Arcicaccia. Ecco le loro posizioni. “Così – afferma il responsabile fauna della Lega antivivisezione, Ennio Bonfanti – si trasforma l’Italia nel cimitero della fauna in Europa. Un vero e proprio attentato agli animali selvatici che verrebbero masacrati in nome dei voti delle lobbies di armieri, cacciatori e trafficanti di selvaggina”. La Lav ricorda che la caccia “è attualmente consentita sul 70% del territorio agro-forestale nazionale e secondo un sondaggio Abacus, il 72% degli italiani è per la totale abolizione della caccia e l’81% addirittura per un referendum abolizionista». Contro l’apertura della caccia nei parchi la Lav ha quindi lanciato una petizione popolare”.

Ecco un altro documento della Lav sulla caccia:

“Ogni anno oltre 100 milioni di animali, sono vittime di una guerra condotta, per un periodo inferiore a cinque mesi, da un esercito di circa 900 mila cacciatori italiani. Allodole, conigli, cinghiali, volpi, lepri, anatre, caprioli, merli, colombacci, cervi, pernici e tante altre specie, inseguiti, terrorizzati dagli spari, addentati dai cani, attirati con i richiami vivi (uccelli usati come esche), braccati dai cacciatoti nei campi o uccisi dagli stessi nascosti negli appostamenti, finiscono agonizzanti sotto i colpi di potenti fucili automatici. Molti, i più “fortunati”, muoiono quasi subito trafitti da una scarica di pallini; altri rimangono solo feriti e vanno a morire tra atroci sofferenze in luoghi nascosti. Questo è ciò che accade nei nostri boschi e campagne, da settembre a gennaio; una vera e propria strage compiuta da chi, per mero divertimento, imbraccia un fucile e distrugge la vita.

I cacciatori sono amanti della natura?

I cacciatori, pur di difendersi, sostengono di essere loro i veri amanti della natura e che la vera causa della morte degli animali è l’inquinamento, l’uso dei pesticidi, la cementificazione …
Ma, allora, perché non fermare la caccia per salvare la fauna superstite? In realtà la caccia, oltre che un’attività immorale ed eticamente inaccettabile, è il principale e più efferato autore della distruzione della fauna e la fonte di moltissimi danni: provoca l’estinzione generale o locale di alcune specie o la rarefazione di altre, altera gli equilibri ecologici naturali, aiuta a diffondere malattie, causa il saturnismo (avvelenamento da piombo degli uccelli che ingeriscono i pallini) e gravi sofferenze agli animali feriti, ed è occasione di delitti e incidenti con perdite anche di vite umane. La caccia, oggi, è un’attività che non ha più alcun motivo di esistere, uno “sport” (dove il vincitore è sempre lo stesso…) sanguinario e barbaro. Dietro la caccia si sono formati enormi interessi economici. Nonostante il numero dei cacciatori sia diminuito negli ultimi anni, il giro d’affari annuo è di oltre 3.300 miliardi di lire. Molte associazioni venatorie percepiscono fondi pubblici erogati dallo Stato ai sensi della attuale legge sulla caccia. Sono questi i veri motivi di una difesa tanto agguerrita della caccia! Ecco perché il Parlamento, le Regioni e le Amministrazioni locali sono così sensibili alle richieste dell’elettorato venatorio! “.

Nonluoghi sostiene la campagna della Lav contro la caccia: ecco il link alla petizione sull’argomento

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Ecco la dichiarazione fatta oggi da Marco Ciarafoni, presidente del Consiglio Nazionale dell’Arcicaccia.

“L’Arcicaccia ribadisce l’assoluta contrarietà all’ipotesi di caccia nei parchi ventilata attraverso una proposta di legge attualmente in discussione alla Camera. Tale proposta non è supportata da alcuna indicazione tecnico scientifica, appare inquadrabile nella sola logica di aggressione di una buona pratica di gestione compatibile del territorio, produrrebbe situazioni di privilegio tra i cacciatori ed è , in questa fase, a solo uso e consumo di quei “bracconieri dei voti” che escono allo scoperto prima di ogni competizione elettorale. Altra cosa, naturalmente, è la gestione conservativa della fauna selvatica in esubero nelle aree protette che già avviene per legge ( e può essere migliorata con specifiche interpretazioni) attraverso l’utilizzo dei cacciatori nella forma del selecontrollo
Peraltro con questa proposta si allarga lo stato di preoccupazione di quanti nella società civile e tra le forze sociali ( agricoltori, ambientalisti e cacciatori responsabili ) sono già in allarme per i disegni di legge di smantellamento dell’attuale modello venatorio finalizzati ad introdurre forme di caccia deregolata e consumistica, in totale dispregio anche delle indicazioni dell’Unione Europea.
La caccia , di contro, può essere attività legittima ed utile alla collettività se inserita nel contesto della sostenibilità ambientale e faunistica ( come dimostrano molte esperienze degli Atc e dei Ca ) e se favorisce l’affermazione del sistema della ruralità, anche attraverso forme di integrazione economica.
I veri cacciatori sono contro la barbarie venatoria alla quale tendono queste proposte di legge e continueranno a battersi per la corretta e contestuale applicazione delle attuali leggi sui parchi e sulla caccia e per contrastare l’azione di quei politici e di quelle frange estremiste del mondo venatorio e animalista che vivono le loro “fortune” su uno scontro ideologico di cui il Paese non sente proprio il bisogno avendo su tali materie raggiunto, a suo tempo, un equilibrio accettabile”.

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Questo sito nacque alla fine del 1999 con l'obiettivo di offrire un contributo alla riflessione sulla crisi della democrazia rappresentativa e sul ruolo dei mass media nei processi di emancipazione culturale, economica e sociale. Per alcuni anni Nonluoghi è stato anche una piccola casa editrice sulla cui attività, conclusasi nel 2006, si trovano informazioni e materiali in queste pagine Web.

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