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Rai, come ti richiamo l’inviato dall’Iraq

Nel giorno in cui il noto giornalista volenteroso prestato alla politica Gustavo Selva (An), già direttore del Gr Rai, attacca di nuovo gli inviati in Iraq e in particolare Lilli Gruber che ha osato utilizzare la definizione “resistenza irachena”, si apprende che la direzione generale Rai e i direttori di testata hanno deciso, nel pieno di una crisi delicatissima con 4 italiani rapiti, di far rientrare a Roma tre voci significative come la stessa Gruber, Giovanna Botteri e Ferdinando Pellegrini, voci che cercano di raccontare la realtà dell’Iraq, non solo le veline dei palazzi. Di seguito pubblichiamo parte di un comunicato diffuso dai Cdr, i comitati di redazione, rappresentanze sindacali di base, che criticano una decisione che sa di censura e precisano che gli inviati della Rai non hanno chiesto di rientrare in Italia e anzi sono contrari a lasciare Baghdad.
I cdr del Tg1, del Tg3 e del Giornale Radio Rai sottolineano che Lilli Gruber (inviata del tg1), Giovanna Botteri (inviata del tg3) e Ferdinando Pellegrini (inviato del giornale radio rai) rientreranno domani in italia per decisione della direzione generale della Rai e dei direttori di testata. Con loro, aggiungono i cdr, rientreranno anche Enrico Bellano, (giornalista-telecineoperatore del tg1) e Guido Cravero (giornalista-telecineoperatore per il tg3). «I giornalisti della Rai – scrivono i tre Cdr – non hanno chiesto di rientrare in Italia e sono contrari a lasciare Baghdad, ritenendo che non siano cambiate le condizioni di lavoro delle ultime settimane. Chiediamo all’azienda e ai direttori di testata di conoscere i motivi di questo improvviso e frettoloso richiamo della Gruber, della Botteri, di Pellegrini e dei due operatori Rai. Nessun altra televisione straniera lascia l’Iraq in questi giorni, nessun altro giornalista italiano nel momento in cui nulla si sa della sorte di quattro connazionali rapiti. Se ci sono motivi di sicurezza , questi riguardano solo Gruber, Botteri e Pellegrini. O forse le loro corrispondenze non sono gradite alla direzione generale della Rai? Non si spiegherebbe perché altrimenti, già domani, è previsto l’avvicendamento con altri colleghi Rai».
In serata la Rai ha fatto sapere ufficialmente che gli avvicendamenti sono docuti a motivi di sicurezza, perché i tre reporter in questione sono volti troppo noti, simboli dell’informazione italiana e quindi più esposti a eventuali attacchi.

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