Nonluoghi Archivio Medico legale sulla morte di Carlo Giuliani: “Il proiettile non fu deviato”

Medico legale sulla morte di Carlo Giuliani: “Il proiettile non fu deviato”

I lettori ricorderanno la teoria dei periti del Tribunale di Genova sul colpo di pistola che uccise Carlo Giuliani: si sarebbe trattato di una tragica (quanto incredibile) fatalità, con un calcinaccio lanciato da non si sa chi che avrebbe deviato verso il basso la traiettoria di un proiettile diretto in alto. In molti, negli anni, hanno confutato con varie tesi questa ricostruzione. Ora lo fa autorevolmente anche il medico legale della Procura genovese, Marco Salvi, con una testimonianza che potrebbe condurre a un nuovo processo sull’omicidio del giovane manifestante, avvenuto nel luglio del 2001, durante il G8. Salvi ha sostenuto che si trattò di un colpo di pistola “diretto”, cioè non deviato da corpi estranei. Il medico legale è comparso come teste nella sessantesima udienza del processo a carico dei 25 manifestanti accusati di devastazione e saccheggio durante il G8.
Al termine dell’udienza, il pool degli avvocati della difesa ha chiesto copia integrale degli atti del dibattimento. Non è escluso che possa essere richiesta la riapertura del fascicolo per l’omicidio di Carlo Giuliani.
Marco Salvi, autore della perizia sul carabiniere Mario Placanica e coestensore del referto autoptico sul corpo di Carlo Giuliani, è stato ascoltato dal tribunale sulle ferite riportate da Mario Placanica ed esaminate circa una settimana dopo l’accaduto. La difesa però aveva chiesto di poterlo ascoltare anche sulla perizia Giuliani per verificarne l’attendibilità, poichè l’autopsia “fu bollata come ‘superficiale’ dal pm Silvio Franz, che chiese e ottenne l’archiviazione” del procedimento relativo ai fatti di piazza Alimonda.
Dopo una lunga camera di consiglio, il tribunale ha autorizzato le domande sull’autopsia. Salvi ha risposto alle domande dell’avvocato Ezio Menzione, ricordando che la Tac in total body cui fu sottoposto il corpo di Carlo Giuliani “evidenziò un frammento radio-opaco nel cranio del ragazzo”, frammento “assolutamente metallico” che però non venne trovato in sede di autopsia. Il medico legale è poi tornato sulla questione dello sparo che uccise Carlo Giuliani. Dopo essersi detto convinto che lo sparo fu diretto e non deviato, come invece sostenuto dall’altro anatomopatologo, Carlo Torre, Salvi ha dichiarato che “il punto di fuoco era più alto, rispetto al bersaglio, di circa 10 centimetri, e che lo colpì con una traiettoria inclinata da destra – alto a sinistra – basso, entrando nella regione sottorbitale destra e uscendo dall’occipite sinistro.
Il procedimento per l’omicidio Giuliani venne archiviato il 5 maggio 2003 dal gip Elena Daloiso su richiesta del pm Franz, con l’opposizione della parte offesa. Secondo la tesi del Gip, Placanica sparò in aria e il colpo di pistola venne deviato da un “bersaglio intermedio”, un calcinaccio che si trovava a “un metro e 90 dal suolo”.

Immediata la reazione dell’avvocato Giuliano Pisapia, legale della famiglia del giovane ucciso: “La perizia di cui si sono conosciuti oggi i risultati finali, conferma definitivamente quanto da sempre sostenuto dai difensori della famiglia Giuliani e cioè che Carlo è stato colpito da un colpo d’arma da fuoco diretta contro di lui e non da un proiettile deviato da un sasso scaturito dalla fantasiosa ricostruzione di alcuni consulenti tecnici. Di fronte a questa nuova e decisiva emergenza processuale si impongono, a questo punto nuove indagini, la riapertura del processo per poter pervenire a quello che è sempre stato il nostro obiettivo e cioè conoscere la verità e ottenere giustizia. Da parte nostra non c’è nessuna volontà di vendetta ma esclusivamente la volontà che la verità giudiziaria corrisponda, anche nelle aule di Tribunale, al reale accadimento dei fatti e contestare un modo di amministrare la giustizia che, come è avvenuto rispetto ai tragici fatti di Genova, non ha dato alla collettività ne verità ne giustizia”.

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